IL CASO DEL MURO SUL LUNGOMARE DI SABAUDIA

Il muro sul lungomare di Sabaudia, emerge il caso di un evidente abuso sul litorale che, però, è lì da tempo

Sacrosanta indignazione social e anche una interrogazione comunale dall’opposizione a Sabaudia per un muro che si erge sul litorale di Sabaudia a pochi metri dalla riva. Qualcuno, infatti, si domanda banalmente dove sia finito il vincolo di inedificabilità per i duecento metri dalla riva.

Qualcun altro, sempre sui social, posta una foto del 2020 dove, invece del muro, si vede un recinto di legno. Ad ogni modo, a due passi dal Promontorio, c’è un muro che pare di cemento (anche se più di qualcuno giura non lo sia) che proprio non fa fare una bella figura alle autorità che monitorano il lungomare.

Il primo ente a dover chiedere spiegazioni e arrivare a un chiarimento, comunque, dovrà essere il Comune per l’ennesimo scempio prodotto dall’uomo in uno dei luoghi più belli del Lazio. L’abuso di trova dopo il noto stabilimento “Saporetti”.

“Ogni giorno – ha scritto il Presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Marzano – scopro aspetti del Parco Nazionale del Circeo che lo fanno apparire sempre più interessante e straordinario, soprattutto per le sue peculiarità naturalistiche e paesaggistiche.

Di sicuro, colpiscono le centinaia di specie animali che vivono stabilmente in quest’area o che vi trascorrono parte della propria vita, sorprendono i numerosi habitat esistenti, alcuni di essi ormai assolutamente rarefatti a livello europeo. Ho dovuto, purtroppo, rendermi conto che la naturalità e la grande bellezza di questi posti poggia spesso su equilibri delicati e fragili, minacciati, negli anni, da eventi non proprio compatibili con un’area protetta così importante.

Ad esempio: da decenni in una delle zone umide di importanza mondiale è attivo un poligono di tiro per l’addestramento con armi da fuoco; per molti anni si sono potuti costruire manufatti, anche sulla duna millenaria, senza alcun permesso edificatorio; sono state introdotte specie animali alloctone senza valutare i danni che avrebbero potuto arrecare agli habitat delle specie indigene; hanno tentato di far diventare, parte del lago di Paola, un porto turistico con migliaia di inquinanti barche a motore; utilizzato la spiaggia e la duna per eventi altamente invasivi, come gli spettacoli pirotecnici o veri e propri rave party con migliaia di persone esagitate dall’alto volume dei suoni emessi. Proprio in questi giorni, viene segnalata sui social l’apparizione di un muro imponente ai piedi della duna e giustamente si registra l’indignazione di residenti e semplici frequentatori dell’area.

Facendo un minimo di indagine si scopre che quel muro risale probabilmente a tempi antecedenti gli anni 2000. Il manufatto era mascherato, verso la spiaggia, oltre che dai cumuli di sabbia, da palizzate di cannucce, ora rimosse forse in attesa di rimetterne di nuove, che ne nascondevano l’evidenza e, in qualche modo, ne attenuavano il nefasto impatto visivo.

È mai possibile che, prima d’ora, nessuno l’avesse notato? Ora si cercano capri espiatori e, come a volte accade, si punta il dito verso l’Ente Parco. Dimenticando che quest’ultimo è stato istituito con un DPR del 2005, risultando effettivamente operativo solo dal 2007. Prima del 2005 sono stati commessi migliaia di abusi edilizi e quel muro potrebbe essere uno di quelli. Gli organi competenti svolgeranno tutti gli accertamenti e procederanno con le eventuali azioni sanzionatorie che riterranno opportune. Stiamo tracciando una linea di condotta per l’Ente Parco basata su tolleranza zero verso tutte le attività che potrebbero arrecare disturbo ai delicati equilibri ambientali del territorio che, speriamo, non ci impediscano di proseguire. Ben venga l’indignazione dei cittadini più sensibili di fronte a certe aberranti attività, sappiano che noi saremo sempre dalla loro parte!”.

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