IL TESTIMONE IMPOSSIBILE AL PROCESSO DEI NARCOS

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Spaccio d droga, in un processo “monstre” con 33 imputati arriva il testimone che fa fatica a parlare: l’udienza si interrompe

Alla fine, dopo pochi minuti di difficoltà, sia il pubblico ministero Giuseppe Miliano che la presidente del secondo collegio del Tribunale di Latina, Elena Nadile, di fronte al quale si svolge il processo per spaccio di droga a carico di 33 persone, devono convenire: esaminare il testimone è inutile.

Accade nel pomeriggio del 24 ottobre quando un testimone, ex assuntore di droga, deve essere interrogato nell’ambito di un processo per spaccio di sostanze stupefacenti che si trascina da tempo: tra gli imputati principali, il 56enne di Sezze, Franco Marongiu, il cosiddetto “sardo”, così come viene chiamato dai collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese, personaggio noto nel mondo della malavita pontina dei narcos.

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Alla sbarra ci sono, in tutto, 33 imputati per un processo che è stato ulteriormente rinviato al prossimo marzo quando inizieranno a sfilare i testimoni della difesa.

Nell’udienza del 24 ottobre, il testimone, chiamato perché assuntore e cliente di alcuni degli spacciatori imputati all’epoca dei fatti (intorno al 2010), viene scortato dai Carabinieri. Si tratta di un uomo ricoverato al Cim (Centro igiene mentale), che nel corso del suo breve esame dice più volte: “Io sono stato al manicomio”. Dopo qualche domanda, il testimone è visibilmente affaticato e alterato, poi sbotta: “Ma che c…o ne so?”, rispondendo alle domande del pm che gli chiede di fatti di circa quindici anni prima. Redarguito dal Tribunale, l’uomo è alterato, si tocca nervosamente la testa sotto lo sguardo vigile dei Carabinieri. Non ricorda niente di quando comprava la droga quindici anni fa.

Il Tribunale e il pm valutano di interrompere l’esame. Il testimone non è idoneo a riportare alcun fatto. Uno spaccato drammatico, mentre l’uomo viene accompagnato via dai militari dell’Arma.

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