Alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle di Aprilia, tra i quali Maurizio Fioranelli e Giuseppina D’Alò, facenti parte del gruppo di lavoro sulla sicurezza, hanno analizzato la sicurezza nelle stazioni ferroviarie apriliane.
Non è raro sentire di auto vandalizzate di chi, pur pagando il posteggio, per questioni di lavoro è costretto a lasciare la propria auto per prendere il treno e trovare l’amara sorpresa al ritorno; l’ultimo episodio è della settimana scorsa nel parcheggio della stazione ferroviaria di Aprilia. Le telecamere, purtroppo, sono presenti solo nel piazzale antistante lo scalo ferroviario ed una loro dislocazione su tutto il grande parcheggio garantirebbe più sicurezza sia alle autovetture parcheggiate che alle persone che le vanno a riprendere di ritorno ad Aprilia.
“Gli attivisti – spiega l’esponente locale del Movimento Cinque Stelle di Aprilia, Andrea Ragusa – si sono poi spostati alla stazione di Campoleone focalizzando sulla sicurezza di tutto il tragitto che i pendolari percorrono per rientrare in possesso delle proprie autovetture. Ebbene, è stato constatato che il vialetto che dal sottopassaggio dello scalo conduce al parcheggio è completamente al buio; i lampioni, tutti spenti, costringono i pendolari ad utilizzare la torcia dei propri smartphone per garantirsi un minimo di visibilità per non inciampare e non essere investiti dalle auto all’uscita da questo. Tale vialetto, così come molte aree del parcheggio, è totalmente al buio e il percorso si trova in mezzo all’aperta campagna e circondato da rovi e sterpaglie; isolato e potenzialmente pericoloso già di giorno lo è in particolar modo nelle ore di buio cioè, già dalle 18:00 d’inverno. Questi fattori aumentano il rischio di rapina o di aggressione per i viaggiatori malgrado una delle indicazioni relative alla sicurezza sul lavoro dell’Agenzia Europea, come prevenzione contro le aggressioni in particolare per le donne, è quella di non parcheggiare in luoghi bui e isolati.
Nel parcheggio della stazione di Campoleone queste raccomandazioni è evidente che vengono totalmente disattese, disincentivando le donne che sono obbligate a usare questa stazione, ad accettare lavori oltre un certo orario. Per garantire la sicurezza di tutta l’area, il parcheggio delle auto andrebbe illuminato completamente ripristinando l’efficienza di tutti i fari spenti e la stessa cosa andrebbe fatta con il vialetto pedonale che collega il parcheggio alla stazione.
Per quanto riguarda le telecamere che inquadrano tale vialetto, speriamo che funzioni, ma in ogni modo non garantiscono il pronto intervento ma la sola acquisizione delle immagini dopo che un eventuale evento, anche di natura criminosa si sia verificato, pertanto vialetto andrebbe recintato ai lati per evitare intrusioni e possibili attacchi da animali selvatici o randagi e aggressioni da malintenzionati che potrebbero nascondersi nella vegetazione laterale.
In ultimo è stato anche riportato che lungo via Apriliana non è presente alcuna segnaletica che indichi della presenza del parcheggio così, chi non conosce la presenza, rischia di non individuarlo.
Il gruppo di lavoro ha poi proseguito con l’analizzare il parcheggio della stazione di Campodicarne, probabilmente di proprietà di Treniatalia, rilevando che questo risulta privo della segnaletica orizzontale, compresa quella di delimitazione degli stalli per le auto; gli unici stalli delineati, che si trovano vicino all’ingresso della stazione, con grande sorpresa, non sono quelli dedicati ai disabili bensì, al persole F.S.!
Nel parcheggio l’illuminazione è presente unicamente nell’area adiacente la stazione, così come le telecamere, mentre il resto del parcheggio è buio e non videosorvegliato.
Adiacente alla stazione è presente un parcheggio mai utilizzato dopo la sua realizzazione, ormai abbandonato all’incuria e popolato da senza fissa dimora, perché non si valuta di ripristinarlo così da ampliare quello esistente e non far parcheggiare gli utenti del treno lungo la strada di accesso al parcheggio in uso dove sono a rischio contravvenzione? A proposito di strada di accesso alla stazione, lì è presente, da diversi anni, una rotatoria realizzata con barriere New Jersey in plastica, ma è mai possibile che nessuno sia mai riuscito a riempirle, almeno di acqua, così da non renderle leggere come sono ora che le sposta anche il vento?”.
Andrea Ragusa