Tre arresti eseguiti dai Carabinieri del capoluogo per un furto aggravato presso un centro commerciale di Latina
Sono comparsi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Gian Luca Soana, i tre tunisini ventenni arrestati lo scorso 26 agosto dai Carabinieri pontini dopo aver rubato quattro paia di scarpe da un negozio del centro commerciale “Latina Fiori”.
I tre giovani, senza fissa dimora, difesi dall’avvocato Valerio Righi, sono stati giudicati col rito direttissimo per via dell’arresto in flagranza scattato grazie all’allarme lanciato da un Carabiniere in borghese che li aveva riconosciuti. Infatti, nei giorni addietro, tutti e tre erano stati protagonisti di un fatto increscioso capitato su un autobus di linea nella Capitale.
L’episodio è accaduto nel luglio scorso quando i tre giovani hanno infastidito alcuni passeggeri che stavano viaggiando sull’autobus. È a quel punto che un Carabiniere in borghese che si trovava sul medesimo autobus aveva provato a fermarli, tentando di calmarli. Niente da fare: il militare è stato aggredito e picchiato, ritrovandosi col naso fratturato, mentre i giovani erano riusciti a fuggire, non senza essere ripresi dalle videocamere dell’autobus.
È proprio grazie a quel video che ha ripreso gli aggressori che un altro militare libero dal servizio – quello che il 26 agosto li ha riconosciuti a Latina Fiori – è stato in grado di dare l’allarme così da permettere l’arresto in flagranza di reato dei tre soggetti, responsabili del furto delle scarpe. Il video era stato inviato a tutte le stazioni dell’Arma del Lazio e il Carabiniere pontino, ricordandosi dei loro volti, ha capito immediatamente chi fossero quei tre giovani i quali dovranno rispondere a Roma di lesioni aggravate.
Per quanto riguarda il processo odierno, svolto col rito direttissimo, l’avvocato Righi ha chiesto e ottenuto dal giudice i termini a difesa. Tutto è stato rinviato al prossimo 19 settembre quando il legale presenterà la richiesta di rito alternativo: o il patteggiamento o l’abbreviato.
Al contempo, su richiesta del legale, il giudice monocratico ha concesso una misura meno afflittiva: non più il carcere, ma il divieto di dimora a Latina per tutti e tre i giovani tunisini, accusati di aver rubato le scarpe per un valore di 160 euro complessivo.