LA PONTINA IN TUTTE LE SALSE: DALLA PROPAGANDA DI RENZI AL CANDIDATO SINDACO DI FONDI

Matteo Renzi e Raniero De Filippis
Matteo Renzi e Raniero De Filippis

La Pontina al centro della politica: da una parte il “piano shock” di Renzi, dall’altra il Pd che appoggerà a Fondi l’ex dirigente condannato dalla Corte dei Conti per l’autostrada Roma-Latina

Che fosse uno dei punti del piano shock dell’ex premier di Rignano questo lo si sapeva da mesi quando, a novembre, fu passato alle agenzie un progetto che si sarebbe dovuto tradurre in una proposta di legge da depositare entro il 15 gennaio.

Ora, il leader di Italia Viva Matteo Renzi torna a bomba – e non potrebbe essere altrimenti visto il soprannome che gli diedero quando era un teenager – sui quattro punti che vuole porre come grimaldello dentro le viscere del Governo che ha contribuito a far nascere, per poi punzecchiare, tartassare e ricattare in un continuo giochino di battute, agenzie stampa, interviste dai sempiterni giornalisti più vecchi di Cavour e del Re d’Italia messi insieme (con tutto il dovuto rispetto per lo statista e i sovrani piemontesi che furono).

Ebbene tra il sindaco d’Italia (un trend topic che Renzi lancia ormai da quando fu premier), la giustizia giusta ossia, in traduzione, no alla riforma Bonafede sulla prescrizione, la battaglia contro il reddito di cittadinanza (testuale) che lo riconferma, ove ce ne fosse di bisogno, a braccetto con l’amato Silvio Berlusconi, e, ultimo ma non ultimo per importanza e sopratutto convenienza elettoral-lobbistica: lo sblocca cantieri. Giusto, giustissimo quest’ultimo punto, sopratutto se si parla di opere lasciate ad ammuffire, ma tra le infrastrutture citate, anche recentemente in televisione da Barbara Palombelli, come ha fatto notare Marco Travaglio su Il Fatto canzonandolo, vi è lei, la regina delle pagine locali: l’autostrada a pedaggio Roma-Latina.

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato
Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

Un riferimento sinistro sopratutto perché da quando il Consiglio di Stato, con il supporto tecnico di Bankitalia, ha incenerito il prospetto economico-finanziario di un project financing folle, persino i fautori massimi delle veline a mezzo stampa – i politici pontini – hanno dovuto ammettere che qualcosa ormai si è rotto nel miraggio che condanna la Pontina a un rottame di buche e ruote incrinate in attesa di un’opera che da sempre Latina Tu definisce un disastro sotto tutti i punti di vista.

Come non bastasse, perché il rieccolo fa sempre scopa con la politica nostrana, ecco che il centrosinistra di Fondi, per sfidare i pesi massimi Beniamino Maschietto, uomo voluto dal senatore Claudio Fazzone per reiterare la sua piccola repubblica autonoma, e l’ex sindaco Luigi Parisella – quello che si dimise da sindaco così da far saltare la Commissione d’accesso per infiltrazione mafiosa nel Comune di Fondi voluta dal prefetto Frattasi più di dieci anni fa -, schiera un altro personaggio che si ricollega all’autostrada Roma-Latina, anche all’epoca a pedaggio: Raniero De Filippis, ex massimo dirigente regionale “Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative” della Regione Lazio coinvolto in alcune vicende giudiziarie e contabili. La lista “Camminare insieme”, infatti, ha ufficializzato da poco la sua candidatura a sindaco di Fondi come espressione del centrosinistra

Manlio Cerroni
Manlio Cerroni

Assolto nel processo che lo vedeva sul banco degli imputati con il Supremo Manlio Cerroni, per cui nel 2014 fu anche arrestato, De Filippis è stato condannato dai magistrati contabili per due vicende. La prima come commissario liquidatore della XVI comunità montana dei monti Ausoni con sede a Lenola: secondo la procura regionale della Corte dei Conti, De Filippis aveva scelto i concorrenti con un bando “riservato” che ha prodotto “oltre ad un aggravio economico per le casse della disciolta comunità montana per il periodo di dieci giorni, anche il riversarsi di tale personale, attraverso i successivi trasferimenti, sulla Regione Lazio con rilevanti costi effettivi“. Con ciò il candidato a sindaco di Fondi ha “recato alla Regione un danno con efficacia permanente, avendo, con evidenti modalità clientelari – probabilmente legate ad altre responsabilità rimaste nell’ombra – proceduto all’assunzione di personale evidentemente non necessario per poi ricollocarlo in altro settore della Regione“. De Filippis fu condannato nel 2012 (sentenza 357/2012) al pagamento in favore della Regione di 750 mila euro.

La seconda trama, invece, lo ha visto coinvolto come attore non protagonista. Alla fine, però, De Filippis ha pagato più di tutti. Stiamo parlando di Arcea, la società per azioni a capitale pubblico-privato istituita dal Consiglio regionale nel 2002, a cui illuminati amministratori sulla via del cemento affidarono la progettazione e la realizzazione della Roma-Latina.

Piero Marrazzo
Piero Marrazzo

Arcea che avrebbe dovuto costruire e gestire per 30 anni il Corridoio Tirrenico Meridionale (Storace), poi modificato nell’autostrada Roma-Latina e nella bretella autostradale Cisterna–Valmontone (Marrazzo), nacque, come detto, nel 2002, controllata al 51% dalla Regione Lazio, e al 49% da una cordata di imprese private formata dalla società “Autostrade” del gruppo Benetton, dalla Monte dei Paschi Merchant Bank e dal Consorzio 2050: quest’ultima società aveva come principali azionisti la SO.CO.STRA.MO. Srl di Erasmo Cinque (coinvolto insieme all’ex ministro Matteoli e altri nell’affaire Mose), il Consorzio Coop. Costruttori della Lega delle Cooperative, la società di ingegneria Spea (Gruppo Autostrade) e la Ingegneri Associati. La relazione del 2015, redatta dall’allora Procuratore generale della Corte dei Conti Raffaele De Dominicis, rilevava come la Regione aveva sostanzialmente affidato ai soci di minoranza di ARCEA tutte le attività di pianificazione, progettazione, esecuzione e gestione delle due arterie autostradali interessate. Il progetto fu avversato accoratamente dalle popolazioni locali, compresi insospettabili politici, oggi a favore dell’opera, come il segretario provinciale Dem Claudio Moscardelli. Prima la Direzione Generale della Commissione dell’UE e poi l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) riscontrarono che effettivamente la procedura seguita era illegittima

corte-dei-contiFu così che dopo anni di galleggiamento di Arcea, che non fece sostanzialmente un tubo per l’infrastruttura Roma-Latina (nelle varie denominazioni che ha passato nel tempo), l’allora governatore del Lazio Piero Marrazzo la sostituì con la società “Autostrade per il Lazio” il cui capitale sociale (2,2 milioni di euro) era diviso a metà tra la stessa Regione Lazio e l’ANAS. Apriti cielo. A quel punto i soci privati di ARCEA, che invece di essere chiusa da Marrazzo fu lasciata a bagno maria, citarono l’amministrazione regionale per danni, chiedendo di risolvere la questione attraverso il collegio arbitrale previsto dal contratto per i lavori. Anche se l’affidamento era illegittimo, affermò la Corte dei Conti, gli “arbitri” convennero che tutti i progetti scaturiti dalla ri-progettazione valevano ben 40 milioni di euro e per questo l’ente regionale fu condannato a pagare. I giudici contabili vollero vederci chiaro e calcolarono il danno causato alle casse pubbliche in circa 20 milioni di euro a danno della collettività.

Francesco Storace
Francesco Storace

I responsabili furono salvati dalla prescrizione del reato e non hanno dovuto restituire neanche un euro per “aver agito con estrema leggerezza e noncuranza dell’interesse pubblico”. Tutti: dall’ex governatore del Lazio Francesco Storace all’highlander delle acque Raimondo Besson fino a uno dei grand commis del calcio italiano Andrea Abodi. Tutti tranne uno: l’attuale candidato per il centro-sinistra a Fondi, Raniero De Filippis, condannato, e non prescritto a differenza degli altri, a rifondere l’Ente per 600mila Euro, scontati a 430mila che, sommati ai 750mila delle assunzioni alla Comunità montana, fanno in tutto oltre un milione e 180mila euro di danno erariale. Non proprio bruscolini. 

Ovviamente il Partito Democratico che con Fazzone, in provincia, ha sempre e solo scherzato, amoreggiandoci da illo tempore (ci governa insieme in Provincia di Latina), che fa? Si è buttato subito sull’ex funzionario regionale, manco fosse una prelibatezza di Gordon Ramsay e Bruno Barbieri messi insieme, e appoggerà (è sicuro quasi al 100%) Raniero De Filippis con l’intenzione di non contrastare, manco per idea, il candidato di Forza Italia che veleggia sicuro verso il Comune di Fondi in assenza di competitor, nonostante la presa di posizione di coordinatori e militanti leghisti del luogo che si sono visti sbertucciare da Forza Italia ritrovandosi, come fosse un pacco regalo, Beniamino Maschietto.

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