INDEBITATO CON LA SUA EX SOCIETÀ, VIENE MINACCIATO ED ESTORTO FINO AL SUICIDIO: 4 ARRESTI PER ESTORSIONE COL METODO MAFIOSO

Strozzato dalle richieste per un debito, si è tolto la vita: scattano 4 arresti tra Roma a Latina su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia

Una storia che fa tremare le vene ai polsi, finita in modo tragico con il suicidio di un imprenditore nel ramo ittico, trovato morto, lo scorso 1 marzo, dentro la sua auto in un parcheggio isolato di Guidonia. Poco prima l’imprenditore Massimiliano Marucci si era recato negli uffici dei Carabinieri per denunciare le pressioni che aveva ricevuto da tempo da parte di un gruppo di persone, il quale era arrivato a ventilare il coinvolgimento della ‘ndrangheta per recuperare il proprio credito.

L’imprenditore romano aveva denunciato la tentata estorsione di Simone Veglioni, 56enne, imprenditore di Roma, Samuele Melara, 36 anni, originario di Palmi (Reggio Calabria), Francesco Protani, 44enne di Latina (domiciliato a Priverno), e Francesco Primerano, 67 anni, originario della provincia di Vibo Valentina. Veglioni e Melara, secondo gli investigatori, sono soci l’uno dell’altro in una società del comparto ittico; Protani è il tizio soggetto addetto al recupero crediti; infine, Primerano, anche lui coinvolto nel recupero credito, tirando in ballo allusivamente cosche di camorra e ‘ndrangheta.

Alle prime luci dell’alba, a Roma e a Latina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Livio Sabatini, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti e 4 le persone indagate a vario titolo di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso e morte come conseguenza di altro delitto. A finire arrestati Veglioni, Primerano, Melara e il pontino Protani.

Le contestazioni nascono dall’indagine avviata a febbraio dello scorso anno dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma dopo la denuncia presentata da un 54enne imprenditore nel settore ittico. Ai militari l’uomo aveva riferito che i quattro indagati, titolari e collaboratori della società operante anche quella nel settore ittico, stavano tentando di costringerlo, dietro reiterate minacce e pressioni, al pagamento di 600.000 euro a fronte di un debito di 147.000 maturato tra il 2021 e il 2022.

I quattro soggetti, al fine di recuperare il denaro, prima riferivano all’imprenditore di aver ceduto il credito a esponenti di una nota cosca di ‘ndrangheta, riuscendo così, nel giro di qualche settimana, a recuperarne una parte (60.000 euro circa). Successivamente lo avrebbero costretto, con continue minacce di morte e con violenza, a sottoscrivere un documento con cui si accollava un debito di 600.000 euro, per estinguere quello in essere con i calabresi ed evitare così le istanze prevaricatrici nei confronti suoi e dei suoi familiari.

Nonostante la sottoscrizione di tale documento, continuava a subire minacce e pressioni che portavano il 54enne, poco dopo l’avvio delle indagini, a togliersi la vita.

La vicenda del 54enne inizia quando da dipendete della società di Veglioni incassa somme per forniture ittiche per circa 147mila euro, in seguito distratte per aprire la sua nuova società. Quando, l’uomo, inseguito dai suoi ex datori di lavoro, si rifiuta a firmare per restituire l’esorbitante cifra di 600mila euro, viene minacciato di morte. Addirittura, uno dei quattro indagati arriva a dirgli che gli avrebbero tagliato una mano.

Non solo perché, Primerano è accusato di aver pesantemente ricattato Marucci, dicendogli che se non avesse pagato, lui sarebbe andato in Olanda dove viveva il figlio per dirgli che per una ragazza della sua età aveva perso la testa, arrivando a rubare nell’azienda di Veglioni. E ancora intimidazioni e “promesse” di spedirlo all’ospedale di interpellare amici casertani. Una vicenda costellata di continue minacce che hanno provocato nella vittima uno stato di tale ansia e disperazione fino ad arrivare ad uccidersi e morire da solo.

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