Mozione per il riconoscimento dell’isola di Ventotene quale “Capitale ideale d’Europa” presentata nel consiglio comunale di Latina, il no di Fratelli d’Italia
“La mozione presentata dalle opposizioni rientra in una campagna mediatica politica di attacco al Governo Meloni conseguente alla sconfitta subita dalla sinistra nelle elezioni europee che hanno visto il trionfo e rafforzamento del partito popolare e delle destre in tutta Europa.
Il Manifesto di Ventotene è stato usato dalla sinistra escusivamente per piccole polemiche contro il centro destra, peraltri svilendone anche l’importanza e il ruolo svolto. Del resto, proprio il tenore degli interventi in aula dei consiglieri di opposizione, ha confermato senza ombra di dubbio di avere come unico obiettivo l’attacco al Governo e gia per questo la mozione non era accoglibile; Anche nel merito la mozione non poteva avere il nostro favore.
Negli ultimi anni si è cercato di accreditare il Manifesto di Ventotene come il fondamento dell’Unione Europea, attribuendogli un ruolo centrale nella costruzione del progetto europeo. Questa lettura è però contrapposta a chi sottolinea un’altra eredità culturale e spirituale dell’Europa, radicata nella tradizione cristiana e nel pensiero di San Benedetto da Norcia.
Infatti, per verità storica, l’Europa non nasce dall’utopia federalista di Altiero Spinelli, ma dall’opera di statisti come Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman, che si ispirarono alle comuni radici cristiane del continente. Subiaco, dove San Benedetto formulò la sua Regola, viene quindi indicato come il vero punto di origine della civiltà europea, fondata sul principio di sussidiarietà e sul rispetto delle identità nazionali, in contrasto con l’idea di un’Europa centralizzata e sovranazionale.
Il Manifesto di Ventotene, scritto in un contesto di confinamento sotto il fascismo, aveva un’impronta socialista e marxista, con elementi elitari e antidemocratici, proponendo un’Unione Europea come primo passo verso una federazione mondiale priva di confini e differenze culturali. Questa impostazione, vista come una forzatura storica, contrasta con la visione di un’Europa comunitaria e confederale, incentrata sulla persona, sulle libertà e sulle tradizioni cristiane, valori richiamati anche da Papa Francesco nel sottolineare l’importanza di un’Unione che sia prima di tutto una “comunità di popoli”. L’alternativa, dunque, non è tra europeismo e nazionalismo, ma tra un’Europa costruita su un’identità condivisa e il modello tecnocratico e globalista proposto dal pensiero di Ventotene.
Il progetto europeo, negli anni, ha smarrito molte delle sue promesse. Da strumento di cooperazione tra Stati liberi, si è trasformato in un apparato burocratico, che tende a omologare piuttosto che valorizzare le differenze.
Noi crediamo sia importante la cooperazione e l’integrazioe tra Stati da fondare sul rispetto reciproco e sull’autonomia. Collaborare non significa annullare la propria identità nazionale.
Significa sedersi a un tavolo con pari dignità, portando il proprio contributo, difendendo i propri interessi legittimi.
E invece, troppo spesso, abbiamo visto decisioni prese a Bruxelles e imposte all’Italia senza ascolto né rispetto. Decisioni che hanno penalizzato il nostro sistema produttivo, le nostre famiglie, la nostra agricoltura, il nostro diritto a controllare chi entra e chi esce dal Paese.
Un simbolo dell’originaria identità comune si ritrova nella bandiera dell’Unione Europea, adottata ufficialmente nel 1985.
Una simbologia che rafforza l’idea di un’Europa unita non da un’uniformità imposta, ma da una comunità di popoli che condividono valori e un patrimonio spirituale comune. Lontana dall’impostazione tecnocratica e centralizzatrice, l’Europa nata dal pensiero cristiano si fonda su libertà, identità e sussidiarietà, principi che hanno reso possibile la sua crescita nel corso dei secoli e che dovrebbero restare il pilastro della sua unità anche oggi”.
Così, in una nota, Fratelli d’Italia Latina.