INCENDI NEL SUD PONTINO: “NON ABBIAMO PIÙ TEMPO, FINIRÀ MALE SE NON AFFRONTIAMO IL PROBLEMA”

“Il paradosso del fuoco. Prevenire gli incendi con il fuoco prescritto”, l’intervento delle associazioni del sud pontino

“Ciclicamente, si ripete la devastazione col fuoco delle nostre colline e montagne. Nei giorni scorsi tutta l’area compresa tra Itri, Formia e Spigno, è stata interessata da incendi. Quanto accade non solo pesa in termini economici per l’impiego di ben due aerei Canadair, di un elicottero AIB e di varie squadre a terra con materiale e attrezzature, ma produce un danno ambientale notevole poiché, oltre alla distruzione di alberi, l’acqua di mare utilizzata, secca tutto. Tutto ciò, con i cambiamenti climatici ormai avanzati e ricorrenti, è una cosa che non possiamo più permetterci.  Oggi avremmo bisogno di una massa arborea ancora più diffusa per ridurre la CO2 e aumentare l’ossigeno e la frescura.

Non abbiamo più tempo e se non affrontiamo con serietà e costanza questo tema, finirà molto male. Negli anni scorsi le Amministrazioni di Itri, Formia, Spigno, Minturno, la Regione Lazio e il Parco degli Aurunci, Protezione Civile e Carabinieri Forestali, giunsero ad un risultato importante: l’approvazione (a Formia) di una delibera comunale d’indirizzo per il contrasto agli incendi e l’adozione di una norma regionale per l’utilizzo del cosiddetto fuoco prescritto. Questo costituisce una tecnica per prevenire gli incendi boschivi, che usa il fuoco per consumare, in modo scientifico, gli elementi più infiammabili del bosco. Si tratta quindi di sottrarre combustibile al bosco e ai versanti, senza alterare i processi ecologici.

Purtroppo a quella fase ne è seguita un’altra di sostanziale stallo. Quelle amministrazioni hanno abbandonato di fatto il programma da loro stesse approvato.  Tuttavia è da lì che bisogna ripartire, ad esempio: 

  • riprendendo il Piano di Gestione Agro Forestale del Comune di Formia e aggiornarlo, tenuto conto che quello adottato nel 2016 è rimasto, nei fatti, sulla carta e non è mai stato approvato dalla Regione;
  • pianificando la costruzione d’invasi per conservare l’acqua dolce, utile per gli allevamenti e per le operazioni antincendio;
  • praticando il fuoco prescritto.

In sintesi occorre tornare ad occuparci della montagna, organizzando le attività escursionistiche, limitando gli insediamenti residenziali, realizzando i servizi. Soprattutto bisogna sviluppare un approccio nuovo di coltivazione boschiva e del verde, a cominciare anche dalle aree urbane, nelle quali il grigio del cemento è divenuto asfissiante.     

Così, in una nota, le associazioni “Comunità Lazio Meridionale ed Isole Pontine e “Incontri & Confronti”.

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