INSEGNANTE PER L’INCLUSIONE, PROSEGUONE AUDIZIONI ALLA CAMERA

Proseguono le audizioni alla Camera per la proposta di legge di istituire la figura dell’insegnante per l’inclusione

L’iter della proposta di legge porta come prima firmataria la deputata Giovanna Miele (Lega). Oggi è stata audita Pina Cochi, insegnante e consigliere comunale a Latina: “l’obiettivo della riforma è la valorizzazione del docente di sostegno, superando la visione limitata a ruolo di supporto, riconoscendone la professionalità e il contributo pedagogico all’intero sistema scolastico”

Procede l’iter della proposta di legge della deputata Giovanna Miele per introdurre la qualifica di “docente per l’inclusione” sostituendo quella attuale di insegnante di sostegno. L’obiettivo è proprio quello di introdurre una piccola rivoluzione culturale, cominciando dalle parole e dagli approcci, cui seguono, appunto, le azioni: la proposta nasce dalla necessità di aggiornare e superare l’attuale quadro normativo relativo alla figura del docente di sostegno, per rispondere in modo più coerente e sistemico alle sfide dell’inclusione scolastica nel contesto contemporaneo. Non si tratta soltanto di una revisione terminologica, ma dell’avvio di una rivoluzione culturale del concetto stesso di inclusione: da intervento emergenziale o compensativo per alcuni alunni, a principio fondante e strutturale del sistema scolastico.

Così continuano alla Camera dei Deputati le audizioni per raccogliere spunti e considerazioni ulteriori per migliorare la proposta di legge. Oggi è stata la professoressa, nonché consigliere comunale di Latina Pina Cochi, ad essere audita, insieme all’Anp (associazione nazionale presidi), che ha accolto favorevolmente il disegno di legge, e l’associazione pedagogisti del Lazio rappresentata dalla dottoressa Stefania Salvaggio.

“In questa prospettiva, il nuovo docente per l’inclusione non si configura più come figura residuale o aggiuntiva, ma come professionista con competenze specifiche, trasversali e strategiche, finalizzate a promuovere una scuola pienamente accessibile, partecipativa e personalizzata per tutti gli alunni –ha sottolineato Pina Cochi nel suo intervento-. Uno degli obiettivi fondamentali della riforma è la valorizzazione del docente di sostegno, superando la visione limitata a un ruolo “di supporto” e riconoscendone a pieno titolo la professionalità, le competenze specialistiche e il contributo pedagogico all’intero sistema scolastico”.

La transizione verso la figura del docente per l’inclusione rappresenta un salto qualitativo, che intende: riconoscere il ruolo strategico del docente per l’inclusione nella progettazione didattica collegiale e nell’attuazione del diritto allo studio per tutti; superare la percezione marginale o delegante del sostegno, rendendolo parte integrante e valorizzata del corpo docente; potenziare la formazione iniziale e in servizio, con percorsi strutturati e riconosciuti professionalmente; garantire condizioni di lavoro adeguate, stabilità e continuità educativa.

In questo contesto, ad oggi, sul profilo del docente di sostegno si propone una sua riformulazione in chiave evolutiva, identificando un nuovo profilo professionale del docente per l’inclusione che prevede le competenze pedagogiche e didattiche inclusive, fondate su metodologie attive, cooperative, differenziate e universalmente accessibili (Universal Design for Learning – UDL); le competenze nella progettazione educativa personalizzata, in dialogo con i Consigli di classe e i team docenti; la capacità di coordinamento delle azioni inclusive d’istituto, in sinergia con le figure di sistema; la formazione specifica continua, su disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento, bisogni educativi speciali, didattica accessibile e tecnologia educativa.

Ogni istituzione scolastica, in coerenza con il proprio PTOF, sarà tenuta a predisporre un “Curricolo per l’Inclusione”, che conterrà così principi, finalità e obiettivi trasversali di inclusione; strategie comuni per la gestione della classe e la valorizzazione delle differenze; azioni per il monitoraggio e la valutazione inclusiva.

“Questa proposta mira a promuovere un cambiamento profondo della cultura scolastica, in modo da riconoscere l’inclusione come valore fondante e non come risposta occasionale –ha precisato nel suo intervento Pina Cochi-. La valorizzazione del docente di sostegno, attraverso il riconoscimento della sua evoluzione nella figura del docente per l’inclusione, costituisce il cuore della riforma: non solo una revisione di funzioni e competenze, ma un riconoscimento professionale, istituzionale e culturale. Attraverso l’inclusione come chiave pedagogica, la scuola potrà diventare davvero luogo di equità, partecipazione e crescita per tutti. L’inclusione non è un’eccezione ma è un diritto per tutti”.

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