INCHIESTA TRITONE: SI DIMETTE ASSESSORE NOCE. MA SONO TANTI I POLITICI CITATI DALLA DDA

Inchiesta Tritone tra Anzio e Nettuno: si dimette il primo assessore menzionato nelle carte dell’indagine che ha fatto emergere la presenza di un vero locale di ‘ndrangheta sul litorale

Sostiene che le sue parole, finite nelle intercettazioni captate dagli investigatori dei Carabinieri di Roma, nell’ambito dell’indagine sulla ‘ndrangheta di Anzio e Nettuno condotta dalla DDA capitolina, siano state travisate.

Fatto che l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Nettuno Maddalena Noce ha protocollato le sue dimissioni il 20 febbraio al Sindaco Alessandro Coppola il quale le ha accettate aggiungendo: “Le vicende di cronaca degli ultimi giorni hanno avuto una risonanza tale da provocare in ognuno di noi un senso di tristezza e di sgomento per quanto emerso sugli organi di stampa. Come già detto la legalità è un principio sul quale non possiamo scendere a compromessi e sono sicuro che le indagini della magistratura dimostreranno la nostra buona fede”.

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L’ormai ex assessore in quota Lega, Maddalena Noce, è stata intercettata mentre chiedeva a Gabriele Perronace (arrestato), appartenente alla famiglia omonima ritenuta dalla DDA come una compagine storica della ‘ndrangheta, voti ad Anzio per Anna Sannini, moglie del funzionario comunale Aurelio Droghini. Tuttavia la lettera di Maddalena Noce parla di una situazione che l’ha coinvolta in cui non si riconosce.

“Sono qui a rassegnare le mie dimissioni da Assessore ai Servizi sociali del comune di Nettuno, nella convinzione di non potermi impegnare oltre per questa Amministrazione. I recenti fatti di cronaca che mi hanno portato sui media hanno raffigurato una situazione in cui non mi riconosco. È stato omesso di specificare molte cose che invece sono importanti e vanno chiarite a tutela della mia integrità e del mio buon nome. Non sono indagata, non ho commesso reati, non ci sono contestazioni o procedimenti legali nei miei confronti. La telefonata pubblicata in cui chiedevo voti per una persona che ritenevo amica è avvenuta nel 2018 quando non ero assessore a Nettuno e non avevo alcun impegno politico. In quel momento non avevo nessuna volontà di un impegno diretto con la Pubblica amministrazione, come invece poi è stato. Una telefonata che mi era stata richiesta ed era rivolta a persone che conoscevo e avevo motivo di sentire per questioni legate al mio lavoro e di cui non conoscevo alcuna attività ulteriore. Il rapporto di lavoro del mio ufficio con questa ditta, che solo successivamente è finita nelle indagini, era già interrotto da due anni a questa parte per motivi che non hanno nulla a che fare con le contestazioni di questi giorni.
Poi improvvisamente, dopo anni, se né è data notizia sui media travisando completamente il contesto e lasciando intendere che io in quel momento, ero in carica come assessore. Ho commesso un’ingenuità anche nel tentativo di dare sollievo ad un figlio in pena per il genitore ma, al momento della telefonata, lo ribadisco, non avevo alcun legame con la pubblica amministrazione. Tanto era dovuto. Ho la massima fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e nel fatto che su questi eventi si faccia chiarezza. Sono certa oggi, che annuncio la volontà di lasciare il mio incarico, di agire nel migliore interesse della città di Nettuno. Questo è stato sempre il mio principio ispiratore nel portare avanti con dedizione il ruolo di Assessore. Sono certa che questa Amministrazione ha operato nella legalità e con impegno e spero che le indagini lo chiariscano e rendano giustizia al lavoro che è stato svolto per la città. Ringrazio il Sindaco Alessandro Coppola per la fiducia che mi ha accordato e il consiglio comunale tutto per questa esperienza amministrativa che considero, nonostante gli eventi recenti, di crescita umana e personale”.

A Noce va riconosciuto quantomeno il merito di aver fatto un passo indietro in una situazione che tra Anzio e Nettuno è incandescente. Il Prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha nominato due commissioni d’accesso che dovranno far luce su quegli appalti di questi anni in odore di essere stati veicolati a favore del gruppo di Madaffari, Perronace, Gallace ecc. All’attenzione, soprattutto, gli affari dei Perronace, quelli più attivi sul fronte dei servizi.

Noce non è di certo l’unica politica finita nelle carte d’indagine, anche se va specificato che nessuno tra consiglieri comunali, assessori, né i due sindaci Coppola e Candido De Angelis, sono indagati. A Nettuno i coinvolti nell’inchiesta dell’Antimafia di Roma avrebbero fatto campagna elettorale per Coppola citato da Madaffari (considerato il capo del locale di ‘ndrangheta) “un amico”. E anche per i consiglieri comunali Luca Ranucci e Lucia De Zuani (prima Lega, poi passata in Forza Italia).

Ad Anzio, dove la situazione è ancora più critica, il gruppo a cui si contesta l’associazione mafiosa, avrebbe appoggiato elettoralmente ben cinque assessori e un vice-primo cittadino: si va dall’assessore alle politiche del territorio Gianluca Mazzi, all’assessore all’ambiente e sanità Gualtiero Di Carlo, per passare all’assessore alla scuola Laura Nolfi (Fratelli d’Italia) fino al vicesindaco della Lega Danilo Fontana, all’assessore alle attività produttive Valentina Salsedo e all’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Ranucci chiamato nelle intercettazioni “Pino Il Lombetto”.

Non mancano i consiglieri comunali che secondo la DDA avrebbero usufruito dell’appoggio elettorale: il consigliere UDC con delega allo Sport Massimiliano Millaci, che sarebbe stato persino interpellato da Francesco Dionisi detto “Il Presidente” (arrestato) per recuperare un debito di droga da Emanuel Ottaviani alias “Picchio” (domiciliari); l’ex Forza Italia Marco Maranesi; i civici della lista De Angelis, Lucia PascucciMatteo Silani, e Flavio Vasoli; i leghisti Cinzia GalassoGiuseppina Piccolo (dimessa tempo prima rispetto all’operazione dei Carabinieri) e Aristodemo Lauri.

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