IL TAR BOCCIA IL CONGUAGLIO MILIONARIO CHIESTO DAL COMUNE A 34 FAMIGLIE DI SPERLONGA

Comune di Sperlonga
Sede del Comune di Sperlonga

Contesa milionaria tra 34 famiglie e il Comune di Sperlonga: l’ente chiedeva circa 3 milioni di euro

Una vicenda annosa che trova ora, nella sentenza del 5 maggio disposta dal Tribunale amministrativo di Latina, una prima pronuncia a favore dei cittadini che si sono visti chiedere un conguaglio da circa 3 milioni di euro per un esproprio operato anni fa. Andiamo per ordine.

A ottobre 2023, il Comune, tramite determina, richiedere quasi 3milioni di euro alle 34 famiglie sperlongane, come conguaglio del corrispettivo di concessione del diritto di superficie sulle porzioni immobiliari realizzate nell’ambito del piano di edilizia economica popolare – aree ricadenti nel comprensorio C1b del Piano di Zona.

Il 10 ottobre 2017 il Tribunale di Latina – come ricostruiva una accurata nota del PD locale -, avendo accertato che il Comune di Sperlonga e la Cooperativa Edilcoop Sudpontino avevano tenuto una condotta illecita nella conduzione della procedura espropriativa dei terreni utilizzati per finalità di edilizia residenziale pubblica, condannava il Comune di Sperlonga, in solido con la Cooperativa Edilcoop Sudpontino, al “risarcimento danni” cagionati ai legittimi proprietari dalla occupazione usurpativa dell’area. Tali danni venivano quantificati dallo stesso Tribunale in € 471.835,00, oltre agli interessi legali sulla somma rivalutata dal 15/11/1991 sino al saldo. Con ciò il Tribunale di Latina aveva limitato il risarcimento al solo costo del diritto di superficie”.

“I proprietari danneggiati, non soddisfatti dall’esito del giudizio, ricorsero in Appello, chiedendo una parziale riforma della sentenza stessa. Diversamente, il Comune di Sperlonga e la Cooperativa Edilcoop Sudpontino non ritennero di dover proporre il ricorso, con ciò riconoscendo, implicitamente, l’ineccepibilità della sentenza. Ciò nonostante – proseguono i Dem – il Comune di Sperlonga ha perseverato tranquillamente nella sua condotta illecita, sia nel non eseguendo alcuna delle procedure previste dalla normativa espropriativa vigente, sia nel non dando seguito alla sentenza che gli imponeva il risarcimento del danno causato”.  

Le successive sentenze della Corte di Appello di Roma, recentemente emesse, hanno in parte riformato le sentenze del Tribunale di Latina condannando il Comune di Sperlonga, in solido con la società costruttrice Edilcoop Sud Pontino, a pagare ai legittimi proprietari dei terreni la somma di € 916.992,00 quale risarcimento del danno causato da comportamento illecito. A tale somma vanno aggiunti gli interessi legali e la rivalutazione monetaria, che – calcolati a far data dal 15/11/1991 fino al 31/05/2023 – nel frattempo hanno avuto una crescita esponenziale fino a raggiungere la cifra complessiva di € 2.856.172. 

Dopodiché, il Comune di Sperlonga, tramite la delibera del 24 ottobre 2023, decide di riversare il debito milionario sulle 34 famiglie di impiegati, operai e pensionati che avevano acquistato, circa 40 anni prima, gli appartamenti realizzati sulle aree illegittimamente occupate dal Comune.

Ecco perché le famiglie, difese dall’avvocato Francesco Scali, hanno ricorso al Tar contro il Comune, assistito dall’avvocato Antonio Cardinale, per chiedere l’annullamento della suddetta determina avente per oggetto l'”accertamento somme a titolo di conguaglio relativo al corrispettivo di concessione del diritto di superficie sulle aree comprese nel piano di zona, assegnate alla Cooperativa Edilcoop Sud Pontino. I cittadini hanno chiesto di annullare anche la delibera di affidamento all’avvocato Marco Tomassi (che si è costituito in giudizio) incaricato di intraprendere, nel 2023 (novembre), le azioni giudiziarie nei confronti degli assegnatari del diritto di superficie per il recupero del conguaglio.

Secondo la seconda sezione del Tar, tramite la sentenza di ieri, 5 maggio, “la determina impugnata contiene tutti gli elementi utili per concretizzare una lesione diretta ed immediata nei confronti dei ricorrenti, in quanto quantifica in maniera precisa le somme loro addebitate e in tal modo consente l’adozione di plurimi atti contenenti richieste di pagamento, essendo idonea, in altri termini, anche a fondare titoli esecutivi. Emerge, dunque, che solo attraverso la rimozione di tale atto i ricorrenti possono evitare in maniera definitiva ulteriori richieste di pagamento”.

Per il Tar il ricorso dei cittadini contro il Comune è fondato e va accolto. Non può essere addebitato ai cittadini “l’aumento del costo del corrispettivo (eventualmente) dovuto in base alla convenzione da Edilcoop Subpontino, ossia dal soggetto cessionario del diritto di superficie, parte della convenzione e che, in forza della stessa, era altresì delegato ad eseguire gli espropri per la realizzazione degli immobili destinati ad edilizia popolare”. Cooperativa già condannato in solido con il Comune “alla corresponsione agli ex proprietari del danno pari alla perdita del diritto di proprietà per accessione invertita”.

La determina numero 13 del 24 ottobre 2023, con cui il Comune ha chiesto circa 3 milioni di euro, viene annullata dai giudici amministrativi. La sentenza è stata pronunciata dal collegio presieduto dal giudice Orazio Ciliberti, a latere Massimiliano Scalise e Viola Montanari.



Articolo precedente

PATRIMONIO CULTURALE DI CISTERNA: ACCORDO PER VALORIZZARE TRES TABERNAE, PALAZZO CAETANI E NINFA

Articolo successivo

GAETA, IL VESSILLO DELLA CROCE ROSSA SUL PALAZZO COMUNALE

Ultime da Giudiziaria