Avrebbe dovuto realizzare tre isole ecologiche, ora il Comune di Latina dovrà risarcirlo per via di un decreto ingiuntivo
È quanto successo all’ingegner Antonio Esposito che ha finito per andare a carte bollate con il Comune di Latina che, ora, si vede riconoscere, per via di un decreto ingiuntivo, la cifra di 4.657 euro.
Le isole ecologiche interrate sono, in sostanza, contenitori per la raccolta dei principali rifiuti prodotti in ambito urbano, dotati di una capacità di raccolta spesso superiore a quella degli odiati cassonetti su strada. Quelli realizzati al Comune di Rimini hanno una capacità di 5 metri cubi per carta, plastica e indifferenziata e di 3 metri cubi per organico e vetro, contro rispettivamente 1,7 metri cubi e 0,36 metri cubi dei normali contenitori. La maggiore capacità consente anche una riduzione dei passaggi dei mezzi di raccolta, con conseguenti vantaggi anche sul fronte dell’inquinamento.
A Latina, invece, l’Ingegnere Esposito aveva firmato, a marzo 2011, con il Comune di Latina per
l’incarico professionale di coordinamento in fase di progettazione e esecuzione di lavori per la
realizzazione di tre isole Ecologiche interrate.
I lavori previsti per la realizzazione delle tre isole ecologiche interrate – si legge nella determina del Comune di Latina che impegna la spesa degli oltre 4mila euro e rotti a favore dell’ingegnere – erano finanziati con contributi della Regione Lazio e che gli stessi non hanno trovato definizione e completamento in virtù del nuovo inquadramento normativo Comunitario che ha definito un quadro giuridico volto a regolamentare l’intero ciclo dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento, ponendo l’accento sul recupero e il riciclaggio, nonché dall’attuale Piano Industriale per i Servizi di Igiene Urbana del Comune di Latina, impostato sull’applicazione di un modello di gestione integrata dei rifiuti basato sulla raccolta differenziata “porta a porta” di tutte le frazioni principali.
Tutto bene se non fosse che, proprio nel centro storico di Latina, la raccolta differenziata del “porta a porta” è ancora un miraggio e i cassonetti “old style”, spesso pieni, la fanno da padrone.
Ad ogni modo, a causa del mancato completamento dei lavori, il Servizio ambiente non ha potuto procedere al pagamento della fattura emessa dall’ingegner Esposito che non ha realizzato il suo lavoro perché si doveva seguire la via del “porta a porta”. Al Comune, peraltro, poiché non è stato più possibile richiedere alla Regione Lazio il saldo del finanziamento accordato e, quindi, procedere alla liquidazione della somma sull’impegno assunto.
Ad aprile scorso, dopo 11 anni dalla firma del contratto, l’ingegnere ottiene il suo decreto ingiuntivo e, ora, lo stesso Servizio Ambiente gli corrisponde quanto doveva. Al di là dei soldi (pochi) che ha perso un ente come il Comune di Latina, a quando un “porta a porta” anche nel centro storico? Ad oggi, non c’è né il servizio, né le isole ecologiche interrate. Una soluzione démodé ma che a Latina rimane ancora e desolatamente all’avanguardia.