Loas di Aprilia: solo dopo il maxi incendio la Provincia di Latina ha bloccato la proroga all’operatività degli impianti, ma c’è un Ente, tra quelli partecipanti alla conferenza dei servizi, che aveva giudicato carente la documentazione fornita dalla Loas Italia srl di Via della Cooperazione
Siamo sicuri che gli enti che dovrebbero controllare, verificare e, poi, dare il via libera o meno a un impianto che tratta rifiuti speciali (non pericolosi, eppure la nube degli incendi e miasmi conseguenti non sono proprio aria fresca) siano in grado di farlo? Un cittadino può fidarsi di amministrativi e tecnici pagati profumatamente con i soldi pubblici che guidano settori i quali, a verificare dai verbali, manco si presentano a dire se un impianto va bene o no?
E i politici eletti, o indirettamente eletti come in Provincia di Latina, servono a qualcosa quando tutto è lasciato in mano ai settori tecnici e amministrativi? E, infine, come mai nessun politico della Provincia di Latina ha mai da ridire sulle autorizzazioni concesse a questi impianti? È chiaro che il loro potere è limitato per legge, ma come mai sono solerti a inviare veline ai media per qualsiasi nonnulla trascurabilissimo, con il desiderio di trovare soddisfatta la propria vanità, e invece pigrissimi quando si parla di impianti e rifiuti (a meno che non si scateni un inferno di fuoco e fumo, si capisce)? Domande retoriche, si dirà, ma che prendono forza con quanto l’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha risposto al tecnico e ambientalista Giorgio Libralato, da sempre attento a tutte le vicende impiantistiche che si manifestano in provincia di Latina.
“Buongiorno – scrive l’Agenzia regionale a Libralato – l‘ARPA Lazio in due occasioni negli ultimi mesi ha valutato carente di informazioni la documentazione prodotta dalla LOAS e ha richiamato la necessità del rispetto della Circolare Ministeriale “Linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione di rischi” (ndr: emanata in seguito al caso ECO X di Pomezia nel 2017). In data 22/6 l’Agenzia non ha rilasciato pareri – come erroneamente riportato dalla determina della Provincia di Latina con cui il 17 agosto, a disastro avvenuto, ha preavvisato la Loas di un diniego al rinnovo dell’autorizzazione – ma ha inoltrato alla Provincia di Latina la presa d’atto di quanto ricevuto dalla LOAS in risposta a tali valutazioni“.
Eppure, la Provincia scriveva, sempre nella determina del 17 agosto, che “durante la conferenza dei servizi sono stat acquisiti i pareri non ostativi, con prescrizioni in forma esplicita” da parte di Arpalazio sezione di Latina e del Comune di Aprilia (a differenza dell’Agenzia, è silente rispetto a quanto scritto dalla Provincia). È possibile per tecnici e amministrativi così esperti, come quelli che ci sono in Provincia di Latina, confondere una presa d’atto con un parere? E i richiami alla Circolare Ministeriale perché sono stati ignorati?
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L’Arpa Lazio, ad ogni modo, in due occasioni negli ultimi mesi ha valutato carente di informazioni la documentazione prodotta dalla LOAS. Ecco perché, sempre Libralato, e chiunque abbia un minimo di buon senso, si domanda: Di che tipo di carenze si parla?
Qualcuno ne ha verificato la pericolosità ai fini della permanenza in attività del sito?
Chi doveva verificare?
E, sopratutto, l’incendio poteva essere evitato se tutti, ma proprio tutti tra gli enti che dovrebbero tutelare i cittadini, avessero fatto il proprio dovere e indotto a rispettare la Circolare post Eco X?
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Dal momento che le autorizzazioni alle società, che fanno businnes con gli impianti, vengono prorogate così a cuor leggero con conferenze servizi in cui gli Enti non si presentano, e in cui persino non si tiene conto di Agenzie preposte alla tutela dell’ambiente, non è allarmistico rimanere preoccupati da un fatto. I controlli non ci sono e la sensazione forte è che i cittadini siano lasciati in balia del destino che, però, quando si presenta cinico e baro può far sì di trovarsi in mezzo a un inferno come quello generato dal disastro Loas o come l’ultimo, capitato a distanza di dieci giorni dall’incendio di Aprilia, avvenuto al deposito di pneumatici di Ardea nella notte tra il 19 e il 20 agosto.
Al netto del dolo o meno di un incendio, così proprio non va.