IMPIANTO BIOGAS ALL’EX MIRALANZA, IL COMITATO: “LA REGIONE DICA NO ALL’AUTORIZZAZIONE”

Ex- Miralanza di Pontinia: dopo la denuncia del Sindaco sui rifiuti interrati, l’intervento del comitato sugli ultimi eventi accaduti

“Il Comitato “Basta Rifiuti a Pontinia” apprende che il Comune di Pontinia – per voce del Sindaco – ha presentato in data 27 maggio un esposto formale presso il Comando della Stazione dei Carabinieri di Pontinia, segnalando la sospetta presenza di rifiuti interrati nell’area dell’ex stabilimento Miralanza.

In vista della seconda seduta della Conferenza dei Servizi, prevista per il 30 maggio 2025 e relativa alla procedura di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione, nella suddetta area, di un impianto per la produzione di biometano, questo nuovo episodio non fa che aumentare le perplessità e le preoccupazioni per la salute della nostra comunità.

Ancora una volta ribadiamo il nostro fermo dissenso e chiediamo alla Regione Lazio massima chiarezza e trasparenza, affinché la tutela della salute pubblica prevalga sugli interessi delle multinazionali, come già espresso da tutte le forze politiche locali e dalla stessa Amministrazione Comunale. Quest’ultima, infatti, nei mesi scorsi, a seguito di studi e importanti consulenze tecniche, ha depositato un parere negativo, che riportiamo di seguito per memoria:

“I punti trattati di competenza del Comune di Pontinia evidenziano specificamente come il progetto sia sovradimensionato e ancora in uno stato embrionale, non essendo stato doverosamente approfondito l’impatto sulle matrici ambientali e sulla salute dei cittadini, anche in relazione all’impatto cumulativo e al rischio di incidente rilevante. In considerazione della contaminazione delle acque profonde e dello stato del procedimento di bonifica, il cui piano di caratterizzazione dovrà necessariamente essere integrato nel progetto, si ritiene che quest’ultimo non possa essere valutato dallo scrivente Comune ai sensi dell’art. 242-ter del Codice dell’Ambiente”.

Ricordiamo che la centrale verrebbe costruita in un contesto a vocazione agricola, nelle immediate vicinanze dello storico sito dell’antica stazione di Mesa, su cui oggi si erge il noto edificio rinascimentale, e del mausoleo di Clesippo, risalente al I secolo d.C., oltre che direttamente sull’Appia. Un impianto di tale portata rappresenta una minaccia concreta per l’ambiente, per la salute pubblica e per le prospettive di sviluppo agrituristico dell’intera area.

Le potenziali emissioni odorigene (già tristemente note a chi vive realtà simili), la possibile contaminazione delle acque e dell’aria e l’aumento del traffico pesante potrebbero avere gravi ripercussioni sulla qualità della vita dei residenti e non solo. Inoltre, viste le dimensioni imponenti dell’impianto, è probabile che la materia prima necessaria per la produzione del gas non possa essere reperita esclusivamente in loco, ma debba essere trasportata da altre province e regioni, con conseguenti impatti negativi ancora più rilevanti.

Rivolgiamo quindi un accorato appello alla Regione Lazio, affinché ascolti la nostra comunità e non autorizzi la costruzione di un impianto che, a nostro avviso, è in palese contrasto con i principi della tanto proclamata transizione ecologica, soprattutto alla luce delle recenti e gravi scoperte.

L’agro pontino, già oggi autosufficiente per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, non può e non deve diventare la pattumiera del Lazio e delle regioni limitrofe. Chiediamo al Governo Regionale di rispettare la volontà dei cittadini di Pontinia e dei comuni vicini: la salute e il benessere della comunità devono essere prioritari rispetto agli interessi economici di pochi, che nulla hanno a che fare con la sostenibilità e la tutela ambientale.

Abbiamo già denunciato più volte come la Provincia di Latina stia rischiando di trasformarsi da terra dedita all’agricoltura e all’allevamento zootecnico a terra del biogas, dove il prefisso “bio” è spesso solo una facciata per nascondere pratiche industriali dannose e poco trasparenti. È invece il momento di intraprendere una vera transizione energetica, basata su fonti pulite e rinnovabili. Occorre incentivare la nascita di comunità energetiche, la realizzazione di piccoli impianti di prossimità e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e privato.

Speriamo che il Lazio non diventi l’“Eldorado” delle multinazionali del biogas, interessate solo a speculare e a intercettare fondi pubblici, ma sia invece un esempio virtuoso per le sfide presenti e future che i cambiamenti climatici ci impongono. Lo dobbiamo e lo devono alle future generazioni”.

Così, in una nota, il Presidente del Comitato, Ivan Attanasio.

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