INFORMAZIONE IMBAVAGLIATA, IL GOVERNO MELONI INDAGA SU 13 PROCURE TRA CUI LATINA

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Procura della Repubblica di Latina

Bavaglio dell’informazione, il Ministero della Giustizia monitora l’operato di diverse Procure, responsabili di “parlare troppo”. Secondo il Fatto Quotidiano, che riporta la notizia, sarebbe stato attivato il “monitoraggio” per la possibile violazione del bavaglio della Legge Cartabia

L’ispettorato generale del ministero della Giustizia ha attivato il monitoraggio su 13 Procure, tra cui anche quella di Latina: ai raggi X le modalità di comunicazione sui procedimenti penali in corso. A renderlo noto, presso la Camera dei Deputati, durante un question time, è stato il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove. Occasione è stata la risposta dell’esponente del Governo Meloni a una interrogazione del deputato di Azione, Enrico Costa. In pratica, il ministero, su sollecitazione delle copiose interrogazioni di Costa, sta indagando su 13 Procure della Repubblica per ipotizzata violazione del decreto sulla presunzione d’innocenza varato dal governo di Mario Draghi e dall’allora Ministro della Giustizia, Marta Cartabia.

Dal dicembre 2021, infatti, sarebbe vietato a sostituti procuratori e investigatori di parlare coi giornalisti: lo può fare solo il Procuratore capo e solo con comunicati ufficiali. Il problema è che, spesso, come accade anche a Latina, a causa di ostacoli lessicali normati dalla Cartabia, in molti casi evidentemente bizantini e paradossali, si rischia di sapere sempre di meno e sempre peggio in riferimento a notizia di rilevante interesse pubblico.

“ll monitoraggio è già iniziato. Sono state iniziate alcune azioni disciplinari. Tre su esercizio della procura generale della Cassazione e una dell’Ispettorato e si stanno predisponendo correttivi alla legge”, aveva detto il guardasigilli Carlo Nordio nel settembre scorso, rispondendo sempre a Costa. Oggi, invece, Delmastro ha detto che il monitoraggio si è allargato a 13 uffici inquirenti: si tratta delle Procure di Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina e Torino.

Il sottosegretario ha confermato come il Governo vuole “garantire la presunzione d’innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia” e ha parlato della “necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni” con l’obiettivo di rafforzare “la privacy del terzo estraneo“.

Delmastro ha ricordato che il decreto Cartabia obbliga il procuratore capo a mantenere “rapporti con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa”. È vietato ai magistrati “dare informazioni al di fuori di questi mezzi o dare denominazioni ai procedimenti lesive della presunzione d’innocenza”. Il governo “ha emanato direttive riguardo all’effettuazione, da parte dell’ispettorato generale del ministero del monitoraggio degli atti motivati dei Procuratori della Repubblica in ordine alla sussistenza dell’interesse pubblico che giustifica l’autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti”. E, sulla scorta “di siffatte direttive, l’ispettorato generale, a partire dalle ispezioni ordinarie eseguite nel turno del mese di settembre dell’anno 2023 ha attivato il monitoraggio” sui tredici uffici inquirenti.

Praticamente una guerra all’informazione e alla democrazia, dal momento che un cittadino libero è quello più informato possibile. Neanche i governi Berlusconi, da sempre schierato contro Procure e magistrati, era arrivato a tal punto di tentare di minare così i diritti all’informazione e all’esercizio di cronaca e critica. Il futuro della cronaca giudiziaria, al netto di pochi resistenti, pare segnato.

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