IL PREDOMINIO CRIMINALE SU FONDI E LATINA CON ALLEANZE E “ENCROCHAT”: “BARDELLINO DISSE A DEL VECCHIO: RISPETTO ALLA TUA FAMIGLIA”

Giovanni Masella in mezzo alle banconote
Giovanni Masella in mezzo alle banconote

Spaccio di droga e predominio sul territorio, il gruppo fondano con gli addentellati nel capoluogo di provincia utilizzava il sistema criptato “encrochat” per mandarsi messaggi ed eludere le indagini degli inquirenti

Una delle tre attività investigative da cui scaturisce l’indagine che ha sgominato il gruppo fondano-latinense gestito da Lauretti, i Del Vecchio, Artusa e Ciarelli junior, è stata condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina nel 2020.

L’indagine trae origine dall’arresto per traffico di sostanze stupefacenti di Salvatore Iannicelli, definito accolito all’associazione che, immediatamente dopo il suo arresto, ha deciso di collaborare con la giustizia. Il fondano si decide a collaborare con la giustizia dopo essere stato miancciato di morte da Massimiliano Del Vecchio e il fratello Gianluca in ragione di un partita da droga da vendere per circa 11 chili tra “fumo” e “erba”.

Purtroppo, annotano i pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia, l’esordio dell’indagine non appariva particolarmente produttivo in ragione dell’utilizzo massivo, da parte degli indagati, del sistema di comunicazione criptato denominato encrochat.

Le armi postate nella chat criptata

Una circostanza indicativa dell’impenetrabilità e dello spessore criminale raggiunto dal consorzio nonché dell’inadeguatezza degli strumenti tecnici di captazione predisposti per farvi fronte, i cui risultati hanno potuto essere oggetto di decriptazione e quindi di una valutazione piena solo in un secondo momento, e cioè dopo il sequestro dei server su cui si poggiava la rete predetta, avvenuto all’estero quando oramai il procedimento penale denominato “Escape” si era definito con l’archiviazione.

La principale fonte istruttoria dell’intero procedimento, con riguardo agli episodi di cui sono gravemente indiziati, è costituita, infatti, dalle comunicazioni, intercorse tra gli indagati, attraverso il sistema criptato “Encrochat” che è stato possibile decriptare grazie alla individuazione in territorio francese del server sul quale confluivano tutte le chat. È grazie alla tecnologia di cui si servono all’estero che le chat vengono bucate; successivamente, per una intuizione investigativa arrivata anche da Latina, quando i Carabinieri decidono di vedere se qualcuno dei “nostri” che ne fa uso, succedere l’impensabile, almeno fino a quel momento.

Anche i “nostri” utilizzano l’olandese Encrochat, un sistema che fa sentire liberi i criminali che si comunicano di tutto, esibendosi anche in pose che fanno sfoggio di ingordigia tra soldi e droga. Dopodiché unendo i tasselli con un’altra indagine chiamata “Risiko”, che ha posto in esame la guerra criminale di Fondi per le piazze di spaccio tra il gruppo “Ferri-Pannone” e quello “Del Vecchio-Lauretti” (esplicitata nella serie di attentati incendiari alle auto tra marzo e luglio 2021), la Direzione Distrettuale Antimafia riesce a specificare tre macro-temi: l’associazione della droga gestita dai fratelli fondani Massimiliano e Gianluca Del Vecchio e i concittadino Jhonny Lauretti; l’espansione operativa di Lauretti-Del Vecchio con l’appoggio della vecchia guardia della mala latinense, Alessandro Artusa (già condannato per l’omicidio di Francesco Saccone avvenuto a Piazza Moro) e la nuova leva dei Ciarelli, Roberto Ciarelli; infine i singoli episodi di spaccio ed estorsioni che vedono i “protagonisti” della storia criminale arrivare anche a fuori provincia.

Un gruppo quello fondano, con l’appoggio dei temuti e violenti latinensi Artusa e Ciarelli, che aveva mire espansionistiche e di controllo non solo a Fondi e Latina, ma anche a Frosinone, Aprila, Anzio, Nettuno e persino Trieste dove bazzica un fondano d’origine, Tonino Pallozzi. Lo spessore criminale di Massimiliano Del Vecchio è diventato sempre più rilevante. A raccontarlo è il collaboratore di giustizia Salvatore Iannicelli che spiega di come Del Vecchio poteva parlare “a tu per tu” con il formiano Gustavo Bardellino, dell’omonima famiglia erede del fondatore del clan dei Casalesi Antonio Bardellino.

“Ho potuto leggere – spiega agli inquirenti – in uno dei messaggi che Massimiliano Del Vecchio ha scritto a Gustavo Bardellino “dì ai tuoi ragazzi che chiudono la bocca altrimenti vengo io e la chiudo a tutti quanti”. Credo che la ragione fosse che Guido Saltarelli e gli altri due ragazzi mettevano voci in giro su Massimiliano Del Vecchio. Da parte sua Gustavo Bardellino rispondeva dicendo “ti chiedo scusa” “massimo rispetto per te e la tua famiglia” “adesso ci penso io”. A questo punto Gustavo Bardellino e una persona che era con lui condussero Guido Saltarelli e l’altro ragazzo al porto e picchiarono Guido Saltarelli e rimproverarono l’altro ragazzo della figuraccia che gli avevano fatto fare con Massimiliano”.

Ma il gruppo Lauretti-Del Vecchio dimostra il suo salto di livello criminale con il possesso dei criptotelefonini che vengono dati ai vai affiliati. Attraverso l’analisi preliminare dell’archivio encrochat già in possesso del R.O.S. Carabinieri, è stato possibile risalire agli account dei soggetti che entravano in contatto con Johnny Lauretti, il cui criptotelefonino era stato già individuato con certezza.

Una volta penetrati all’interno del sistema Encrochat, gli investigatori hanno potuto ricostruire tutta la rete dei rapporti. Ci sono foto come quella dell’affiliato Giovanni Masella che fa sfoggio di armi e soldi; oppure Onorato Rotunno che impugna due pistole. E così via in un crescendo di immagini criminali di un gruppo che, al riparo di Encrochat, credeva forse di essere invincibile.

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