La Provincia di Latina autorizza la costruzione di due impianti a biometano di cosiddetta piccola taglia (250 Kwp) nei due ospedali di Terracina e Fondi
Sembrerebbe a prima vista inusuale e probabilmente lo è, al netto dei tecnici che potrebbero smentire e dire che va tutto bene. Eppure un po’ di effetto lo fa vedere come le società spingano sempre più sul biogas – e se fossero piccoli impianti gestiti sempre a puntino non ci sarebbe niente male – e per di più all’interno di aree ospedaliere.
Sono, infatti, del 1 settembre le due autorizzazioni uniche che la Provincia di Latina ha concesso per 15 anni alla Società Mugnai Spa di Roma per la costruzione di due impianti di produzione di energia elettrica da fonti convenzionali, comprese le relativa opere infrastrutturali, presso i presidi ospedalieri del Fiorini di Terracina e dal San Giovanni di Dio a Fondi.
Interessanti – dipende dai punti di vista – le prescrizioni con cui viene autorizzata la Spa capitolina a realizzare gli impianti a miglior tecnologia e rispetto dell’ambiente:. Tra queste ce ne è una che potrebbe risultare quantomeno ambigua: “prima della messa in esercizio dell’impianto, venga dichiarata la percentuale di energia ceduta alla Rete e l’eventuale utilizzata in loco“.
Dunque, se l’italiano, seppur burocratese, non è un mistero religioso, la società solo eventualmente produrrà energia elettrica da metano – con le dovute emissioni da monitorare e controllare periodicamente – per il fabbisogno dell’ospedale. Il grosso, per andare al sodo, va alla Rete ossia al profitto. Sarà anche un impianto di piccola taglia, così come vengono definiti, ma che senso ha realizzare, con l’autorizzazione del Settore ecologia e tutela del territorio di un ente pubblico, un biometano dentro luoghi dove per elezione ontologica dovrebbe vigere la massima salubrità per gente malata e che soffre?