LAGHETTO PARCO SAN MARCO, URBAN CENTER: “ECCO COSA ABBIAMO DETTO ALLA SINDACA”

LAGHETTO PARCO SAN MARCO
Laghetto al Parco San Marco di Latina

Laghetto del Parco San Marco, l’Urban Center Latina (associazione “Casa della città e del territorio”) interviene dopo l’incontro con il sindaco ed il vice sindaco del 4 luglio ’23. A partecipare in tutto 19 associazioni firmatarie di una petizione a tutela del laghetto del parco San Marco, in cattive condizioni per il cattivo funzionamento della pompa di alimentazione e, ancora prima, pare per il suo distacco dalla rete elettrica per risparmiare sui consumi

“Il confronto è stato interessante, aperto e proficuo, come ben evidenziato anche nel comunicato stampa sull’evento pubblicato dall’Amministrazione. Le precisazioni che seguono, a commento di quanto avvenuto, niente tolgono al successo dell’incontro e neppure intaccano la compattezza del gruppo di associazioni intervenute. A parte l’esigenza della necessaria rapida riparazione della pompa che garantisce il ricambio dell’acqua del laghetto (prelevando dalla falda), si è dovuto purtroppo rilevare il cattivo comportamento, condotta sicuramente da condannare, di taluni cittadini che, per disfarsi di animali incautamente tenuti in casa, se ne sono liberati rilasciandoli nello specchio d’acqua. Si sta parlando di una quantità imprecisata di carpe e di una decina di tartarughe americane, quasi certamente neppure denunciate. Tutti i presenti hanno concordato sulla necessità di spostare le tartarughe in un ricovero apposito, così da impedire che possano moltiplicarsi sul territorio togliendo spazio alla “tartaruga italiana”. Per quanto riguarda invece le carpe, si è suggerito di lasciarle in sito in quanto appartenenti alla stessa famiglia dei pesci rossi presenti.

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Che le carpe appartengano alla stessa famiglia dei pesci rossi ( Cyprinidae) corrisponde a verità, quello che non si è chiarito però è che mentre questi ultimi in natura raggiungono al massimo il peso di un paio di chili, le carpe possono arrivare a superare i degli animali più deboli. Da qui, secondo l’urban center, la necessità di lasciare soltanto pesci di 30 chili e, in un laghetto piccolo come quello del parco San Marco (tra l’altro senza anfratti e sponde protettivi), risulta difficile che si possa creare un equilibrio che nel tempo non porti alla sparizione taglia piccola.

Stabilito di mantenere in situ, con opportuni aggiustamenti dei luoghi, i numerosi volatili presenti (germani autoctoni) che spontaneamente hanno scelto questo luogo (tanto da generare nuove famigliole), si è poi concordato sulla necessità di mettere in campo abbondante segnaletica illustrativa e formativa, unitamente alle indispensabili azioni di controllo, non soltanto per quanto attiene al divieto di rilasciare nel lago altri animali (di qualsiasi specie) ma anche rispetto alla necessità di non alimentarli (pesci o uccelli che siano), avendo rilevato che, come spesso succede in questi casi, cittadini poco informati, ritenendo di far bene, cercano di nutrire gli animali presenti (spesso con cibi non appropriati e dannosi) senza sapere invece che, per quanto riguarda gli uccelli selvatici (i germani), questi debbono essere lasciati liberi di alimentarsi autonomamente o di scegliere di abbandonare il sito se ritenuto non adatto e che, in relazione ai pesci, l’alimentazione eccessiva o sbagliata è in grado di procurare seri problemi di salute alla loro popolazione presente (quindi meglio lasciar fare agli addetti).

Un suggerimento interessante è stato quello di sostituire le pompe presenti (quella difettosa per il ricambio e quelle destinate all’ossigenazione con giochi d’acqua), con pompe dotate di pannello solare. Suggerimento interessante e coerente con gl’indirizzi per la transizione ecologica che va però obbligatoriamente confrontato con un’analisi di fattibilità. Occorre, infatti, preliminarmente conoscere la portata d’acqua necessaria al ricambio (in relazione anche al tempo di accensione) e da qui derivare la superficie dei pannelli fotovoltaici necessari e, di conseguenza, lo spazio libero da destinare all’impianto. In conclusione dell’incontro tutte le associazioni, giudicandone positivamente i risultati, si sono rese disponibili anche a confronti successivi, in special modo per quanto riguarda le decisioni da prendere per le modalità di pulizia dell’invaso”.

Così, in una nota, Attilio Drigo per l’associazione “Casa della città e del territorio”.

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