INSULTI E OFFESE A VALERIO CATOIA, UNO DEGLI HATERS RISARCISCE E DONA AL CENTRO PEDIATRICO

Valerio Catoia
Valerio Catoia

Processo per diffamazione ai danni del 23enne di Latina, Valerio Catoia, il ragazzo affetto da sindrome di down che nel 2017 salvò una bambina che stava affogando a Sabaudia

L’udienza preliminare, davanti al giudice Barbara Cortegiano, è stata rinviata per l’ennesima vota al prossimo 11 novembre, anche se qualcosa è emerso di nuovo. Uno degli indagati accusati di aver diffamato sui social il 24enne di Latina, Valerio Catoia, risarcirà la parte offesa e, su indicazione della famiglia Catoia, farà una donazione al centro pediatrico dell’ospedale “Santa Maria Goretti” di Latina. Si tratta del 54enne Sandro Billero, difeso dall’avvocato Alfonso Falcone, che ha optato per risarcire il danno e chiedere scusa al ragazzo. Ancora problemi di notifica per il 34enne di origine sarda Andrea Carta, trasferito all’estero da tempo.

Il processo, come noto, è tutto da rifare: vede, per l’appunto, come parte offesa dagli insulti sul web Valerio Catoia, ragazzo di 24 anni originario del capoluogo di provincia. Dopo l’ennesimo rinvio arrivato a novembre 2023, il processo si era poi completamente arenato poiché avrebbe dovuto ricominciare a maggio 2024, tornando alla casella iniziale di un giudice per l’udienza preliminare, con i tempi della prescrizione che corrono veloci. Il procedimento, come noto, contesta il reato di diffamazione ai danni del 24enne di Latina: sul banco degli imputati un insospettabile professionista e uno speaker: Sandro Billero e Andrea Carta.

A chiedere la costituzione di parte civile, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Paolo Romano, erano stati entrambi i genitori di Valerio Catoia, assistiti dall’avvocato Alessandro Mariani. Il giovane, con sindrome di down, fu offeso con diversi commenti ormai otto anni fa, tanto che, su sua denuncia, partì un’indagine affidata agli investigatori della Polizia postale che risalirono agli indirizzi Ip da cui partivano gli insulti su Facebook.

Secondo l’accusa i commenti furono oltraggiosi e negativi sia sulla persona che sulla disabilità, poiché riprendevano un post dedicato a Valerio Catoia pubblicato su una pagina del social network dove erano stati espressi dei giudizi positivi sul salvataggio di una bambina a Sabaudia, in località Bufalara, avvenuto nell’estate del 2017, quando Catoia era ancora minorenne (17 anni). Un episodio positivo che attirò i commenti degli odiatori. Uno degli imputati, tramite un nickname, scrisse frasi agghiaccianti quali: “La natura dà, la natura toglie”, “Basta sparargli”. E ancora: “Guardatelo, sembra un cane “, “Doveva morire lui”.

A novembre 2023, però, lo stesso giudice Paolo Romano aveva evidenziato che la diffamazione è stata contestata con l’aggravante, ossia un’ipotesi di reato che è attribuita al tribunale in composizione collegiale (tre giudici e non un monocratico). Per questa ragione, avrebbe dovuto svolgersi anche una udienza preliminare a carico dei due imputati. Diversamente l’allora sostituto procuratore di Latina, Daria Monsurrò, titolare del fascicolo, aveva disposto la citazione diretta a giudizio nei confronti dei due “haters” che hanno offeso l’allora appena maggiorenne Valerio Catoia.

Ecco perché le difese avevano chiesto che gli atti del procedimento fossero restituiti al Pubblico Ministero. Una decisione che fu accolta dal giudice che l’aveva praticamente anticipata.

maggio 2024, però, l’ormai ex giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, a cui era tornato indietro il procedimento, aveva dovuto constatare un difetto di notifica. Per tale ragione, l’udienza preliminare non si era potuto celebrare ed era stata rinviata a dicembre 2024, per poi essere ulteriormente rinviata a maggio 2025 e subire l’ennesimo rinvio a oggi, 12 settembre.

L’avvocato difensore di Billero aveva già proceduto alla richiesta di messa alla prova per il proprio assistito. Per questo procedimento, tanto per avere una idea, sono già cambiati quattro giudici competenti a decidere sul destino giudiziario dei due imputati.

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