INCHIESTA NOLEGGIO OMBRELLONI, IL GIUDICE SI RISERVA SUL VICESINDACO DI SABAUDIA (FORZA ITALIA)

Indagini su lungomare di Sabaudia e chioschi con il noleggio ombrelloni e sdraio: si è svolta l’udienza preliminare per Secci

Hanno discusso gli avvocati Renato Archidiacono e Fortunata La Macchia, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, chiedendo l’archiviazione totale dei due indagini: il vice sindaco di Sabaudia, Giovanni Secci (Forza Italia), e la dirigente comunale Concetta Pennavaria.

I due devono rispondere delle accuse di distruzione di habitat protetto e omissione di atti d’ufficio, le cui parti offese sono state individuate nel Comune di Sabaudia, nella Regione Lazio e nell’Ente Parco Nazionale del Circeo.

Il Gip Cario si è riservato sulla decisione, prendendosi del tempo se archiviare le sue posizioni o disporre il proseguo del procedimento penale a loro carico dopo che, lo scorso, mese, aveva negato l’archiviazione richiesta dalla stessa Procura di Latina.

Lo scorso agosto, emerse la notizia che a finire indagato era il vice sindaco di Forza Italia, Giovanni Secci. Il numero due del Sindaco Alberto Mosca è coinvolto nell’inchiesta condotta dalla Procura di Latina che coordina le attività dei Carabinieri forestali del Nipaaf di Latina.

Secci, in qualità di geometra e tecnico, avrebbe presentato una Scia per conto dell’imprenditore Carlo Scavazza, proprietario del lotto di duna dove sorge il chiosco “Maui” che si occupa anche di noleggio ombrelloni e sdraio. Scavazza avrebbe provato a ottenere, raggiungendo l’obiettivo, il noleggio – businness molto ambito sul litorale pontino da Latina fino al sud pontino – servendosi di una Scia presentata in Comune dallo stesso vicesindaco, in questo caso nominato procuratore speciale della società Alinnia, che gestisce il chiosco “Maui”.

La Scia sarebbe stata presentata lo scorso anno, ossia quando Secci era già vice sindaco e il Comune di Sabaudia non avrebbe mosso un dito, ragion per cui ad essere indagata, oltreché a Secci e Scavazza, c’è anche la dirigente delle attività produttive, Concetta Pennavaria. La stessa Scia sarebbe stata presentata quest’anno sempre a firma di Giovanni Secci.

Peraltro, ad essere indagati ci sono anche Leonardo Corni, come titolare della società che gestisce il chiosco “Elysium”, in merito a non precisati affari con il medesimo Scavazza. Leonardo Corni non è certo un nome nuovo alle cronache giudiziarie. Lo scorso marzo 2024, è stato raggiunto da un provvedimento di sorveglianza speciale chiesto e ottenuto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina.

A ottobre 2023, l’allora giudice per l’udienza preliminare Mario La Rosa ha deciso per il rinvio a giudizio di Corni, coinvolto insieme ad altre sette persone in una indagine per spaccio di sostanze stupefacenti. Il processo è iniziato lo scorso 14 febbraio. Oltreché all’imprenditore di Sabaudia, Leonardo Corni (nel frattempo raggiunto da un provvedimento giudiziario di divieto di dimora nella provincia di Latina), sono stati rinviati a giudizio l’agente di Polizia presso il Ministero dell’Interno, Marco Veglianti, Ben Salah Samir, Ala Eddine Ben Achour, Ettore Basile, Daniele Fedeli, Gianluca Silvestri e Veronica Mastracci.

Leonardo Corni, infatti, proprio in qualità di imprenditore con la società Rapida, è a processo anche per il pesticida pericoloso utilizzato nelle scuole di Sabaudia. Corni è stato rinviato a giudizio per il reato di delitto colposo contro l’ambiente, in quanto la sua ditta fece la disinfezione negli 11 plessi scolastici di Sabaudia del Cencelli e del Giulio Cesare a settembre del 2019. Molti giorni dopo, grazie ai rilevamenti dell’Arpa, sarebbero state trovate tracce del pesticida organofosfato del Clorpifiros metile (CPS), notoriamente utilizzato in agricoltura contro vermi e parassiti.

Corni, il proprietario della ditta, risultava indagato anche perché non avrebbe permesso ai Carabinieri Nas di entrare nei locali della società per effettuare le verifiche del caso. Un’accusa per la quale l’imprenditore di Sabaudia è stato sollevato. In seguito alla disinfezione delle scuole, l’allora Sindaco Giada Gervasi, oggi a processo nell’ambito del processo “Dune e indagata nel secondo filone d’indagine della medesima inchiesta, fu costretta a chiudere i plessi.

Tornando all’inchiesta che coinvolge Secci, gli approfondimenti investigativi sarebbero partite dalle richieste d’accesso agli atti dell’opposizione che voleva vederci chiaro sulle Scia presentate per ottenere l’agognato noleggio ombrelloni e sdraio. Opposizione che, già ad agosto 2022, aveva messo nel mirino Secci, essendo citato a più riprese nell’inchiesta “Dune”.

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