Come già evidenziato in La combriccola dell’astice nel carcere di Latina: dai Travali a Di Girolamo, il secondiglianese di Sabaudia l’inchiesta che prende il nome dal prelibato crostaceo, figlia del filone principale di indagini denominato “Petrus”, ha fatto venire alla luce un sistema fondato sulla corruzione di un numero ancora da definire di guardie carcerarie. In cambio di denaro i boss della mala pontina, e non solo, riuscivano ad ottenere spostamenti all’interno dei penitenziari, droghe, cibi succulenti e profumi.
Al centro dell’indagine “Astice” sicuramente l’ispettore superiore Franco Zinni, poliziotto della Penitenziaria presso il carcere di Via Aspromonte, che consentiva gli spostamenti voluti da pregiudicati quali i Travali e Massimiliano Del Vecchio. Durante il colloquio di questa mattina tenutosi presso il carcere di Rebibbia, dove l’ispettore è detenuto, tra Zinni stesso e i pubblici ministeri Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca, titolari dell’indagine, sono state confermate le dichiarazioni spontanee rese al gip di Latina. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia Zinni ha dichiarato di aver preso soldi, molti soldi, in cambio di favori ad alcuni detenuti del carcere dove prestava servizio perché si trovava in difficoltà e aveva bisogno di quel denaro.
Una pratica molto diffusa a via Aspromonte come ha confermato nell’incontro odierno con i magistrati ai quali ha anche indicato i nomi di alcuni colleghi che adottavano comportamenti analoghi. Altri casi di corruzione insomma oltre a quello di Gianni Tramentozzi, assistente capo della polizia penitenziaria arrestato nell’ambito dell’indagine “Petrus”.
Far entrare nella casa circondariale cocaina o altri oggetti non consentiti era una pratica diffusa ha spiegato Zinni corroborando quanto emerso da alcune intercettazioni telefoniche. I due pubblici ministeri dovranno valutare le dichiarazioni dell’ispettore che mira ad alleggerire la propria posizione processuale collaborando con la Procura.