Strade pontine insanguinate: chiuse le indagini per omicidio stradale dopo la morte dei due giovani di Borgo Podgora
Il sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Giuseppe Bontempo, che ha coordinato gli accertamenti sull’incidente stradale che ha causato la morte il primo agosto 2024 dei due giovani di Borgo Podgora – i cugini Christian Granella (15 anni) e Gabriele Parcesepe (18 anni) – ha chiuso le indagini.
Ad essere indagato per omicidio stradale è il conducente, all’epoca dei fatti 19enne, della Toyota Ch-R su cui viaggiavano i due giovani. Il ragazzo, che era amico dei due deceduti, era stato interrogato dagli inquirenti e ora dovrà affrontare l’udienza preliminare nella quale avrà la possibilità d chiedere anche un rito alternativo. Nell’indagine risultavano indagati altri due giovani che, quella sera, furono coinvolti nell’incidente. Le loro posizioni sono state archiviate.

Ci fu commozione e tanta gente il 5 agosto 2024 nella chiesa di Santa Maria di Sessano a Borgo Podgora per il funerale dei due adolescenti morti quattro giorni prima. A celebrare il triste evento era stato Don Enrico Scaccia, già parroco del borgo, che aveva ricordato i due adolescenti.
Una vicenda terribile accaduta poco dopo la mezzanotte e mezza. A morire i due giovani in Strada Acque Alte, ossia la strada che unisce Borgo Piave a Cisterna di Latina, passando per Borgo Podgora. L’incidente si era verificato a non molta distanza dalla rotatoria di Borgo Piave.
L’incidente, come noto, era avvenuto tra una microcar guidata da un adolescente di 16 anni che percorreva Strada delle Acque Bianche la quale aveva impattato violentemente contro la Toyota Ch-R, dove viaggiavano Gabriele e Christian, che sopraggiungeva dalla strada principale in direzione Borgo Podgora. Lo scontro era stato terribile: i due mezzi avevano impattato su di un fianco in maniera violenta, facendo sì che la Toyota fosse finita contro un albero che si trovava sul lato della strada, per poi ribaltarsi. La carambola dei due mezzi aveva coinvolto anche altre due auto – Una Nissan Qashqai e una Lancia Ypsilon – che sopraggiungevano.
Sul posto si erano recate due ambulanze del 118 e un’automedica, i Vigili del Fuoco che avevano materialmente estratto i corpi dalle lamiere dell’auto e la Polizia Stradale di Aprilia, insieme ai colleghi della Squadra Volante di Latina. Altre tre persone – gli altri giovani che viaggiavano sull’auto insieme ai due deceduti – erano rimaste ferite, per poi essere dimessi dall’ospedale Santa Maria Goretti. Peraltro tra i coinvolti anche un giovane che qualche mese prima era stato coinvolto in un altro terribile incidente su Via del Lido.
La ricostruzione dell’incidente era stata affidata alla Polizia Stradale, coordinata dal sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Bontempo, che aveva disposto la perizia cinematica e l’esame autoptico per stabilire con esattezza le cause della morte dei due giovani. Il fascicolo d’indagine era stato aperto ipotizzando il reato di omicidio stradale a carico del 19enne, amico delle vittime, che conduceva la Toyota. Secondo la ricostruzione della Polizia Stradale, il 19enne non avrebbe potuto guidare l’auto di quella cilindrata poiché patentato dal maggio precedente. In un primo momento la patente gli era stata ritirata.
Dopo l’incidente, erano risultati sin da subito In buone condizioni, il 16enne alla guida della microcar, così come il conducente (27 anni) della Nissan Qashqai e la ragazza alla guida della Lancia Ypsilon. Le due vittime frequentavano l’Itis Marconi a Latina.
