È uscita il 3 maggio scorso la sentenza del Tar del Lazio, sezione staccata di Latina, che accoglie il ricorso di una delle società cooperative di mitilicoltura di Gaeta, assistita dagli avvocati Alfredo Zaza D’Aulisio e Jessica Quatrale, annullando definitivamente la nota del Comune di Formia del 19 dicembre 2022.
In quella nota, il Demanio Marittimo del Comune di Formia ingiungeva alla coop la rimozione, tramite sgombero, dell’impianto di miticoltura e il pagamento delle indennità di occupazione abusiva per la somma di oltre 10mila euro, ritenendo scaduta la concessione ottenuta dalla stessa coop il 30 luglio del 2009.
A costituirsi in giudizio sia il Comune di Formia che il Ministero dell’Ambiente. Non pervenuta la Regione Lazio che, ad agosto 2019 e novembre 2022, tramite due distinte determine, ha escluso che gli impianti di miticoltura ubicati nell’area sensibile del Golfo di Gaeta avessero capacità inquinante. Secondo i ricorrente, anche l’Unife, la Fao e l’Ispra, “a seguito di approfonditi studi”, hanno escluso che gli impianti potessero costituire fattore inquinante.
Inoltre, i ricorrenti lamentavano nei confronti del Comune di Formia la negazione della proroga della propria concessione.
Lo scorso 27 marzo, il Tar di Latina ha accolto l’istanza cautelare della cooperativa gaetana in vista dell’udienza di merito dove i ricorrenti hanno depositato una memoria, richiamando la delibera regionale del 14 novembre 2023, voluta dall’assessore della Giunta Rocca, la pontina di Itri Elena Palazzo (Fratelli d’Italia).
Una delibera che modificava la delibera regionale del 2010 – la numero 116 -, ossia quella su cui si basava la nota del Comune di Formia impugnata dai ricorrenti per l’annullamento. Tale delibera, quella del 2023, disponeva la soppressione dei “riferimenti agli impianti di molluschicoltura, agli impianti di miticoltura e alla attività di miticoltura”, limitando la delocalizzazione ai soli impianti di piscicoltura siti nel Golfo e quindi escludendo dalla stessa area tutti gli impianti di miticoltura e molluschicoltura.
Peraltro, il Comune di Formia non si è difeso come avrebbe potuto. Infatti, il legale dell’ente, Sabina Agresti ha comunicato le proprie dimissioni, pur dichiarandosi disponibile a proseguire con il patrocinio dei giudizi pendenti. A tale dichiarazione di disponibilità, l’avvocato Agresti non ha ricevuto nessun riscontro dal Comune di Formia.
Alla fine il Tar ha dato ragione alla ricorrente, sia sul fronte della proroga della concessione, sia si quello dell’area sensibile di Gaeta. Determinate, come fa notare la consigliera comunale d’opposizione, a Formia, Paola Villa, la delibera voluta dall’assessore regionale Elena Palazzo.
“Il Tar – spiega Villa – nello scrivere la sentenza è chiaro: “la delibera di giunta regionale n.718 del 14 novembre 2023 ha modificato il contenuto del DGR n. 116/2010”.
Cioè la delibera dell’assessore regionale di fratelli d’Italia, Elena Palazzo ha modificato radiclamente la delibera di istituzione dell’Area Sensibile del Golfo di Gaeta, la n. 116 del febbraio 2010. Infatti la delibera dell’assessore Palazzo “disponendo la soppressione dei riferimenti agli impianti di molluschicoltura e alle attività di mitilicoltura…sostanzialmente limitando la prevista delocalizzazione ai soli impianti di piscicoltura siti nel golfo di Gaeta e dunque escludendo dalla stessa tutti gli impianti di miticoltura” modifica totalmente il destino del nostro Golfo”.
“Questa sentenza – prosegue Villa – mette una pietra tombale sulla possibilità che il nostro Golfo possa vedere libere le centinaia di metri quadrati di acque occupate dai filari di mitili. Neanche un mese fa l’assessore Palazzo, insieme a tanti altri politici, ministri, sottosegretari, imprenditori e associazioni di categoria sfilavano a Villa Irlanda parlando di “Blue Economy”, affollando il solito evento di facciata, che “muove” l’economia, ma non certo quella di questo golfo”.
“Chiediamo al Comune di Formia: si dovrà continuare a costituirsi come parte civile nei processi come quello “retini alla deriva” del 2019? Verranno regolamentati seriamente questi allevamenti? Conoscendone realmente tutte le caratteristiche di concessione e rendendole pubbliche?”.
“Nel frattempo – conclude Villa – questa sentenza fa storia e sancisce definitivamente che i retini, le boe, le cassette di polistirolo e tutto quanto riguardi gli allevamenti di cozze fanno e continueranno a far parte del golfo di Gaeta e della nostra vita”.