L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONTRO ILLEGALITÀ E MAFIE CHIEDE INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

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ASSOCIAZIONE ANTIMAFIA

L’interrogazione parlamentare

L’Associazione nazionale illegalità e mafie “Antonino Caponnetto” il 21 Novembre, nella seduta n.61 in riferimento all’atto n. 4-00894, ha presentato un’interrogazione parlamentare, indirizzata ai Ministri dell’Ambiente e del Territorio, dell’ Interno e della Giustizia, per strage e omicidio in conseguenza del reato di disastro ambientale. Nella lettera è riportato che negli ultimi mesi, diversi esposti sono stati presentati alla Procura nazionale antimafia, alle procure delle provincie di Napoli e Caserta, di Cassino ed alla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso. L’Associazione richiede di indagare alle procure di Napoli, Napoli Nord, Torre Annunziata, Nola, Santa Maria Capua Vetere per i reati di strage (art. 422 del codice penale), omicidio (art. 575 C.P.), in conseguenza del reato di disastro ambientale.

Elvio Di Cesare, presidente dell’Associazione Antimafia Caponnetto

Rifiuti tossici, sostanze nocive e radioattive

Il fatto fa riferimento all’ubicazione degli interramenti di rifiuti tossici e/o di sostanze nocive ed eventualmente anche radioattive nel territorio della Regione Campania (Provincie Napoli e Caserta), denominata “Terra dei Fuochi”, o “l’Inferno di Gomorra”. Una terra distrutta, inquinata, avvelenata, costretta a risucchiare rifiuti per anni e anni dalla criminalità organizzata, con la complicità di politici, imprenditori e parte delle istituzioni che avrebbero dovuto controllare, monitorare, proteggere e garantire la salute pubblica. Si parla oramai di una vera e propria strage di bambini e persone adulte, colpiti da patologie tumorali che hanno una stretta correlazione con le sostanze tossiche interrate in quel territorio.

In secondo luogo l’Associazione ha richiesto di indagare alla Procura di Cassino, competente per una vasta area del Frusinate e Basso Lazio,  per i medesimi reati, con richiesta di accertamenti in merito a sostanze tossiche e/o radioattive interrate nella discarica ubicata in località Nocione.

DIscarica di Nocione (Cassino)

Le stesse circostanze si sarebbero verificate in altre località sotto la competenza della Procura, compreso il tratto tra Presenzano – S. Vittore – Cassino nelle discariche e nella cave aperte abusivamente da soggetti collegati alla camorra e operanti in subappalto nei lavori di costruzione della terza corsia dell’Autostrada del Sole e del TAV.

Carmine Schiavone: il pentito

Al riguardo l’Associazione ha richiesto l’accertamento delle identità e delle posizioni degli autotrasportatori indicati nei documenti desecretati, che contengono le dichiarazioni di Carmine Schiavone.

Il pentito si riferiva alle Provincie di Latina, Frosinone e ad altre provincie.  L’associazione richede accertamenti anche sugli elenchi dei mezzi di trasporto con indicato il numero di targa e relativo intestatario.

Il pentito Carmine Schiavone

Visti i fatti l’associazione ha prodotto una denuncia alla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso per accertare la sussistenza di un presunto traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi legati a residui di incenerimento tramite combustione. Gli eventi sarebbero avvenuti tra l’inceneritore di Pozzilli, di proprietà di Herambiente, e il cementificio della società Colacem nella Piana di Venafro (ipotesi di reato rientranti nella tipologia prevista dalla legge 13 agosto 2010, n. 136) di competenza delle Direzione distrettuale antimafia. Traffico di ceneri che da una dichiarazione fatta alla stampa dal prefetto di Isernia, dottor Guida, sarebbe avvenuto con mezzi appartenenti a ditte collegate con la criminalità organizzata.

Inceneritore di Pozzilli (Isernia)

I roghi tossici

Dal quadro illustrato, tratto dai citati dettagliati esposti, l’Associazione evidenzia che oramai nelle Provincie del centro Italia sussiste una emergenza di criminalità dedita al traffico illegale di rifiuti e conseguente inquinamento ambientale. Il tutto sembra sfuggire al controllo delle autorità preposte, e sta creando una preoccupante inquietudine nella popolazione, sia per la salute pubblica, dovuta all’impennata di malattie tumorali, che per l’impunità di cui godono i criminali dell’ambiente. A questo preoccupante quadro vanno aggiunti gli ulteriori atti criminali derivanti dalla miriade di sospetti roghi tossici che hanno colpito negli ultimi due – tre anni i centri di raccolta, smistamento e trattamento di rifiuti differenziati in tutta Italia, oltre 200, con un preoccupante aggravamento della situazione ambientale e sanitaria.

Secondo Elvio Di Cesare si tratterebbe di un metodo diffuso tra le aziende, che farebbe ipotizzare un sistema criminale per distruggere con l’incendio materiali non riciclabili, antieconomici da smaltire. Metodo criminale che dovrebbe essere maggiormente approfondito nelle indagini  degli investigatori e delle Direzioni distrettuali antimafia competenti per territorio”.

L’appello alle istituzioni

La Caponnetto domanda se “il Governo intenda, per quanto di sua competenza, promuovere un’indagine epidemiologica per valutare nell’insieme il reale stato dei danni provocati alla salute dei cittadini coinvolti; se disponga di maggiori informazioni in ordine alla infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti, in particolare nelle regioni Campania, Lazio, Molise e se emergano collusioni con la criminalità industriale”.

Infine si chiede al Ministro dell’interno se intenda sollecitare le prefetture coinvolte, affinché vengano attivati i comitati di sicurezza pubblica per i conseguenti provvedimenti. Ugualmente viene richiesto al Ministro della giustizia se intenda avviare approfonditi accertamenti, per verificare se a quella che agli interroganti appare come una forma di inattività e di sottovalutazione dei descritti fenomeni criminali da parte dell’autorità preposta, corrispondano mancanze di propria competenza.

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