Aggredito il guardiano notturno del primo chiosco sul lungomare di Latina: l’uomo ha avuto una colluttazione con due soggetti
Si sono avvicinati al primo chiosco a ora tarda dopo l’una di notte di ieri, 2 settembre. Erano due soggetti che, arrivati a bordo di un’auto, sono scesi e hanno preteso dal guardiano notturno del primo chiosco una consumazione di alcol. Chiaramente una richiesta senza senso dal momento che il chiosco a quell’ora è chiuso e le mansioni del guardiano notturno non prevedono che serva cocktail agli avventori, peraltro fuori tempo massimo.
A quel punto, in considerazione della reazione del guardiano che ha ha detto ai due soggetti di allontanarsi, questi ultimi lo hanno aggredito colpendolo. Da qui è nata una breve colluttazione, per fortuna senza gravi conseguenze. Nel corso del parapiglia, però, l’uomo ha perduto il cellulare, sottratto da uno dei due soggetti intenti ad aggredirlo.
La vittima ha chiamato il numero d’emergenza del 112 e in loco sono giunti un’ambulanza che ha curato da piccole escoriazioni il guardiano dell’istituto di vigilanza privata e la Squadra Volante della Polizia di Stato per raccogliere i primi elementi utili a identificare i due uomini.
Un episodio, sul quale è stata aperte una indagine, che richiama il clima di tensione che quel primo chiosco ha subito negli anni e non solo perché è stato oggetto di un incendio doloso a maggio 2023, rimasto senza colpevoli. Il primo chiosco, infatti, come noto, è stato gestito negli anni dalla famiglia Zof, al momento sotto processo per reati contestati con l’aggravante mafiosa. Peraltro, tra i capi d’imputazione, c’è anche la contestazione ai fratelli Zof di aver preteso alcolici non al primo ma al quarto chiosco. Solo una assonanza, anche perché Alessandro Zof, al momento, si trova ai domiciliari e non poteva trovarsi ieri notte in gro. Tuttavia un modus operandi affine basato sulla prepotenza e sulla sopraffazione.
Sul nuovo episodio si dovrà stabilire se sia frutto di una azione nata da due soggetti alterati da una serata di bagordi oppure, nel caso peggiore, se si sia trattato di un tentativo di intimidazione ai danni di un esercizio che fa ancora gola a molti.