INCHIESTA “PORTA NAPOLETANA”, FISSATI GLI INTERROGATORI PER GLI INDAGATI

Fissati gli interrogatori di garanzia per i cinque indagati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare derivante dall’inchiesta “Porta Napoletana”

Sarà un pre-Natale di interrogatori di garanzia per i cinque indagati della rilevante inchiesta di Carabinieri pontini e DDA di Roma. Il primo a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari, Maria Gaspari, sarà, il prossimo lunedì 22 dicembre, il commercialista di Terracina, Roberto Carocci, difeso dall’avvocato Gianni Lauretti, accusato di trasferimento fraudolento di valori in concorso con Michele Minale, altro indagato finito agli arresti domiciliari.

Minale, insieme al consigliere comunale di Terracina, Gavino De Gregorio (per lui arresti domiciliari), sospeso in ragione della Legge Severino e difeso dall’avvocato Maurizio Forte, saranno ascoltati martedì 23 dicembre. Con loro, all’antivigilia di Natale, anche Andrea Belviso (obbligo di firma) e l’uomo legato al Clan Licciardi, Eduardo Marano (per lui la misura cautelare del carcere), assistito dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo.

L’indagine dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, condotta dal giugno 2022 all’ottobre 2023, e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma – pm Francesco Gualtieri e l’aggiunto Maria Cristina Palaia -, trae origine dall’attività info-investigativa sviluppata sul territorio che ha consentito di apprendere dell’inserimento nel tessuto economico-imprenditoriale, politico e sociale della città di Terracina di un’importante famiglia inserita, anche per vincoli di sangue, nel noto Clan Liccardi di Napoli.

Le investigazioni hanno consentito di documentare le condotte poste in essere da De Gregorio, insieme a Marano, appartenente al clan camorristico dei Licciardi, inserito nella più ampia e nota Alleanza di Secondigliano. De Gregorio avrebbe chiesto ed ottenuto da quest’ultimo un appoggio in occasione delle elezioni amministrative tenutesi nel maggio 2023 a Terracina.

Nei confronti dei cinque indagati, a vario titolo, sono contestati i reati di scambio elettorale politico mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e turbata libertà degli incanti.

Come noto, a carico dell’agente immobiliare Minale, è stato eseguito il sequestro preventivo, ai fini della confisca,  di 7 locali commerciali (l’intera galleria commerciale in Via Roma), 1 B&B, 20 unità immobiliari e 3 terreni per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro.

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