IMPIANTO AD OSMOSI NELLA DISCARICA DI BORGO MONTELLO: DISPOSTO TAVOLO TECNICO TRA ARPA E INDECO

In foto, un pozzo di drenaggio del percolato all'interno di un invaso gestito da Ecoambiente
In foto, un pozzo di drenaggio del percolato all'interno di un invaso gestito da Ecoambiente

Impianto ad osmosi nella discarica di Borgo Montello: conclusa la prima riunione della conferenza dei servizi sulla proposta di Indeco

Non poteva passare inosservato il parere di Arpa Lazio (leggi approfondimento al link di seguito) che chiedeva alla società Indeco srl, proponente per la realizzazione dell’impianto nella discarica e gestore di alcuni invasi a “Monte Inferno”, alcune integrazioni documentali su un progetto che ha stimolato numerosi dubbi all’agenzia ambientale regionale.

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La conferenza, dunque, si aggiornerà ad esito di un tavolo tecnico tra Arpa e Indeco, dopo che Indeco avrà presentato le necessarie integrazioni. Ad esito del tavolo tecnico richiesto dalla società con Arpa Lazio, e ricevute le integrazioni, sarà aggiornata la conferenza dei servizi con la terza seduta.

Presenti alla conferenza dei servizi anche la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Gaia Pernarella e il comitato dei cittadini di Borgo Montello, famiglie Piovesan, cui però non è stato consentito di intervenire.

Il Comune di Latina, attraverso l’assessore all’ambiente Adriana Calì, ha chiarito che non ci sono motivi ostativi alla realizzazione dell’impianto, pur evidenziando che occorre una attenzione particolare da parte di tutti gli impianti al rispetto della qualità delle acque e dell’ambiente della discarica. L’Ente di Piazza del Popolo chiede con le sue osservazione presentate in sede di conferenza di servizi che sia attuato un continuo monitoraggio del refluo trattato.

Per Indeco la tecnologia è valida e che il monitoraggio è continuo.

A margine della conferenza dei servizi, il tecnico che assiste il comitato dei cittadini dei Borgo Montello, Giorgio Libralato ha dichiarato: “Dopo oltre 50 anni, gli esperimenti sulla loro pelle dovrebbero essere finiti e tutti insieme (Enti locali, organi di controllo, società che gestiscono impianti e siti) dovrebbero pensare che non si tratta di numeri o di ricchezza, ma di persone cui sono state tolta la tranquillità e salute. Si parla tanto di “normalità” e di “pace” che in via Monfalcone non sono possibili da mezzo secolo“.

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