LA VITTIMA DI USURA NON SI PRESENTA IN TRIBUNALE, RINVIATO IL PROCESSO DI “PORCHETTONE”

Carmine Ciarelli
Carmine Ciarelli, detto Porchettone o Titti. Dopo l'attentato che il reuccio del Pantanaccio (quartiere del capoluogo pontino) subì a gennaio del 2010, iniziò la faida tra bande criminali latinensi in cui persero la vita Massimiliano Moro e Fabio Buonamano

Accusato dell’ennesimo episodio di usura: slitta l’udienza per il boss della famiglia del Pantanaccio, Carmine Ciarelli

È stato rinviato al prossimo 18 giugno il processo che contesta il reato di usura a Carmine Ciarelli, il 59enne boss dell’omonima famiglia di origine rom di Latina. Per “Porchettone”, questo è il suo soprannome, si tratta dell’ennesimo processo per usura. Peraltro, lo stesso è in attesa di essere giudicato anche nel processo istruito dalla DDA e derivante dall’inchiesta “Purosangue”. La sua posizione, infatti, è stata stralciata perché Ciarelli era ricoverato e non poteva assistere al processo: anche in quel processo dovrà rispondere di estorsioni, stavolta aggravate dal metodo mafioso.

Per quanto riguarda il processo per usura, invece, il primo collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Soana-Bernabei-Brenda ha rinviato al prossimo giugno e disposto l’accompagnamento coattivo della vittima di usura che non si è presentata in aula.

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