IL CARCERE DI SANTO STEFANO NEL DEGRADO. I FONDI CI SONO MA SONO INUTILIZZATI DAL 2016

Carcere di Santo Stefano
Carcere di Santo Stefano

Il degrado regna sovrano sul carcere di Santo Stefano, il luogo dove il compianto Sandro Pertini, Umberto Terracini, Rocco Pugliese, Sante Pollastri (che ispirò Francesco De Gregori con “Il bandito e il campione”) e altri scontarono la loro dissidenza politica al Ventennio fascista o altri reati – senza contare l’anarchico Gaetano Bresci.

Sandro Pertini
Sandro Pertini

A scrivere di ruggine, calcinacci ed erba alta che attanagliano la fortezza borbonica è il Corsera romano che ricorda come il recupero della prigione del Settecento chiusa nel 1965, in realtà, sarebbe previsto dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) – la struttura penitenziaria è di proprietà del Demanio – che ha stanziato 70 milioni di euro nel 2016 completamente inutilizzati da allora, se si eccettua la cifra di 1,6 milioni di opere primarie come l’eliporto che dovrebbe servire per scaricare i materiali utili ai lavori. Un paradosso.

I fondi scadranno nel 2021, occorre essere celeri, anche perché se dovesse mancare un progetto, quei denari sarebbero destinati ad altro. Dal 2016 tre anni buttati, a prescindere dal colore dei governi che si sono succeduti. 

La chiesetta al centro del carcere, restaurata nel 2005, sta subendo l’incuria del tempo che passa con l’intonaco che via via si stacca; così come i pavimenti della tessitoria, andati giù due anni fa, e la palazzina del direttore del carcere.

Tre quarti del fu penitenziario sono inaccessibili inclusi la cella 36 dove Sandro Pertini scontò la sua pena e il cimitero.

Francesco Carta
Francesco Carta

Francesco Carta, l’assessore delegato del Comune di Ventotente a relazionarsi col tavolo tecnico, spiega al Corsera che si è ormai agli sgoccioli per salvare il complesso, nonostante le visite turistiche siano riprese dal 2016 proprio per non lasciare avvizzito il capolavoro di architettura giudiziaria. 

L’appello lanciato da Carta è al vecchio/nuovo Ministro della Cultura Dario Franceschini, sperando che non cada nel vuoto. L’obiettivo è trasformare il carcere in un vero e proprio museo dal momento che la messa in sicurezza, ribadisce l’assessore dell’isola di Ventotene, non è sufficiente.
Basterebbe copiare gli americani che hanno mutato Ellis Island a New York, l’isolotto che guarda la Grande Mela, in uno straordinario luogo di memoria e storia dell’immigrazione novecentesca, oppure Alcatraz, il carcere di massima sicurezza, meta di ogni turista che si reca a visitare San Francisco e la California. È così difficile?

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