“L’Antiquarium di Borgo Sabotino deve abbandonare il ruolo di antro polveroso e oscuro in cui entra (forse) solo un pubblico di esperti e diventare una parte integrante della vita quotidiana dei latinensi, un posto che sia raccordo tra Borgo e centro città, che stimoli passione e curiosità costantemente, un punto di riferimento per la vita culturale di una città che alla vigilia del suo centenario non possiede ancora”.
Un progetto ambizioso quello dell’archeologo Stefano Spagni, responsabile dell’area cultura del Pd di Latina, già direttore tra il 2011 e il 2012 dell’Antiquarium Civico del Procoio a Borgo Sabotino.
“Recentemente – continua Spagni – la candidatura di Latina come città della cultura e il suo epilogo sfortunatamente non inaspettato ha nuovamente portato alla ribalta un problema oramai endemico della città: l’assenza di una identità condivisa e di un suo progetto culturale strutturato a monte. La recente decisione di questa amministrazione comunale di assegnare il Garage Ruspi e l’ex sede della Banca d’Italia alla Sapienza Università di Roma dimostra non solo una inaccettabile assenza di idee ma anche l’assoluta incompetenza in ambito culturale”.
La storia della città
Tra le rare passate eccezioni alcune sono state spesso legate alla fondazione della città ritenendo di andare sul sicuro con il classico nostalgico. Lo slogan “Latina città del Novecento” era ed è pressoché ovunque tanto da insinuarsi sotto pelle e diventare l’unico aspetto consolidato, ma mai approfondito, della nostra identità. E prima? Palude, come recita il nostro gonfalone, punto.
Eppure il territorio pontino prima di Latina brulicava di un fermento di comunità che hanno popolato questa terra protagonista dell’evoluzione umana con la presenza di altri pionieri, cioè dell’Homo Heidelbergensis 400.000 anni fa, poi del Neanderthal e infine del Sapiens in un susseguirsi di occupazioni e abbandoni nel corso delle varie decine e centinaia di migliaia di anni.
Conosciamo queste informazioni da rinvenimenti archeologici provenienti da alcuni scavi condotti sul territorio ma anche da ritrovamenti casuali avvenuti a più riprese nella storia recentissima di Latina; i reperti in questione sono conservati presso l’Antiquarium Civico del Procoio a Borgo Sabotino e illustrano l’evoluzione umana sul nostro territorio con i manufatti in selce dal Paleolitico al Neolitico, la presenza romana repubblicana e poi imperiale, una interessante collezione numismatica, e una sezione dedicata al mare e alla navigazione antica.
Il progetto
“Tuttavia non sono visitabili perché il museo è chiuso” è l’amaro commento dell’esponente del Pd che continua: “Durante il periodo in cui ne fui direttore scientifico, tra il 2011 e il 2012, il tema del museo aperto fu il mio primo cavallo di battaglia, battaglia
che evidentemente non diede i risultati aspettati. Ritorno sul tema, oggi con il supporto del Partito Democratico di cui sono responsabile per l’area identità e territorio, per rilanciare una proposta non solo di riapertura ma anche di rielaborazione dell’Antiquarium Civico del Procoio. Quindi sì, l’Antiquarium aperto e che sia aperto a tutte e tutti, che sappia raccontare storie comprensibili a tutte le fasce d’età, a tutte le etnie che compongono il tessuto sociale della città e a tutte le tipologie di abilità.
Le potenzialità del museo sono enormi: esso ha tutte le carte per diventare il fulcro divulgativo della storia e dell’archeologia del territorio offrendo, ad esempio, a studentesse e studenti laboratori didattici sia durante il periodo scolastico sia durante le vacanze.
Ciò implica un nuovo lavoro su contenuti, comunicazione e allestimento ma anche di nuova concezione; il museo, infatti, deve anche uscire dal museo, deve essere attivo sui social e connesso con altri musei della provincia e della regione, deve saper raccontare storie nelle scuole di tutti gli ordini e gradi, in ospedale, nel carcere, perché davvero tutte e tutti possano godere della bellezza della nostra storia”.