LATINA, BAMBINI IN QUARANTENA ALLA “GOLDONI” MA SUL PROTOCOLLO SANITARIO C’È CONFUSIONE

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Scuola Giuseppe Giuliano
Scuola Giuseppe Giuliano

Preoccupazione alla Giuseppe Giuliano di Latina: bambini in quarantena per casi di Covid in diverse classi ma sul protocollo sanitario c’è ancora confusione

Da mercoledì scorso, 17 novembre, alcune classi della scuola primaria “Carlo Goldoni” dell’Istituto comprensivo “Giuseppe Giuliano” di Latina sono in quarantena per via di alcuni bambini risultati positivi al Covid.

Una pandemia che, come si vede dalle ultime settimane, si sta manifestando ancora impetuosa e non accenna a finire. A farne le spese più di tutti, almeno in questo momento – se si escludono i tanti casi gravi e i decessi che ancora permangono -, sono i bambini costretti a stare a casa.

Da inizio mese, il protocollo di sicurezza sanitaria per le scuole è cambiato. Se durante le prime crisi da contagio Covid, era sufficiente un solo bambino per far finire tutta la classe in quarantena e conseguente DAD (Didattica a Distanza), con tutte le conseguenze per l’infanzia e l’apprendimento dei bambini, dal 3 novembre le misure per la scuola sono differenti.

Le nuove regole sono indicate nella circolare congiunta di Ministero dell’Istruzione e Ministero della Salute del 3 novembre scorso, che si propone di standardizzare i comportamenti a livello nazionale.

Il documento prevede due scenari: quello relativo alla fascia d’età 0-6 anni, e quello delle scuole primarie (elementari) e secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori).

Il protocollo assomma provvedimenti, di cui è responsabile l’autorità sanitaria, diversi a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale.

In presenza di un caso positivo, i compagni di classe faranno un test il prima possibile, definito “T0”, e se il risultato è negativo si potrà rientrare a scuola, e poi uno dopo 5 giorni.

Nel caso di due positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi 6 mesi faranno la sorveglianza con testing, mentre i non vaccinati la quarantena.

Nel caso di tre positivi andrà in quarantena tutta la classe (ma con quarantena di 7 giorni per i vaccinati e i guariti, di 10 per gli altri) con l’attivazione della Dad.

Il preside sospende “in via eccezionale ed urgente” le lezioni nel caso in cui le autorità sanitarie “siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente”.

Il dirigente scolastico agisce in base ad una serie di indicazioni predeterminate, dettate dalla circolare ministeriale: informa la Asl, individua i “contatti scolastici” e per loro sospende temporaneamente le lezioni, “trasmette ai contatti scolastici le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal DdP” e “segnala al DdP i contatti scolastici individuati”. I dati sui vaccinati non sono nella disponibilità della scuola e “quindi non vanno trattati”.

Fin qui le regole. Il punto è che, come per altri parti d’Italia finite all’attenzione delle cronache, sono ancora molte le scuole dove non viene applicato il protocollo di inizio novembre. La responsabilità di questo vulnus è stato peraltro denunciato da più dirigenti in Italia.

Un esempio è dato da ciò che è successo proprio stamattina 22 novembre quando alcuni genitori di una delle classi della “Goldoni” hanno accompagnato i propri figli all’ex Rossi Sud per sottoporre i bambini al tampone naso-faringeo, con la sicurezza che nel caso di negatività ci sarebbe stato il rientro a scuola.

Eseguiti i test e risultati negativi, oggi, però, genitori e bambini non hanno potuto avere accesso a scuola e riprendere con il regolare corso delle lezioni. Il rientro è stato fissato per domani, generando più di qualche malumore tra i genitori alcuni dei quali hanno dovuto prendere anche permessi dal lavoro per poter accompagnare i figli per il tampone e poi a scuola. Il punto è che non è ancora chiaro per quale ragione il referente Covid della scuola ha optato per questa decisione. Probabilmente per prudenza, solo che il protocollo ministeriale parla chiaro: se si è negativi si rientra a scuola.

Fatto sta che almeno in una delle cinque classi, nessuno è rientrato a fronte di un bambino positivo al Covid riscontrato la scorsa settimana.

Un rodaggio, quello del protocollo sicurezza sanitaria applicato alle scuole, ancora lontano da un regime agevole. Tante le lamentele tra i genitori che si preoccupano per la scarsa chiarezza in un momento in cui il Covid sembra proprio non risparmiare i bambini delle primarie (chiaramente nessuno di loro è vaccinato) alle prese con un’infanzia sicuramente destabilizzata.

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