Il progetto del Parco Letterario Marguerite Chapin, diretto da Clemente Pernarella, voluto dalla Fondazione Roffredo Caetani per il Giardino di Ninfa in collaborazione con il Teatro Fellini, si sviluppa di anno in anno con iniziative che aprono prospettive sempre nuove rispetto alla funzione e al ruolo che la Fondazione può assumere nello sviluppo del nostro territorio, una stagione quella che sta per iniziare che deve molto alla spinta ed alle scelte del nuovo Presidente Massimo Amodio.
Arte e cultura hanno rappresentato per la famiglia Caetani, soprattutto nel secolo scorso, l’elemento sul quale puntare per costruire un ponte tra la nostra terra e il mondo, il giardino di Ninfa e le sue meraviglie lo strumento più importante per realizzare l’opera. Seguendo il solco tracciato dalla famiglia Caetani la Fondazione ha avviato una nuova stagione di attività e collaborazioni che rende sempre più centrale nelle politiche culturali che riguardano la provincia l’azione trainante dell’Ente. Nelle ultime due settimane a partire dalla fine di maggio Ninfa ha ospitato la Festa del Teatro Eco-Logico di Stromboli in residenza per le prove di “Aminta” di Torquato Tasso. Lo spettacolo, per la regia di Alessandro Fabrizi, debutterà nell’isola a metà Giugno per poi tornare a Ninfa nell’allestimento finale nei prossimi mesi; in corso in questi giorni invece le prove di “Metamorfosi” da Publio Ovidio Nasone, spettacolo diretto da Clemente Pernarella, lavoro conclusivo degli allievi dell’ultimo anno della “Bottega degli Errori”. Metamorfosi debutterà domenica 11 giugno in doppia replica alle ore 16:00 e alle ore 18:00, all’interno dell’Hortus Conclusus, spazio del Giardino aperto al pubblico in via eccezionale poiché non incluso nella visita ordinaria.
Il Giardino è centrale sempre. Luogo di ispirazione, cornice, fattore drammaturgico, letterario, elemento strutturale di un progetto in grado di interpretare al meglio il processo osmotico innescatosi tra produzione culturale e sviluppo territoriale.
“Aminta” porta a Ninfa uno dei festival, quello di Stromboli, di maggior peso nel Mediterraneo. Occasione unica di incontro fra artisti e il pubblico, riuniti sulla perla nera delle Eolie per celebrare un tema ogni anno diverso in 10 giorni di eventi “a spina staccata”, vale a dire senza utilizzo di corrente elettrica per l’illuminazione e l’amplificazione. L’arte, il teatro, la letteratura accompagnano e si alternano a riflessioni e approfondimenti sul tema del rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Il gemellaggio con Ninfa e con il Parco Letterario Marguerite Chapin appare scontato condividendo, le due operazioni, premesse, sviluppi e obiettivi.
Come Aminta anche Metamorfosi si lega al Giardino per i temi trattati nel testo; uno su tutti: l’uomo e la natura. In questo caso la trasformazione, la Metamorfosi, viene affrontata in relazione all’ambiente e filtrata attraverso la lente dell’adolescenza: l’età appunto del cambiamento, dell’inconcluso.
Poche opere come Metamorfosi sanno restituire il senso del “classico” inteso come testo capace di parlare dell’uomo e del mondo attraverso i secoli conservando un rapporto diretto con la contemporaneità. L’uomo, la natura, il senso del divino. Terra e cielo, materiale e immateriale si scompongono per poi ritrovarsi in forme sempre diverse e inaspettate. Ogni forma nuova conserva e trattiene qualcosa della precedente autorizzando una lettura dell’universo che escluda il finito, il definitivo. In generale sono esclusi i confini, i limiti, l’assolutezza. Il mondo degli uomini nasce dal caos, dalla composizione di elementi e l’uomo stesso, il suo sentimento, trasmigrando, sopravvive nel mondo vegetale, animale, celeste o divino addirittura e viceversa, ovviamente. Lo scontro, la lotta, spesso la sconfitta non rendono facile la sopravvivenza dell’essere umano ma la leggerezza dell’opera tiene sempre lontana la tragedia. Dopo duemila anni Ovidio fa sorridere e fa riflettere su temi che quotidianamente risuonano come argomenti legati alla modernità dei tempi, al contemporaneo appunto. Il rapporto con la natura, la differenza di genere, la visione dell’arte, il bisogno di elaborare una idea della divinità, di Dio. Su ognuno di questi elementi Metamorfosi offre nuovi spunti utili ad approfondire l’analisi. L’inafferrabilità della forma è l’elemento consonante alla scelta di affrontare l’opera con giovani attori. L’adolescenza diviene elemento drammaturgico, nulla potrebbe restituire meglio la freschezza e l’energia di Ovidio insieme al senso di smarrimento davanti all’incomprensibile universale.