ITRI. LA PROPOSTA: SOLINAS E PECCHIA APOSTOLI DELLA PACE

Solinas Rino e la stretta di mano del 5 ottobre (1)
Rino Solinas e la stretta di mano del 5 ottobre
Scritto e a cura di Orazio Ruggieri
 
ITRI – È passato un mese da quello storico 5 ottobre quando, a Itri, dove, 108 anni prima, nel mese di luglio, venne scritta una pagina squallida e dolorosa che ha macchiato, per oltre un secolo, la storia di una gente pur tanto laboriosa e onesta, si è posta la parola fine al clima di comprensibile diffidenza nutrita da molti parenti, conoscenti e conterranei delle vittime verso gli efferati distributori di morte agli operai sardi, vessati e sfruttati da una classe dominante, sia economica che politica, che li gettò nelle miserande viscere del monte che doveva essere traforato per consentire il passaggio della nascente linea ferroviaria Roma-Napoli, via Formia.
 
Pino Pecchia
Pino Pecchia
Quel meraviglioso primo sabato di ottobre assistette alla conclamata disponibilità dei Sardi, intervenuti a Itri in rappresentanza del popolo isolano, e delle massime istituzioni locali, di cogliere il significato di quei tremendi giorni di sangue per far partire, dopo la storica riconciliazione, un comune percorso di concordia e di feconda operosità sinergica tra la gente di Sardegna e i conterranei di Michele Pezza, alias Fra’ Diavolo.
E ci fu, in quella serata che definire storica è forse piuttosto riduttivo, quella stretta di mano tra Rino Solinas, autore del capolavoro narrativo “Le campane suonarono a stormo”, e Giuseppe (Pino) Pecchia, versatile studioso dagli interessi culturali poliedrici, autentici protagonisti della palingenesi rigeneratrice del rapporto tra due comunità che mani efferate “dagli intenti deviati” avevano voluto dividere per oltre cento anni.
E se il palmo della mano di Solinas manifestava quel tremore tipico della commozione che sfugge al razionale controllo che la mente esercita abitualmente sulle emozioni forti, altrettanto le corde del cuore di Pecchia, caparbio e instancabile regista  di questo capolavoro di pace, non sfuggivano alle regole dello sbando aritmico.
 
In quella fatidica sera ci fu, poi, il “colpo a sorpresa”, da molti indicato come coup de théâtre, quello che non era previsto su nessuna scaletta del palinsesto pure messo a punto con teutonica precisione, lontano parente di quel “deus ex machina” che i classici solevano inserire nel protocollo recitante delle tragedie greche o latine.
Rosa Corretti
Rosa Corretti
La dott. ssa Rosa Corretti, generale medico della Polizia di Stato in pensione, attualmente presidente dell’Associazione Archeologica Ytri che ha recitato un importantissimo ruolo nel cerimoniale dell’accoglienza a Itri e dello scambio delle testimonianze culturali tra le due comunità, strappando letteralmente di mano il microfono al conduttore pur con fare e con un intento garbatissimo e giustificato, colse nettamente di sorpresa l’oceanica platea e, in primis, lo stesso Giuseppe (Pino) Pecchia. Srotolando un comunicato racchiuso in un foglio a forma protocollarmente cilindrica, lesse la motivazione contenente il conferimento, da parte dell’unanime parere favorevole del Comitato Direttivo dell’Associazione Archeologica Ytri, all’apostolo della Pace, <Pino> Pecchia, il quale, solitamente brillante anche nell’improvvisare saluti e interventi in qualsiasi occasione pubblica, rimase, per la commozione, bloccato e visibilmente commosso.
Ora, a distanza di un mese, si moltiplicano sui siti e sugli organi di informazione gli inviti, da parte di tante e variegate fasce sociali della gente di Itri, a sollecitare il comune o altre strutture istituzionali a dare vita una giornata dell’impegno per la pace (quella messa concretamente in atto e non solo strillata ad usum delphini) affinché sia Rino Solinas, sia Giuseppe (Pino) Pecchia vengano insigniti dell’attestato di “apostoli della Pace”. Staremo a vedere!
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