“Oggi, 29 agosto finalmente è arrivata la pioggia, troppo tardi per l’enorme superficie di bosco andati in fumo. Fino a ieri mattina bruciava ancora il Monte Concutella ma la devastazione era iniziata 2 giorni prima con l’incendio appiccato alle pendici di Monte Leano e poi ancora Campo Soriano, Monte Pannozzo, Monte Romanelli (esattamente 3 anni dopo e nella stessa area come fa notare il comitato 12 Agosto di Casaletti), Valle Fasana e Santo Stefano, Monte dell’Acquasanta. Sarà sufficiente per i criminali incendiari che hanno utilizzato tutto il tempo disponibile prima delle piogge e ogni volta prima del buio?
E i suddetti criminali sono sempre sicuri del successo perché sanno che è come sparare sulla croce rossa. Appiccare il fuoco in aree difficilmente raggiungibili da terra e solo dai mezzi di spegnimento aerei; aree sconosciute, nella maggior parte delle volte, ai volontari che arrivano da località vicine e che poco conoscono il territorio collinare di Terracina; assenza di un sistema organico e moderno di controllo del territorio per cui gli interventi partono solo dopo la segnalazione di singoli cittadini e sono coordinati a livello regionale e si perdono minuti e a volte ore preziose; difficoltà di una corretta bonifica dopo lo spegnimento delle fiamme.
Insomma ce ne sarebbe per bocciare numerose amministrazioni, purtroppo quella di Terracina è in buona compagnia. Amministrazioni che con la loro indifferenza verso il fenomeno degli incendi favoriscono il degrado del territorio. Avete presente Itri? Vogliamo fare il bis e tris su Fondi, Terracina, Sonnino e oltre?
Purtroppo un territorio soggetto a incendi presenta un suolo non solo sterile, e quindi difficilmente recuperabile dal punto di vista biologico, ma incoerente e franoso per la mancanza di apparati radicali capaci contrastare lo scivolamento a valle.
E ancora purtroppo sappiamo che il governo centrale e regionale preferisce erogare fondi per l’emergenza, intervento di canadair a esempio, piuttosto che spendere in prevenzione: formazione, cura del territorio, nonché effettuare il dovuto catasto delle zone incendiate che deve essere adottato dai Comuni che provvedono a classificare e a vincolare le aree incendiate, ai fini dell’applicazione delle sanzioni a chi non rispetta il divieto di pascolo sulle suddette aree.
Infatti l’art. 3 del DL 120 del 8.9.2021, convertito in Legge 8 novembre 2021 n. 155 dispone, una specifica “misura di salvaguardia”: “Il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri e i Corpi forestali delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, entro quarantacinque giorni dall’estinzione dell’incendio, provvedono a rilevare le aree percorse dal fuoco e a rendere disponibili i conseguenti aggiornamenti non oltre il 1° aprile di ogni anno alle regioni e ai comuni interessati su apposito supporto digitale. Gli aggiornamenti sono contestualmente pubblicati in apposita sezione nei rispettivi siti internet istituzionali e comportano, limitatamente ai nuovi soprassuoli percorsi dal fuoco rilevati, l’immediata e provvisoria applicazione delle misure previste dall’articolo 10, comma 1, della legge 21 novembre 2000, n. 353, fino all’attuazione, da parte dei comuni interessati, degli adempimenti previsti dal comma 2 del citato articolo 10. Il termine di applicazione dei relativi divieti decorre dalla data di pubblicazione degli aggiornamenti nei siti internet istituzionali”.
Per quanto sopra, quindi, ci sentiamo di chiamare in causa, ognuno per le proprie responsabilità diversi enti oltre quello comunale che comunque avrebbe il ruolo più importante: Polizia Municipale, Carabinieri Forestali, Parchi Regionali, Vigili del Fuoco.
L’importanza di questo team istituzionale e di come ci avevamo visto giusto l’abbiamo avuta l’anno scorso quando siamo riusciti a mettere intorno a un tavolo istituzionale i soggetti nominati, insieme alla Protezione Civile locale e altre associazioni ambientaliste; abbiamo presentato un documento con alcuni punti, pochi in verità, che secondo noi potevano, se realizzati, aiutare la collettività ad evitare quello che invece avviene puntualmente ogni anno e che, quest’anno, ci sembra più grave di sempre. Ci sembra, perché purtroppo non abbiamo da anni il catasto dei suoli percorsi dal fuoco e non possiamo fare confronti”.
Così, in una nota, il Litorale Laziale WWF.