La mozione in Consiglio Comunale a Latina per intitolare una piazza allo squadrista del regime fascista. Interviene l’Associazione nazionale partigiani d’Italia pontina
“Un’altra pagina nera, si vuole scrivere a Latina. Intitolare una piazza allo squadrista nero, tale Camillo Barany Hindard, significa riportare indietro l’orologio al tempo infame del periodo più buio del nostro paese. Egli collaborò al massacro di 500 mila africani colpevoli solo di avere la pelle scura. In quel periodo morirono in Libia ben 8898 soldati, un folle disegno che portò ai territori occupati ed al nostro paese distruzione e morte.
Ricordare quella camicia nera significa arrecare disonore a quanti, civili e militari
sono morti nella lotta contro il nazifascismo, quel nazifascismo che massacrò ben 6 milioni di ebrei correligionari del Barany.
All’indomani della Giornata della Memoria, il gruppo consiliare di FdI del Comune di Latina non conosce vergogna se appoggia la proposta del consigliere Cesare Bruni. Con questo atto si arreca disonore alla Costituzione italiana, realizzata con il sangue di milioni di italiani stanchi della follia nazifascista.
Chiediamo a sua Eccellenza il Prefetto, ai partiti politici del territorio, a tutte le forze sociali di intervenire e fare sentire la propria voce affinché sia ritirata questa mozione. Vogliamo inoltre ricordare che:
Il 25 aprile 2006, il Gonfalone della Provincia di Latina è stato insignito dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: “Territorio di rilevante importanza strategica, dopo l’8 settembre 1943, fu teatro di violenti scontri fra gli opposti schieramenti, subendo devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio, industriale e agricolo.
Oggetto di feroci rappresaglie, deportazioni e barbarie, la fiera popolazione pontina, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, di incrollabile fermezza ed amor patrio. Facciamo che queste parole non diventino vuota retorica ma bensì una barriera contro tutti i nostalgici di questo paese”.
Così, in una nota, Teresa Pampena del Comitato ANPI Provinciale.