Il Partito Democratico ricostruisce la storia dell’Hotel Grotta di Tiberio e fa un appello per la legalità del territorio
“La vicenda giudiziaria dell’Hotel Grotta di Tiberio a Sperlonga, costruito in società dal sindaco del paese e da suo suocero, è stata una delle più lunghe e torbide nella storia dell’abusivismo edilizio in Italia. La sua rilevanza sta soprattutto nell’essere diventata l’emblema di una realtà caratterizzata da illegalità diffusa, carenza di trasparenza amministrativa, clamorosi conflitti di interessi, arroganza del potere, furbizie giudiziarie, collusioni trasversali.
Nel corso di oltre un ventennio, tra sequestri e dissequestri della struttura edilizia; tra ricorsi e contro-ricorsi (spesso fantasiosi e temerari) messi in campo grazie alla disponibilità di un esercito di avvocati; tra processi e sentenze (mai nessuna favorevole ai proprietari dell’Hotel); tra arresti e sospensioni di sindaco e dirigenti comunali dalle loro funzioni pubbliche e sbalorditivi reintegri; tra fittizie cessioni di quote di proprietà e società di gestione sciolte di notte e ricostituite al mattino intestandole ad amici e parenti del sindaco di Sperlonga, è stato scritto un “romanzo giudiziario“ ricco di colpi di scena e suspence, degno dei migliori gialli di Agatha Christie.
Ma nel “capolavoro sperlongano” non sono mancate neanche pagine di viva ilarità, come quando – persa ogni speranza di evitare l’abbattimento della struttura perché dichiarata definitivamente “totalmente abusiva” – qualche anima bella della cerchia dei parenti più prossimi sia al sindaco che al suocero, ha creato un “gruppo di preghiera” con l’intento di opporre un’ultima resistenza alle “forze del Male” che operavano contro i sani interessi della “famiglia”.
A quel punto in molti considerarono esaurito il “catalogo dell’inimmaginabile”, ma si sbagliavano perché non avevano tenuto conto della sconfinata spregiudicatezza dei soggetti in campo. Ed infatti ecco servito l’ennesimo “colpo di teatro”, l’ennesimo atto di arroganza, l’ultima follia quando i giornali riportano l’incredibile notizia che “il suocero del sindaco di Sperlonga fa causa al Comune e chiede il risarcimento per l’Hotel Grotta di Tiberio”.
Dunque, non solo i proprietari dell’Hotel Grotta di Tiberio, avendo costruito un albergo totalmente abusivo, hanno arrecato un grave danno al territorio e quindi a tutti i cittadini; non solo non hanno avuto la sensibilità di chiedere scusa ai cittadini e lo stesso sindaco non ha sentito il dovere morale di dimettersi per l’abuso commesso e per il danno arrecato; non solo dovrebbero essere loro, i proprietari, a risarcire i cittadini, ma addirittura ora chiedono di essere risarciti dal Comune. In sostanza, quindi, i cittadini di Sperlonga dovrebbero pagare i danni che i proprietari dell’Hotel hanno causato a sé stessi per aver costruito un albergo interamente abusivo.
Siamo così giunti ad una farsa che però non fa ridere nessuno perché è uno schiaffo al buon senso, è uno sputo in faccia agli sperlongani, un’offesa all’intelligenza e alla dignità di un popolo che qualcuno, invece, vorrebbe vedere sempre obbediente e sottomesso.
Ma lo spettacolo di arte varia che l’Amministrazione Comunale di Sperlonga offre ai suoi amati cittadini non ha mai fine ed ecco che nei giorni scorsi dal cilindro del prestigiatore invece del solito coniglio è uscito un elefante. Vediamo cosa esattamente è successo.
Nel Settembre 2020, il Comune di Sperlonga inoltrava alla Regione Lazio una proposta di variante al Piano Regolatore Generale che prevede “l’individuazione di aree per attività collettive mediante l’individuazione di attività esistenti e il loro recepimento ai fini della qualificazione urbanistica. Tra le attività esistenti e legittime elencate nella proposta di variante , il Comune includeva anche l’Hotel Grotta di Tiberio, dimenticando, evidentemente per una improvvisa amnesia, che già da 15 anni, la struttura alberghiera era oggetto delle ben note vicende giudiziarie connesse alla sua natura di immobile abusivo. Con provvedimento della Regione Lazio del settembre 2024, tale variante è stata assoggettata a procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) senza che il Comune abbia sentito il dovere di segnalare alla Regione stessa la circostanza che nel frattempo l’Hotel Grotta di Tiberio, a seguito di sentenze passate in giudicato, è stato giudicato totalmente abusivo e poi, non avendo i proprietari eseguito la sentenza di demolizione, è stato acquisito al patrimonio comunale.
Questo è ciò che accade a Sperlonga e solo a Sperlonga, dove da molti anni l’assurdo è diventato regola, normalità, senza che nessuno ne parli, senza che nessuno se ne meravigli, senza che nessuno reagisca. Crediamo sia giunto il tempo di una rivolta morale, di un risveglio di dignità, personale e collettiva, che richiami ciascuno alle proprie responsabilità. Per questo, invitiamo pubblicamente i cittadini di Sperlonga ad una reazione di orgoglio.
Rivolgiamo, altresì, un fraterno invito ai consiglieri comunali di minoranza ad uscire dal loro incomprensibile silenzio e a tener conto del loro dovere istituzionale, politico e morale di rappresentare e difendere gli interessi della collettività, tanto più quando gli interessi pubblici vengono subordinati agli interessi privati.
Inoltre, poiché la Legge ha dato al Comune la disponibilità dell’Hotel proprio al fine di ottemperare all’obbligo di demolizione ignorato dai proprietari, ci chiediamo perché, fino a oggi, la Regione Lazio non abbia esercitato, com’ è suo preciso dovere di legge, i poteri sostitutivi con la nomina di un commissario ad acta per l’esecuzione dell’abbattimento, considerato anche che il ricorso per Cassazione avanzato dai proprietari, non sospende l’esecutività della sentenza del Consiglio di Stato.
Rivolgiamo anche un rispettoso ma pressante invito al Prefetto di Latina perché tragga le naturali conseguenze di Legge in merito ai molteplici e giganteschi conflitti d’interessi che insistono in capo al sindaco di Sperlonga, tra i quali quello di essersi fatto garante di un prestito milionario richiesto dal suocero per la gestione delle costose vicende che hanno riguardato l’Hotel Grotta di Tiberio. Ci chiediamo, infine, per quale motivo le competenti autorità giudiziarie non chiedano conto al Comune di Sperlonga del non rispetto, finora, dell’obbligo di procedere alla demolizione della struttura alberghiera abusiva.
Negli ultimi 30 (trenta!) anni, le amministrazioni che hanno governato Sperlonga – guidate, direttamente o indirettamente, sempre dalla stessa persona – sono incappate ripetutamente nelle maglie della Giustizia con l’accusa di reati anche gravi per i quali, quando non è scattata la prescrizione, sono state emesse condanne definitive o sono ancora in corso i processi. Diverse altre indagini sono state svolte negli ultimi anni dalle Autorità inquirenti e si attendono le risultanze. Anche se tutti fingono di non vedere e di non sapere, nel paese si respira un clima di illegalità diffusa, di cui si giovano prevalentemente persone e personaggi che non sono di Sperlonga.
È ampiamente dimostrato, senza eccezioni, che un territorio in cui il rispetto della legalità è considerato un fatto marginale e facoltativo diventi inevitabilmente un polo di attrazione per la criminalità organizzata. Non a caso da anni, documenti ufficiali della DIA, Relazioni della Direzione Regionale dell’Arma dei Carabinieri, esposti di Associazioni Civiche e inchieste giornalistiche da anni rilevano e denunciano come il Sud Pontino sia diventato terreno di coltura delle più diverse e pericolose forme d’illegalità. Anche l’ultima Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia ha evidenziato come sul litorale del sud del Lazio e nella provincia di Latina “si rilevino segnali inequivocabili di presenze inquietanti di consorterie criminali che hanno stabilito legami con la pubblica amministrazione”.
Questi dati allarmanti dovrebbero indurre a comprendere che la difesa della legalità non può essere considerata come strumento di polemica politica. La lotta contro le illegalità è lotta contro la legge della giungla, dove regna l’arbitrio dei più forti, dei più ricchi, dei più furbi, di quelli cioè che hanno a cuore solo i propri interessi privati. La legalità è un principio giuridico ma anche una concezione valoriale che permette di realizzare una società equa e solidale.
La difesa della legalità deve essere un impegno morale imprescindibile per garantire l’uguaglianza dei cittadini, che è il cardine fondamentale su cui poggia una società democratica. E dunque, nessun dorma, nessun dorma!”.
Così, in una nota, il Partito Democratico di Sperlonga.