Bagnini a Latina a estate trascorsa il disastro dell’affidamento da parte del Comune è completato: all’orizzonte un probabile contenzioso
Che l’estate sul lungomare di Latina abbia certificato la bocciatura completa dell’assessore competente Gianluca Di Cocco, esponente di Fratelli d’Italia ben saldo nell’amministrazione Celentano, è un dato oggettivo.
Il lungomare del capoluogo è stato praticamente privo di servizi pubblici e i bagnini, sulle spiagge libere, erano più rari di un panda. Un passo indietro per capire la portate del fallimento amministrativo. Domenica 4 agosto l’annegamento del settantenne Giuseppe Beltrame: l’uomo che, per via di un probabile malore, dopo essersi tuffato in acqua, a non molta distanza dove morì l’anno prima l’eroe Franco Gatto (salvò due bambine gettandosi in mare), muore tra gli sguardi terrorizzati dei famigliari e degli altri bagnanti.
Dopo questo episodio, l’opposizione in consiglio comunale a Latina chiede le dimissioni dell’assessore al Demanio Marittimo della Giunta di Matilde Celentano, Gianluca Di Cocco. L’obiezione è semplice: si è già ad agosto e sulle spiagge libere di Latina non c’è ancora nessun servizio di assistenza bagnanti, peraltro dovuto per legge. A due giorni dalla tragedia di Beltrame, per cui l’assessore Di Cocco scrive un post di condoglianze sui social, l’ente, dopo qualche pasticcio avvenuto tra giugno e luglio, assegna a Terra Pontina srls il servizio per assistenza bagnanti per un importo di 263mila euro. L’azienda di Terracina, che da anni opera sui lidi pontini, ottiene così l’importante appalto nel capoluogo di provincia (tramite un ribasso di meno dell’1%), dopo averlo avuto anche quest’anno, in affidamento, anche nella medesima Terracina.
A farla da padrone, quindi, è sempre la ditta che è stata peraltro citata nella maxi indagine della Procura di Latina denominata “Free Beach”. Una inchiesta che, come noto, si è arenata, nonostante che, a marzo scorso, la Procura di Latina, a due anni dagli arresti che terremotarono l’amministrazione terracinese di centrodestra guidata dalla Sindaca Roberta Tintari, ha chiesto il rinvio a giudizio per 32 persone, tra cui, per l’appunto, l’ex prima cittadina.
Tra intoppi e eterni ritorni, sembra che finalmente il servizio sicurezza sulle spiagge di Latina, sebbene si sia ad agosto inoltrato, possa essere garantito. Il problema è che, dopo l’affidamento del 7 agosto, nessuno, a Latina, vede un bagnino manco a pagarlo oro. Ecco perché, lo scorso 2 settembre, il servizio “Patrimonio” del Comune di Latina revoca l’affidamento alla Terra Pontina srl. I dettagli della revoca sono scritti in una determina pubblicata a venti giorni di distanza, esattamente lo scorso 20 settembre.
Come già trapelato, il servizio non riesce a partire. Lo scorso 8 agosto – si legge nella determina – si tiene presso l’Ufficio Circondariale Marittimo di Terracina – distaccamento di Rio Martino, a Latina, un incontro tra il personale dell’Autorità Marittima nonché del Servizio Demanio Marittimo e il Legale Rappresentante della società Terrapontina s.r.l.s.u., finalizzato a rendere note le 21 postazioni di salvamento da collocare sul tratto di lungomare Foce Verde – Rio Martino, nel corso del quale la ditta manifesa l’incapacità tecnica e strutturale di assolvere all’esatto adempimento del contratto. Il motivo è l’oggettiva difficoltà nell’assicurare in tempi brevi la totalità del servizio per carenza di personale qualificato assistente bagnante in regola con le abilitazioni di legge, garantendo nell’immediatezza l’attivazione di sole 5/6 postazioni invece delle 21 appaltate.
Il Comune, dal canto suo, sollecita la ditta terracinese ad assolvere il suo compito. Invano, perché ne consegue che a metà agosto la ditta garantisce appena 4 postazioni di bagni per un lungomare di chilometri e chilometri, al netto degli stabilimenti e dei chioschi gestiti dai privati che mettono a disposizione, per il tratto di spiaggia affidato, i propri bagnini.
Fatto sta che l’ente di Piazza del Popolo è costretto, a inizio settembre, a prendere atto della “mancata attivazione del servizio di salvamento sulle spiagge libere”. Una circostanza che “si configura come un grave inadempimento contrattuale attesa la natura e la finalità del servizio da rendere volto alla tutela della incolumità e sicurezza dei bagnanti, tale da configurarne la decadenza dall’aggiudicazione del servizio, non avendo adempiuto agli obblighi imposti dal relativo provvedimento di aggiudicazione, e per non aver esercitato le facoltà derivanti dal provvedimento, legittimando per l’effetto la revoca dello stesso, come suffragato dal consolidato orientamento giurisprudenziale concludente per la legittimità di una revoca/decadenza dell’aggiudicazione”. Un inadempimento grave tanto più che la ditta terracinese “nella domanda di partecipazione ha, non solo accettato, senza condizione o riserva alcuna, tutte le norme e disposizioni contenute nella documentazione gara, ma anche espressamente dichiarato “di impegnarsi a dare inizio all’esecuzione dei servizi oggetto di affidamento anche prima della stipula contrattuale”.
La conclusione della determina è tombale per l’impresa di Terracina. “Il Comune di Latina ha conseguito danni, e ne potranno derivare ulteriori, riservandosi pertanto di effettuarne le dovute richieste nelle sedi e autorità opportune”. Un danno che si amplifica se si tiene conto che Latina è insignita da anni della bandiera blu, un vessillo più sulla carte che nei servizi che dovrebbero essere garantiti e che non lo sono: dai bagnini all’accesso ai disabili, fino al disastro di Rio Martino.
La determina, quindi, procede all’annullamento degli impegni assunti con la determinazione n. 1582 del 5 agosto, revocando i 250mila euro in favore di Terrapontina Srl.