Corruzione e concussione all’insegna di una relazione extraconiugale: è questa, in sintesi, l’ipotesi dei sostituti procuratori della Procura di Roma Paolo Ielo e Nunzia D’Elia culminata negli arresti domiciliari dell’imprenditore dei rifiuti Valter Lozza e della Dirigente “Politiche ambientali e Ciclo dei Rifiuti” Flaminia Tosini. L’ordinanza che ha disposto le misure cautelari è stata firmata dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma Annalisa Marzano
C’è anche la turbata libertà di procedimento di scelta del contraente contestata nell’inchiesta che ha svelato un mondo a metà tra interessi e legami sentimentali intrecciati tra la Dirigente Tosini e l’imprenditore Valter Lozza. Non solo rifiuti, però. C’è un passaggio in cui il Gip, nell’ordinanza, evidenzia tutto il mondo imprenditoriale di Lozza.
“Le indagini hanno dimostrato che la Dirigente non solo si muoveva in ogni settore per avvantaggiare gli interessi privati di Lozza, ma devolveva le proprie conoscenze tecniche e professionali in favore delle attività imprenditoriali dell’imprenditore con il quale ne condivideva gli utili. Le risultanze investigative raccolte nella informativa finale del 11 novembre 2020 hanno offerto un quadro probatorio di sicura rilevanza e gravità che vede Tosini dedicarsi alla predisposizione “su misura” di provvedimenti amministrativi idonei ad avvantaggiare le società comunque riconducibili al Lozza, non soltanto strettamente connesse al settore dei rifiuti, ma anche quelle destinate ad esempio alla carta stampata, e ciò con l’intento pacifico di conseguire innumerevoli vantaggi, sia diretti che indiretti. Le intercettazioni, numerose e convergenti, hanno svelato quanto fosse generoso Lozza nei confronti della Tosini alla quale riservava periodici regali ingente valore (ndr: borse Cartier e gioielli) e uno stile di vita certamente elevato non consono alle possibilità economiche del pubblico funzionario: il Lozza ad esempio copriva le spese di viaggi lussuosi che Tosini periodicamente faceva anche senza la sua compagnia. Sicché, gli interessi dell’indagata coincidevano con quelli dell’amico imprenditore giacché dalla sua espansione economica e finanziaria ne avrebbe comunque tratto beneficio, sia attraverso i regali dispendiosi di cui era periodicamente beneficiaria, sia negli utili conseguiti da Lozza il quale non mancava mai di ricordarne la piacevole e gioiosa “condivisione“.
Non un particolare di poco conto se si considera che viene dato spazio ai rapporti che intercorrono tra la stessa Dirigente Flaminia Tosini e Massimo Pizzuti (non indagato), ossia il Direttore generale del quotidiano Ciociaria Oggi (come noto Lozza è titolare della concessionaria pubblicitaria Iniziative Editoriali per Latina Oggi, Ciociaria Oggi e Il Romanista), che discorrono di alcuni spot pubblicitari in riferimento all’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, che poteva tornare utile. Pizzuti spiega alla Tosini come funziona la pubblicità.
Flaminia Tosini: A voi in genere chi ve li da questi, cioè passate tramite questa…società intermedia?
Massimo Pizzuti: A noi però…per noi è..è il rapporto che abbiamo qui con la Regione, è abbastanza…perché loro ci dicono quant’è il budget annuo, cento, centocinquantamila euro? Allora vi arrivano diciottomila euro per questa campagna, ventimila euro per questo, trentamila euro per questo, e di solito loro riescono a orientare tranquillamente l’agenzia…Vogliamo Ciociaria Oggi, Latina Oggi, il sito e la cosa, tre uscite per questo, quattro uscite per quell’altro, però loro hanno il problema che sono tutti argomenti tutti, tutte creatività diverse, noi per esempio in questa…la settimana scorsa abbiamo fatto….i provvedimenti che hanno fatto per…il covid no? Tutte queste cose qui…però avevano già..l’agenzia ci manda la creatività
pronta, ci manda tutto pronto e noi pubblichiamo e basta…“
LA NUOVA DISCARICA DI ROMA – Al di là del passaggio sul mondo dell’informazione, l’inchiesta, come noto, ruota attorno alla cosiddetta nuova discarica di Roma, quella di Monte Carnevale, scelta anche dalla Giunta Raggi che però risulta totalmente estranea all’indagine. Il capogruppo capitolino del Movimento 5 Stelle nel Consiglio Comunale, Giuliano Pacetti, ascoltato come persone informata sui fatti, si comprende il ragionamento della maggioranza pentastellata che il 31 dicembre tra le polemiche, anche interne, aveva dato il via libera a Monte Carnevale: “la volumetria disponibile della Ngr (ndr: la società di Lozza) era indicata come la più ampia tra tutti i siti disponibili, essendo indicata come 1.578.442 metri cubi” mentre “gli altri siti erano tutti molto più piccoli e quindi abbiamo ritenuto di optare per una scelta che potesse risolvere il problema a lungo termine”.
“La Giunta capitolina – si legge nell’ordinanza – il 31 dicembre 2019 individuava il sito di Monte Carnevale come idoneo alla realizzazione della nuova discarica di Roma in vista della imminente chiusura di quella di Colleferro”. Ciò “spiegava la scelta del sito di Monte Carnevale da destinare allo smaltimento dei rifiuti” poiché “lo stesso era stato già destinato a discarica di inerti con autorizzazione rilasciata il 27.12.2019 dalla Regione Lazio, in favore della Ngr srl”.
Tosini che aveva firmato l’autorizzazione così si rivolgeva a Lozza: “Tu non ti rendi conto di quante cose faccio e disfaccio senza che te lo dico?”
“Ti posso autorizzare quello che ti pare… fatti venire in mente qualcosa”.
Ecco perché è la stessa Tosini, secondo gli inquirenti, a suggerire all’imprenditore romano di “presentare l’istanza limitatamente a una vasca di trattamento di 75.000 metri cubi” così da “evitare il più gravoso procedimento di verifica di impatto ambientale”
Il reato di concussione viene contestato a Flaminia Tosini perché lei stessa, dopo aver autorizzato l’impianto riconducibile alla società New Green Roma srl appartenuto, ab origine, a Daniele Piacentini, sarebbe “intervenuta in una situazione di stallo delle trattative attraverso la rappresentazione a Daniele Piacentini, amministratore della Ngr srl, del potere dell’amministrazione regionale di procedere alla espropriazione dell’area” costringendolo “a cedere il 70% delle quote di essa a Valter Lozza”. Il quale effettivamente ha ottenuto a febbraio 2020 la disponibilità della nuova discarica di Roma.
Le parole del Gip Marzano sono pietre.
“Il quadro probatorio raccolto nel corso delle indagini svolte ha svelato con sconcerto che il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio è illecitamente monitorato e governato da Flaminia Tosini”, la quale “nella qualità di direttore regionale della direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all’interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell’ambiente, destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi privati di Valter Lozza“.
E quale sarebbe il corrispettivo per la Procura capitolina? “La corruzione…avrebbe una portata più ampia di quella descritta dal pm con riguardo alla individuazione delle utilità conseguiti dalla Tosini per il totale asservimento delle sue funzioni pubbliche agli interessi privati di Lozza. Si ritiene infatti che i regali di ingente valore (borse di Prada e bracciali di Cartier, viaggi di piacere) descritti nella imputazione, corrispondano alle utilità immediate e dirette percepite dall’indagata a fronte delle illecite azioni amministrative, ma che rappresentano la manifestazione esterna e palpabile dell’indebito arricchimento di Lozza con il quale la Tosini condivideva gli interessi delle società coinvolte dalle determinazioni regionali“.
La gip ritiene che quello intercorso tra Tosini e Lozza sia “un meccanismo criminoso, ben collaudato, estremamente pericoloso e pregiudizievole sia per la corretta e trasparente individuazione di un sito idoneo alla destinazione dei rifiuti solidi urbani della Capitale, che nella complessiva gestione degli interessi inerenti la gestione delle attività dedite allo smaltimento dei rifiuti e alla gestione delle discariche”.
“L’intero dipartimento della Regione Lazio, cruciale per la salvaguardia dell’interesse ambientale del territorio laziale, a causa delle condotte illecite poste in essere dalla sua dirigente, Flaminia Tosini, è stato totalmente ripiegato sugli interessi privati di Valter Lozza“. Secondo il gip. Tosini “pur ricoprendo un incarico piuttosto delicato, con una straordinaria astuzia e inconsueta disinvoltura, ha manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale e lo faceva ricorrendo ad indebite scorciatoie“. E “non contenta, orientava le determinazioni regionali – in tema di rifiuti – agli interessi dell’amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca: nel primo caso assicurando a Lozza l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Civitavecchia e nel secondo caso riuscendo a manipolare le determinazioni di altri organi dello Stato (la Presidenza del Consiglio dei ministri) assicurando a Lozza la conferma dell’innalzamento della quota della discarica di Roccasecca (a mt 16,70 come stabiliti originariamente dalla Regione Lazio)“.
TOSINI DICEVA ALL’AMICA DI ESSERE IN GRADO DI EVITARE LE INTERCETTAZIONI DEGLI INQUIRENTI – Lo strumento per ovviare alle indagini perché “se lo sapevano – riferendosi a possibili investigatori – già mi avevano arrestato” erano le mail anonime: “talmente anonime che non si sa da chi vengono e dove vanno“. Così avrebbero sempre comunicato l’imprenditore Lozza e la Dirigente Tosini che, secondo gli inquirenti, in ragione del legame sentimentale, si sarebbe dovuta astenere per le normative sul conflitto d’interessi.
Ma Tosini non aveva fatto i conti col Trojan inserito nel suo cellulare dagli investigatori che, in questo modo, hanno captato molte delle sue conversazioni. “Mo’ le cancelliamo tutte…queste so’ le email di due giorni…perché ci scriviamo la mattina a sera, lui non lo apre dal telefono…pure lui come me, apre da un altro dispositivo che non è riportabile a lui… capisci? Non c’e’ traccia che siamo io e lui… Poi io ogni tanto cancello tutto…si cancella sia di qua che di la’…si cancella da tutte le parti, se cancelli sparisce ovunque“.
LE POLEMICHE POLITICHE – “Sono stata “massacrata” per cinque anni e ho subito ogni tipo di accusa solo perché mi opponevo al modello di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, ma alla fine avevo ragione. Oggi la Procura ha disposto due arresti in merito all’apertura della discarica di Monte Carnevale all’interno del territorio di Roma. Ora Zingaretti ritiri il proprio Piano Regionale dei Rifiuti che impone l’apertura di discariche a Roma, una scelta che noi romani abbiamo dovuto subire. Vi racconto quello che è accaduto in queste ore. La magistratura ha fatto luce sulla gestione dei rifiuti nella Regione Lazio: evidenzierebbe un inquietante quadro di corruzione. Gli accusati avrebbero “manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale, ricorrendo ad indebite scorciatoie”. Non esprimo alcun giudizio sugli indagati, innocenti fino a prova contraria, ma è evidente che ci siano delle gravi responsabilità politiche della Regione Lazio. Che quel piano fosse sbagliato l’ho detto in tutti i modi, ma in tanti hanno fatto orecchie da mercante. Io, dal mio canto, avvierò la revoca per la realizzazione della discarica di Monte Carnevale. La nuova maggioranza in Regione Lazio ha la possibilità ed il dovere di intervenire, rivedendo la assurda decisione di obbligare Roma ad avere una discarica sul proprio territorio. Ecco come si è arrivati alla discarica di Monte Carnevale: il 31 dicembre del 2019 Roma Capitale è stata, di fatto, costretta ad indicarla come sito idoneo. Una imposizione del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti del Lazio. Sono stata attaccata per anni ma la verità sta finalmente venendo fuori. Io volevo soltanto difendere la mia città dalla mala gestione che per decenni ha privato Roma e i miei cittadini di un normale sistema di gestione del ciclo dei rifiuti. Hanno dato alle fiamme uno dei due impianti di proprietà di Roma Capitale per il trattamento dei rifiuti urbani, hanno tentato di mandare in fiamme anche il secondo, hanno distrutto migliaia di cassonetti. Eppure non si è alzata alcuna voce a difesa di Roma e della sua amministrazione. Intanto, noi abbiamo rimesso in regola anche i conti dell’Ama, la società che raccoglie i rifiuti in città: abbiamo trovato un buco per 250 milioni di euro. Anche in questo caso silenzio. Lo dico ai romani: è il momento di alzare la voce. Basta! Siamo stanchi di subire. A breve si vota. Chi si candida a Roma abbia il coraggio di disconoscere l’operato di Zingaretti e dica chiaramente che non vuole una discarica a Roma. Io non ho problemi a dirlo“. Così, in post pubblicato su Facebook, il sindaco di Roma Virginia Raggi.
“L’inchiesta giudiziaria che riguarda la direttrice regionale Flaminia Tosini e l’imprenditore Valter Lozza non ha nulla a che vedere con il Piano regionale sui Rifiuti, mentre il sito di Monte Carnevale è stato esclusivamente scelto dal Campidoglio attraverso una delibera di Giunta comunale approvata il 31 dicembre 2019. Il Piano Rifiuti, infatti, ribadisce la necessità dell’Ambito territoriale ottimale della Città metropolitana di Roma e delle altre province del Lazio di dotarsi dei siti di lavorazione necessari per la corretta gestione dell’intero ciclo dei rifiuti” dichiara Massimiliano Valeriani, assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti.
“Senza impianti adeguati non è possibile garantire la funzionalità del sistema e spesso si è costretti a conferire i propri scarti in altre regioni o in Paesi esteri. In particolare, è evidente che la città di Roma lamenti una carenza impiantistica, che ha generato ripetute crisi nella gestione dei rifiuti capitolini con la conseguente necessità di trasportarli fuori dal Comune per le operazioni di trattamento e smaltimento con costi economici e ambientali molto elevati. Negli ultimi anni il problema di Roma si è amplificato a seguito dei disastri amministrativi di Ama e del flop della raccolta differenziata”.
“La sindaca Raggi – conclude Valeriani – continua nella sua sterile polemica, ma il problema non sono gli impianti, senza i quali non sarebbe possibile garantire il corretto funzionamento del ciclo dei rifiuti. Resta fondamentale pertanto individuare un sito per lo smaltimento dei rifiuti capitolini”.