LATINA, ASSISTENZA DOMICILIARE DISABILI. COMUNISTI: COMUNE SOSPENDA CONTRIBUTO PER REDDITI BASSI

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Assistenza domiciliare disabili a Latina, Partito Comunista: in periodo di pandemia il Comune si prepara a fare cassa sulla pelle delle persone che usufruiscono del servizio

Nel 2019, in riferimento ad una delibera di consiglio del commissario Nardone del 2011, l’U.O.C. inclusione sociale aveva già fissato i parametri del contributo che i disabili dovranno versare dal 1° giugno 2021.

L’allora commissario prefettizio in realtà andava ad applicare una legge del 2000 (la 328), la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, legge disattesa in buona parte, ad esempio la mancata integrazione socio-sanitaria (si pensi all’articolo 14 che prevede progetti individuali per le persone disabili). Fino ad oggi non ci risulta che mai nessuna amministrazione abbia richiesto contributi ma, con delle lettere che vengono consegnate a mano agli utenti dagli operatori che prestano assistenza domiciliare, si sollecita a far pervenire l’ISEE per determinare quanto ogni singolo assistito dovrà pagare.

Vista la situazione di difficoltà e di grave crisi, aggravata dalla pandemia, e considerato che le persone disabili o malate debbono fronteggiare spese sanitarie che sono spesso altissime e che proprio per via dell’onerosità sono costrette a rinunciarvi; visto che alcuni comuni in Italia assicurano il servizio gratuitamente: chiediamo al comune di sospendere la richiesta di contributo per l’assistenza domiciliare per coloro che hanno reddito ISEE fino a 13300 euro stabilendone la gratuità e che per le altre fasce il contributo sia ridotto del 50% rispetto alle attuali richieste. Soprattutto non si tenga solo conto del reddito ISEE per la imposizione della tassa di partecipazione alle spese, si verifichi l’esistenza e lo spessore dei costi per le spese sanitarie sostenute, in alcuni casi i disabili per cercare di contenere  la patologia e/o recuperare in parte sono costretti all’utilizzo di strutture sportive apposite (tipo piscina) che sono totalmente a carico dell’utente, le spese delle utenze e la spesa alimentare minima.

Si stabilisca che solo dopo che il servizio sociale del comune abbia realizzato questo tipo di accertamenti si possa stabilire una quota di partecipazione. Richieste effettuate senza questo tipo di accertamenti potrebbero ridurre ulteriormente il livello di vita dell’assistito e del suo nucleo familiare. Nei confronti delle fasce più deboli della popolazione le politiche sociali del comune sono sempre state caratterizzate da scelte di tipo burocratico ai limiti dell’insensibilità e l’attuale giunta non è differente dalle precedenti. Le persone malate, anziani soli e disabili, con livelli di reddito bassi dovrebbero essere destinatarie, come avviene in molti comuni, di servizi suppletivi di assistenza, dovrebbero essere sostenute e aiutate e invece il comune di latina batte cassa.  I contributi di per sé possono sembrare irrisori ma nell’arco dell’anno possono diventare un onere molto gravoso sulle famiglie. Si pensi alla fascia di reddito più bassa che dovrà pagare il contributo, da 8301 euro a 13300 di ISEE: 1,94 euro l’ora. Un utente che usufruisce di 14 ore di assistenza settimanale dovrà sborsare in un anno circa 1500 euro che sono una cifra inaccettabile per quel tipo di reddito. Chiediamo inoltre all’amministrazione di spostare al 2022 l’inizio della riscossione dei “contributi”.

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