LA DIA RILASCIA CONFERMA LA MAPPA MAFIOSA PONTINA: DAI CLAN ROM AI BARDELLINO

È stata pubblicata la Relazione sull’attività svolta e risulta conseguiti nel primo semestre del 2023 dalla Direzione Investigativa Antimafia, presentata dal Ministro dell’Interno, e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del I semestre del 2023.

L’elaborato, rispetto alle versioni precedenti, è stato innovato nella struttura al fine di renderlo maggiormente fruibile alla lettura e consentire una più immediata e veloce consultazione. Nella medesima direzione è stata realizzata un’altra importante innovazione inserendo, a fianco della Relazione, anche una “Sintesi”, volta a cogliere in modo speditivo le linee essenziali del lavoro, lasciando comunque la possibilità di approfondire gli aspetti di dettaglio nella versione completa.

Ecco di seguito l’estratto sulla provincia di Latina.

Le organizzazioni criminali operanti in provincia di Latina hanno connotato nel tempo questo territorio assimilandolo per caratteristiche, seppur in scala minore, a quello della Capitale.
Anche qui, infatti, le numerose proiezioni delle mafie tradizionali hanno condotto alla ricerca di un sostanziale equilibrio con le ben radicate formazioni delinquenziali autoctone, caratterizzate da spiccata autonomia, notevole caratura criminale e capacità di influire in modo determinante sul tessuto socio-economico locale. Fra le svariate attività illecite spiccano lo spaccio di stupefacenti, la detenzione abusiva di armi, i reati ambientali, il riciclaggio, l’usura e le estorsioni. Nell’ambito dell’economia legale sono state riscontrate attività di illecita gestione e smaltimento dei rifiuti, forme di sfruttamento lavorativo soprattutto nei confronti di manovalanza di origine straniera, non di rado coinvolta anche nel compimento di attività illecite76.

Nell’ottobre 2022, a riprova dell’interesse della criminalità nel settore dei rifiuti, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento77 di sequestro finalizzato alla confisca emesso dal Tribunale di Roma, per un valore complessivo di 10 milioni di euro, a carico di imprenditori attivi nel settore immobiliare e in quello della gestione dei rifiuti, coinvolti nell’operazione “Dark Side” 78, anch’essa condotta dalla Polizia di Stato, che aveva documentato le condotte illecite poste in essere da un sodalizio dedito all’illecito smaltimento dei rifiuti, responsabile di numerosi sversamenti abusivi anche di sostanze tossiche, nell’area tra Latina e Aprilia. Fra i principali reati contestati figurano il traffico illecito continuato di rifiuti, la realizzazione di una discarica non autorizzata in una zona di Aprilia, la gestione di rifiuti non autorizzata e l’inquinamento ambientale.

L’area di Gaeta, Formia, Minturno, e in genere tutto il basso litorale laziale, risente della presenza delle organizzazioni crminali di matrice campana, e in particolare dei BARDELLINO e dei CASALESI.
Anche le complesse operazioni di riciclaggio poste in essere dal clan MOCCIA hanno talvolta coinvolto e sfruttato aziende operanti nel capoluogo pontino, mentre gli interessi in quest’area dei MALLARDO e DI LAURO hanno privilegiato il settore degli investimenti immobiliari.

Impaginato Semestrale 1 2023.indd

Il clan GAGLIARDI-FRAGNOLI, originario della confinante Mondragone (CE), già in passato avrebbe esteso la propria influenza alle limitrofe zone del basso Lazio, come anche il gruppo D’ALTERIO81, contiguo a contesti criminali sia di matrice campana che autoctoni, noto per i reiterati tentativi di interferenza nella gestione del mercato ortofrutticolo di Fondi (LT), considerato fra i centri agroalimentari più grandi d’Europa.

Il 9 marzo 2023 la Polizia di Stato di Cassino (FR) ha tratto in arresto82 per estorsione due soggetti, originari della provincia di Napoli e residenti nei Comuni del basso Lazio, i quali avrebbero esercitato continue pressioni e illegittime pretese in danno di un imprenditore facendo ricorso a messaggi fortemente intimidatori, vantando asseriti legami con il clan BARDELLINO, conosciuto in quel contesto locale dalle cronache giudiziarie anche per gli interessi illeciti su quel territorio e in particolare per l’influenza esercitata nelle zone di Formia e Gaeta.

Con riferimento ai sodalizi di matrice ‘ndranghetista, le note inchieste “Propaggine” e “Tritone”83 hanno confermato gli interessi in quest’area delle ‘ndrine ALVARO e CARZO, come documentato dalla presenza nell’hinterland di Latina ed Aprilia (LT) di due soggetti, entrambi originari della provincia reggina, colpiti da provvedimento restrittivo84.
Si registrerebbero, inoltre, gli interessi delle cosche TRIPODO-ROMEO, LA ROSA, BELLOCCO e COMMISSO, le quali sono alla continua ricerca di strategiche forme di collaborazione con gruppi criminali autoctoni.

La convergenza di interessi fra mafie tradizionali e gruppi autoctoni quali i DI SILVIO, CIARELLI e TRAVALI, crea in quest’area una peculiare fenomenologia criminale nella quale le consorterie locali continuerebbero a mantenere un ruolo sempre più centrale. Il forte impatto della criminalità organizzata sul contesto socio-economico della provincia di Latina era chiaramente emerso già all’esito delle operazioni “Alba Pontina” e “Alba Pontina 2”, che contestando l’aggravante del metodo mafioso, avrebbero ricostruito le svariate attività illecite poste in essere con metodi intimidatori dal gruppo DI SILVIO-TRAVALI.

Impaginato Semestrale 1 2023.indd

Infine, il 25 gennaio 2023 il Tribunale di Roma ha inflitto condanne per complessivi 160 anni di reclusione85 a carico di 19 imputati che avevano optato per il rito abbreviato, riconoscendo nuovamente per il clan DI SILVIO la sussistenza dei requisiti tipici dell’associazione mafiosa. Il processo era scaturito da un’altra articolata attività di polizia giudiziaria coordinata dalla locale DDA e conclusa dalla Polizia di Stato nell’ottobre 2021, denominata “Scarface”, che aveva consentito di trarre in arresto 33 soggetti86, partecipi o contigui al clan DI SILVIO. Anche in questo caso è stata acclarata l’esistenza di un’organizzazione su base familiare, radicata a Latina e operante su una vasta area del territorio pontino, che aveva imposto condizioni di assoggettamento e omertà quali dirette conseguenze della forte intimidazione derivante dal vincolo associativo.

Articolo precedente

TRASPARENZA ALL’EX BANCA D’ITALIA, CONTINUANO LE POLEMICHE

Articolo successivo

SAN FELICE CIRCEO, SINDACO VIETA DI GIRARE PER STRADA IN COSTUME DA BAGNO

Ultime da Cronaca