La lettera aperta di un pendolare laziale indirizzata all’Assessore alla Mobilità e Trasporti del Lazio Fabrizio Ghera, al direttore regionale infrastrutture e mobilità Filippo Biasi, al Direttore della Direzione Regionale Lazio di Trenitalia Fausto Del Rosso e al Direttore Circolazione RFI Daniele Moretti
“Vi disturbo per chiedervi (ingenuamente) – scrive la pendolare Rosalba Rizzuto – una pubblica assunzione di responsabilità delle conseguenze delle vostre scelte di governance e gestione di un servizio pubblico universale sul pubblico che ne usufruisce.
Vorrei, con la presente, solo concentrarmi sulla assoluta mancanza di rispetto per “gli utenti” del servizio ferroviario, inascoltati, ignorati, calpestati, piuttosto che serviti nel rispetto delle leggi italiane ed europee.
Avete sentito parlare di quel Reg. CE 1370/2007 che, al punto 9, statuisce che il servizio vada organizzato nel modo più rispondente alle esigenze del pubblico?
O di quel DPR 753/1980, che con l’art. 6 dispone che “Le aziende esercenti ferrovie devono essere provviste dei mezzi necessari per assicurare l’espletamento del servizio e che con l’art.12 impone che “L’orario e la composizione dei treni nonché l’orario o il numero delle corse degli altri mezzi di trasporto siano stabiliti in relazione alle esigenze del traffico in modo che il servizio sia adeguato alla normale affluenza di viaggiatori, prevedendo che le aziende esercenti adottino tutte le possibili misure per fronteggiare le maggiori esigenze del traffico in determinati periodi o in eccezionali circostanze.”?
Fare tagli è per voi assicurare l’espletamento del servizio o organizzare il servizio in funzione della normale affluenza, visto che non pochi dei treni sulla nostra linea sono sempre sovraffollati?
Senza dilungarmi troppo sui suddetti tagli del servizio avvenuti nel corso degli anni, – che appaiono vòlti ad aumentare i profitti delle SPA, a fronte dei mancati investimenti, che hanno prodotto ricadute in termini di: privazione di fermate lungo le tratte, eliminazione di treni serali, abolizione del personale di terra, rimozione di adeguamento offerta alla domanda, eliminazione servizi igienici in stazione, assenza di sicurezza sui treni sovraffollati, eliminazione fontanelle nelle stazioni, scomparsa servizio recupero oggetti smarriti, incapacità di gestione delle continue interruzioni di servizio…, il tutto confortato dalla assoluta subalternità della Regione Lazio a RFI e la completa mancanza, all’interno dell’assessorato, di competenze specifiche, – vorrei stimolarvi una riflessione sulle ultime emergenze da voi prodotte sul servizio universale, ormai al collasso.
Secondo voi, privare per mesi le linee regionali del servizio ferroviario per “adeguamenti” programmati, ricorrendo a bus sostitutivi, è compatibile con la fruizione del servizio stesso, nella maggior parte dei casi pagato con un anno di anticipo, o è un danno economico ed esistenziale?
Secondo voi, pensare di concentrare gli utenti di un treno da 1300 posti su un bus sostitutivo da 40 posti non sembra folle, se non criminale? Ridurre, poi, due treni serali ad un bus sostitutivo, per chi non può permettersi di recarsi a lavoro con auto propria, non potrebbe essere percepito come abuso di potere e violazione del diritto costituzionale alla libera circolazione?
Alla luce di queste scelte, così lontane dalle indicazioni del sopra citato Regolamento Europeo, atteso che, come effetto finale, producono un disincentivo per il pubblico a prendere il treno, con la stessa perversa modalità con cui avete soppresso decine di linee secondarie per “bassa frequentazione”, queste scelte si trasformeranno, per chi potrà (e non senza creare disuguaglianze sociali) in un incentivo al ricorso al mezzo privato per il pendolarismo!
Aggiungo che, a fronte di sete di nuove linee ferroviarie per poter sottrarsi alle morse mortali del traffico su strade come la Pontina, Regione Lazio e Governo optano da oltre 20 anni per una autostrada a pagamento, per la gioia di cordate private di dubbia etica, e danno pubblico, ambientale, sociale ed erariale conclamato.
Dovreste sapere meglio di noi che lo sviluppo del trasporto ferroviario serve proprio agli scopi che tanto decantate ad ogni intervista, campagna elettorale o comunicato politico, come l’abbattimento dell’inquinamento, la riduzione del traffico su gomma e con esso la riduzione di incidenti, di spese mediche e assicurative e di smaltimento di olii, gomme, rottami, ecc.
Palesemente, salta all’occhio una politica dei trasporti in totale contrasto con gli obiettivi comunitari di transizione ecologica, di green deal, di riduzione delle emissioni …. ma anche con tutti i proclami preelettorali”.