Sospesa dal lavoro perché non vaccinata: vittoria per un’infermiera dell’Asl Roma 6, reintegrata sul luogo di lavoro
Era stata sospesa dal lavoro e lasciata a casa senza stipendio perchè non vaccinata e di conseguenza sprovvista del green pass. La donna, Adele Passerini, infermiera “no Vax” in servizio alla Asl Roma 6, almeno per ora può rientrare al lavoro. A deciderlo, in via cautelare, il giudice del Tribunale del Lavoro di Velletri Giulio Cruciani, in attesa dell’udienza del 7 dicembre prossimo, giorno in cui il caso sarà affrontato nel merito.
In particolare – come riporta askanews – il giudice ha ordinato “l’immediata ricollocazione” della donna nel suo posto di lavoro e “l’erogazione dello stipendio a suo favore”. Un provvedimento cautelare e temporaneo adottato alla luce della “la rilevanza costituzionale dei diritti compromessi (dignità personale, dignità professionale e ruolo alimentare dello stipendio). Perché “la sospensione dal lavoro – si legge nel provvedimento firmato dal giudice del Tribunale di Velletri – può costituire solo l’extrema ratio e un evento di portata eccezionale in una azienda medio grande”.
Soddisfazione dallo studio legale Torriero di Roma che assiste l’infermiera: “Si tratta del primo provvedimento in Italia che di fatto va a scardinare il combinato disposto tra obbligo vaccinale per il personale sanitario e obbligo di green pass obbligatorio per tutti in nome del prevalente diritto al lavoro”, fanno sapere dal pool di legali. “Il Tribunale con questa ordinanza – precisa l’avvocato David Torriero – riafferma con chiarezza il diritto al lavoro a fronte a una sospensione che non può fare riferimento al diritto alla salute se sono state proprio le decisioni del Governo a stabilire che lo stesso è garantito attraverso il ricorso ai tamponi ogni 48 ore”.