Ciolfi (M5S): “Su un impianto di portata europea la politica locale è rimasta in silenzio. La Sindaca doveva informare la città, ma non fornisce le doverose risposte ai cittadini neanche in Question Time attraverso la sua delegata. Belvisi invoca l’abuso di ufficio, dimenticando che è stato proprio il suo Governo a decretarne tristemente l’abolizione”
“Il BESS come la Biogas di Borgo Carso, autorizzato con Procedura Abitativa Semplificata (PAS), nel silenzio della politica e senza informare i cittadini. Questa è la classe dirigente della politica che governa la città.
Nella seduta di Question Time del 25 settembre è stata discussa l’interrogazione a firma M5S sul mega impianto di accumulo elettrochimico (BESS) da 266 MW autorizzato all’interno della ex centrale nucleare di Borgo Sabotino: il più grande d’Europa, un’infrastruttura di cui non esistono precedenti né in Italia né nel nostro continente, paragonabile solo a impianti realizzati in California o in Corea.
E’ necessario innanzitutto chiarire che il Movimento 5 Stelle ha fatto della transizione energetica una priorità politica e istituzionale: gli impianti di accumulo sono strumenti fondamentali per la stabilizzazione della rete nazionale e per lo sviluppo delle rinnovabili. Ma per noi esiste un prerequisito imprescindibile: la sicurezza dei cittadini e la trasparenza verso la comunità che ospita opere di tale portata.
Su questo invece è mancata del tutto la politica locale. La Sindaca Celentano, destinataria della mia interrogazione, non si è presentata in Aula, delegando l’assessora Muzio a fornire risposte che si sono rivelate generiche e insoddisfacenti: nulla in più di quanto già era stato pubblicato sull’albo pretorio. Nessuna informazione sul progetto, nessun chiarimento sui rapporti con Sogin, nessuna prospettiva sulle misure compensative che spettano al territorio.
L’assenza della Sindaca ha lasciato inoltre un’altra domanda fondamentale senza risposta: da quando fosse a conoscenza del progetto. Se già dal luglio 2024, quando in Comune ha incontrato l’amministratore delegato di Sogin, Artizzu, o dal momento in cui – sempre a luglio 2024 – il Ministero ha espresso parere favorevole al progetto. In entrambi i casi, se la Sindaca sapeva e non ha informato la cittadinanza ha mancato a un dovere basilare del suo ruolo istituzionale di prima cittadina, rappresentante di tutti i cittadini di Latina. Se invece non era stata informata, la vicenda è persino più grave: avrebbe dovuto “balzare sulla sedia” e chiedere immediatamente conto del perché un progetto di tale portata sia stato calato sulla sua testa e su tutta la città senza che ne fosse a conoscenza.
È grave che un procedimento autorizzativo così rilevante si sia svolto in piena estate (22 luglio – 11 agosto), senza dibattito pubblico, senza un consiglio straordinario, senza istruttoria pubblica, senza informare i cittadini di Borgo Sabotino, della Marina e dell’intera città.
Il Comune ha perseguito la strada della Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), resa possibile dalla modifica normativa del dicembre 2024 che ha escluso l’obbligo di VIA anche per impianti di dimensioni mai viste prima in Europa.
In questo contesto, abbiamo assistito durante il Question Time a un grottesco intervento fuori campo da parte del presidente della commissione urbanistica, che ha dichiarato che richiedere la VIA – sebbene non obbligatoria – avrebbe rappresentato un abuso d’ufficio. Ricordo però al presidente Belvisi che l’abuso d’ufficio questo governo l’ha abolito, anzi preciso, tristemente abolito. La mia domanda, cioè se era comunque possibile chiedere una VIA come misura di maggiore sicurezza, anche se non obbligatoria, è rimasta senza risposta.
Come M5S siamo intervenuti sulla questione anche con una interrogazione Parlamentare presentata dalla nostra Deputata Ilaria Fontana al Ministro dell’Interno e al Ministro all’Ambiente e della sicurezza energetica, per verificare che siano stati predisposti gli strumenti di prevenzione e gestione dell’emergenza ai sensi della direttiva Seveso, con particolare riferimento agli scenari incidentali dei BESS e al coordinamento con le attività del sito nucleare in smantellamento. Ne attendiamo la risposta.
A tutta questa incertezza si aggiunge l’atteggiamento dimesso della politica locale: l’assessora ha dichiarato che un coinvolgimento politico avrebbe potuto “condizionare” l’operato degli uffici. Ma la norma prevede esattamente il contrario: la determina autorizzativa recita che la chiusura positiva della conferenza dei servizi è “subordinata a nulla osta, intese e concerti con le amministrazioni”, ma di concertazioni o intese con l’amministrazione Celentano non c’è traccia o almeno così ha risposto l’assessora Muzio, anche piccata.
Se la politica abdica al proprio ruolo, limitandosi a ratificare gli atti degli uffici, allora viene meno la ragione stessa per cui è stata eletta a rappresentare i cittadini.
Infine, non possiamo ignorare un precedente: la vicenda della biogas di Borgo Carso, dove la mancanza di indirizzo politico e il silenzio dell’amministrazione hanno lasciato campo libero a un progetto contestato dai cittadini, con conseguenze pesantissime per il Comune. Oggi rischiamo di rivivere lo stesso scenario.
Gli impianti BESS sono un tassello importante per la transizione ecologica, ma Latina non può essere trattata come un territorio di nessuno, senza trasparenza, senza informazione, senza garanzie di sicurezza, senza compensazioni adeguate, senza una guida politica efficace.
La città ha diritto a sapere: perché sia stato scelto proprio il sito di Borgo Sabotino; quali rischi e quali benefici ricadranno sulla comunità; quali misure compensative sono state concordate per il territorio.
Per questo mi sono dichiarata assolutamente insoddisfatta delle risposte ricevute. Chiedo che la Sindaca convochi subito un consiglio straordinario e un incontro pubblico sul tema. Latina merita trasparenza, partecipazione e sicurezza, non un muro di gomma da chi da due anni e mezzo amministra la città”.
Così, in una nota, Maria Grazia Ciolfi, Capogruppo Consiliare M5S – Comune di Latina.