LATINA 2021: IL CDX PONTINO CARTA CONOSCIUTA

Cesare Bruni e Giovanna Miele
Cesare Bruni e Giovanna Miele

La lettera aperta di Giovanna Miele, consigliere comunale eletta con Forza Italia e in seguito fondatrice di un soggetto civico, che si sfila dalla candidatura proposta per lei dalla Lega come candidato sindaco di Latina. Ma il centrodestra latinense continua a essere carta conosciuta

Nella lettera aperta della consigliera comunale di Latina Giovanna Miele, che pubblichiamo integralmente di seguito, si scorgono più convitati di pietra. La scelta di sfilarsi dalla corsa a sindaco come candidato di centrodestra è sicuramente più saggia che coraggiosa – come già sui social qualche suo personale ultrà la sta facendo passare, senza contare la nota “strappalacrime” della collega nell’assise comunale, Nicoletta Zuliani, la quale dà una valenza femminista all’esclusione di Miele. Il che non c’entra un tubo, andrebbe spiegato alla esponente del Partito Democratico. Miele, chiaramente, non viene fatta fuori in quanto donna dalla corsa a sindaco del centrodestra.

Miele, prima di essere fatta fuori, per l’appunto, saggiamente e un po’ furbescamente se ne va via, si sfila, cerca di anticipare il probabile annuncio di una candidatura a sindaco, da parte del centrodestra, che non vedrà il suo nome. È già sconfitta e anticipa l’uscita. E fa bene, politicamente parlando.

Ora, al di là di Miele – che se andrà avanti con un suo soggetto politico, prendendo le distanze da questo centrodestra il quale, come conferma lei (noi lo scriviamo da quando è nata Latina Tu), è animato da liti e personalismi, allora le andrà concesso quantomeno l’onore delle armi – il centrodestra si sta rivelando per quel che è: un agglomerato di persone, per lo più ciascuno pensante a sé stesso, alle propria terga e al proprio futuro politico, incurante della città. Un continuo allineamento verso le posizioni più comode, senza capire cosa hanno fatto fino in fondo per perdere alle scorse amministrative.

Dopo la batosta del 2016, con l’attuale senatore Calandrini spazzato via da Damiano Coletta, che non è né Draghi né De Gasperi, con un voto bulgaro del 75%, il centrodestra si è immobilizzato nella sua insipienza e si è scontrato tra le sue ipocrisie: nessuna risposta, mai e poi mai, su inchieste della magistratura e verbali di collaboratori di giustizia in cui molti dei nomi di coloro che devono decidere il Sindaco di Latina spuntavano fuori come funghi. Tenuti in vita per lo più da una stampa amica e almeno per quanto riguarda Durigon da Draghi in persona (che però ha avuto gioco facile a rispondere a domande mal poste e che non hanno centrato il punto del caso del leader leghista/ex sindacalista in provincia e nel Lazio), i signori del centrodestra, in anni, non sono riusciti a scegliere un candidato.

Ora, come anticipato giovedì 24 giugno dal giornalista Egidio Fia, nel corso della trasmissione Monitor in onda su LazioTv, il centrodestra ripiegherebbe su Cesare Bruni, ex consigliere comunale, uomo della destra di Finestra e di Zaccheo e poi anche di Di Giorgi; i suoi ultimi avvistamenti in politica vanno registrati prima nell’Azienda speciale “Vola” di Roccagorga, poi come collaboratore dell’europarlamentare leghista Matteo Adinolfi.

Una figura politica sicuramente lontana da scandali e inchieste, uomo affabile, e politicamente abile a mediare. Un simpatico equilibrista, detto senza sarcasmo, e in grado di dialogare con persone da cui è lontano anni luce per cultura ed etica (forse è proprio per questo che è venuto fuori il suo nome nel centrodestra).

Sarebbe un’ottima scelta per il centrodestra proprio per le sue virtù di mediatore tra posizioni inconciliabili, ma non un’ottima scelta per la città. Una città a cui serve un Sindaco che sia determinato a fare scelte anche impopolari, sicuramente decise e nette, per proiettare Latina nella modernità. Un primo cittadino che non abbia il peso di dover mediare ogni giorno tra personaggi il cui unico interesse è il proprio. Ecco, Bruni, persona perbene, farebbe solo quello (ne sarebbe costretto anche se si rivelasse un decisionista come sindaco): equilibrare il centro-destra, senza poter amministrare una città.

Tornando a Miele, che dire? Sarebbe importante sapere per quale ragione il sottosegretario Durigon si sia impuntato sulla sua figura, facendo incazzare un po’ tutti: da Enrico “Fratone” Tiero che l’ha silurata con una velina a mezzo stampa, peraltro concordata con i vertici più alti di Fratelli d’Italia, a Claudio Fazzone che, va bene essere presente alla fondazione di Laboratorio e Identità, ma vedere una fuoriuscita dal partito incoronata come Sindaco, beh quello proprio non poteva sopportarlo il senatore di Fondi.

E la prospettiva di un centrodestra diviso alle elezioni già si concretizza, dopo le disfatte – manco ci hanno provato in quei casi – di Formia, Cisterna, Minturno ecc. Senza contare l’altro capitolo del centrodestra latinense locale sulla possibile e ormai sfumata candidatura di Vincenzo Zaccheo. Una parte della storia, a cui dedicheremo ampi approfondimenti, che esplicita ancor di più il deficit di idee e prospettive.

LA LETTERA APERTA DI GIOVANNA MIELE – “I contrasti, le liti, i personalismi e gli egoismi che si sono scatenati attorno alla mia persona, non mi appartengono ma fanno parte di quella politica contro cui lotto, quella politica che i cittadini detestano perché troppo distratta dalle reali esigenze delle persone. Per questo ritengo di non poter essere il Candidato Sindaco di un certo Centrodestra sempre più caratterizzato da futili contrasti, invidie e paura del rinnovamento
In questi cinque anni da Consigliere Comunale mi sono spesa per migliorare la vita dei nostri concittadini, per provare a far emergere le mille contraddizioni che hanno caratterizzato l’amministrazione Coletta.

Ho combattuto per idee e progetti, per aiutare chi è in difficoltà, per dare risposte a famiglie, imprese, commercianti e semplici cittadini. Mi sono appassionata ad una politica di interessi generali e ho condiviso la mia esperienza con chiunque si sia trovato sul mio cammino, senza distinzione di partito o di credo. Sono inclusiva per mia natura, la parola  condivisione è un motto per me e l’ho dimostrato sul campo attraverso la mia azione politico/ amministrativa.

Con il Laboratorio Identità Futuro il mio percorso è rimasto quello di una persona che crede fermamente nella Politica, ma non in quella che in alcuni casi sembra dimenticare qual è il fine nobile nella gestione della cosa pubblica…Rimango innamorata della politica che motiva, ispira, appassiona e riesce a far sognare. Credo nel ruolo fondamentale delle istituzioni nella costruzione di un futuro migliore per la Città, ma per essere Sindaco bisogna essere convinti di poter incarnare fino in fondo i valori della squadra che si intende rappresentare e sembra chiaro che ci sia una divergenza di vedute con alcuni attori delle attuali compagini Politiche. Il bailamme scatenato attorno alla mia persona in alcune esternazioni lette e sentite non mi appartiene, non è nelle mie corde e soprattutto mi porta a profonde riflessioni.

Persone che per cinque anni sono state indifferenti a quello che accadeva in comune e nei consigli comunali oggi hanno riscoperto di essere loquaci, risvegliate da un profondo letargo. È stato curioso se non simpatico vedere e leggere di chi si affanna ad arrestare il rinnovamento nel centrodestra per paura di perdere posizioni di rendita. Ma non voglio essere di certo io la persona che divide il centrodestra, sono sempre  stata fautrice del dialogo e del confronto  e non mi faccio tirare dentro al chiacchiericcio spiccio e per questo ringrazio la Lega per aver pensato ed indicato il mio nome, seppur da indipendente, per la candidatura a Sindaco, ma spiace  constatare che in questa situazione non sussistano le condizioni.

Resto fedele all’impegno preso col Laboratorio Identità Futuro per fare in modo che l’unica  cosa che conti veramente, LATINA, abbia un domani migliore e insieme alle persone con cui ho intrapreso un percorso politico leale e costruttivo prenderemo posizione in merito alle scelte future da fare”. 

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