I TRAFFICI DEI RIFIUTI TRA BORGO SAN MICHELE E ROMA: MIGLIAIA DI TONNELLATE GESTITE ILLECITAMENTE. ECCO CHI SONO

Roma e Latina: i Carabinieri eseguono quattro arresti e tre sequestri per un ingente traffico illecito di rifiuti speciali e non

A finire agli arresti domiciliari, in ragione dell’indagine della DDA di Roma e dei Carabinieri Forestali capitolini e pontini, sono in quattro, accusati di traffico illecito di rifiuti. Tra di loro il latinense Gianni Altobelli (57 anni), amministratore di fatto della Rofter Ecologia di Borgo San Michele, sulla Migliara 45, società che si occupa di gestire materiali ferrosi e rifiuti speciali e non. Con lui, ai domiciliari, anche Carlo Obermaier (44 anni), Pasquale Obermaier (41 anni) e Mirel Baeram, rumeno di 30 anni. Tra i 73 indagati anche Francesco e Manolo Fe’, appartenenti alla nota famiglia rom stanziale nel territorio pontino. Indagati persone del territorio pontino, ciociaro e romano.

Sigilli a tre società: la Rofter Ecologia di Altobelli, la Servizi Trasporti Ambiente Ecologia srl di Latina, con sede sempre sulla Migliara 45 a Borgo San Michele, e, infine, la R.eco.l. srl con sede legale a Fondi (ma di fatto operante a Latina), oltreché a una cinquantina di mezzi in uso alle società e a al rumeno Baeram.

È di questa mattina, 14 febbraio, l’esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misure personali e reali, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Tamara De Amicis, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli, all’esito di un’attività di indagine che ha riguardato un ingente traffico illecito di rifiuti speciali e non, che, raccolti in violazione della normativa di settore da una serie di soggetti nei territori delle province di Roma e Latina, sono stati poi conferiti senza alcun titolo e in maniera non tracciata presso dei centri raccolta del capoluogo pontino, tra cui il centro rottami a Borgo San Michele.

I reati contestati sono quelli di associazione organizzata per il traffico illecito di rifiuti, di gestione di rifiuti non autorizzata, di violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari di riciclaggio.

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Sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza raccolti, il Gip De Amicis ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti dei quattro soggetti, il sequestro preventivo delle quote societarie e dei complessi aziendali delle tre distinte società che gestivano i centri raccolta a Latina – affidati ad un amministratore giudiziario – nonché il sequestro preventivo di una cinquantina di automezzi impiegati per la raccolta, il trasporto e l’illecito conferimento dei rifiuti. 

L’indagine, avviata nel 2021, è stata condotta in collaborazione dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma e dei Gruppi Forestali di Roma e Latina, nonché dagli agenti della Polizia Locale e Metropolitana di Roma Capitale. Il traffico di rifiuti accertato e ricostruito ha riguardato oltre 540 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi – in particolare batterie al piombo – e 5.500 tonnellate di rifiuti ferrosi e metallici

Altobelli risulta essere amministratore di fatto non solo della Rofter, ma anche della Re.Col srl, società in cui sono confluiti i mezzi di trasporto dei rifiuti appartenuti ad un’altra società, sempre controllato dal medesimo Altobelli: la Stae srl. Indagati anche Ines Quattrociocchi, amminsitratore della Rofter e maria Teresa Giammicchia, socia della Rofter.

Altobelli e le due donne, secondo le accuse, “agendo in concorso con gli altri soggetti indagati dai quali accettavano a ai quali cedevano rifiuti di illecita provenienza, allestendo i mezzi e le infrastrutture aziendali riconducibili alle imprese e il relativo personale dipendente, al fine di conseguire un ingiusto profitto consistito nel ricavo patrimoniale derivante dall’accettazione di rifiuti pericolosi e non pericolosi non tracciati e dalla loro successiva vendita, gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti, utilizzando formulari con false dichiarazioni, cioè con dichiarazioni di vendita (auto-fatture) in cui avrebbero attestato falsamente che il soggetto cedente non fosse obbligato all’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali in quanto soggetto privato, nonché accettando rifiuti speciali in assenza di formulari e rifiuti urbani in violazione della privativa comunale, con conseguente annotazione fraudolenta nei registri di carico e scarico dei rifiuti illecitamente accettati risultanti come auto-prodotti, ovvero con omesse annotazioni, mascherando così il superamento dei limiti quantitativi autorizzati“.

Avrebbero così gestito illecitamente oltre 542 tonnellate di batterie di piombo annotate artatamente nei registri di carico per il 2020 con la causale “carico da lavorazione”. Di queste tonnellate, oltre 400 erano in superamento dei limiti di stoccaggio consentiti dall’autorizzazione ambientale.

Sono stati gestiti illecitamente, secondo la DDA, sempre nel 2020, anche 848 tonnellate di rottami di demolizione di veicoli fuori uso, pur non avendo l’impianto l’autorizzazione per l’autodemolizione.

Nel 2021, altre 252 tonnellate di rottami di demolizioni nell’impianto di Borgo San Michele che non avrebbe avuto l’autorizzazione all’autodemolizione. E ancora, nel 2020, la Rotfer Ecologia srl ha gestito 3 milioni e 644mila tonnellate di rifiuti metallici ferrosi e non ferrosi dichiarati di origine edile, ma artatamente con la causale “prodotti nell’unità locale”, di cui oltre due milioni e mezzo in superamento dei limiti di stoccaggio consentiti dall’autorizzazione ambientale. Nel 2021, sono state quasi 700mila le tonnellate di rifiuti metallici ferrosi e non ferrosi gestiste illecitamente e classificate artatamente nel registro di carico. Inoltre, nel periodo da maggio 2021 a luglio 2021, l’azienda ha accettato 11 veicoli fuori uso, di cui uno di provenienza delittuosa, e 589 conferimenti di rifiuti di rottami di varia natura, in parte pericolosi, da almeno 59 soggetti diversi non autorizzati alla gestione dei rifiuti.

Gli Obermaier sono accusati principalmente di aver allestito una flotta di mezzi di trasporto (come autocarri), alcuni dei quali fittiziamente ceduti alla Stae srl (gestita da Altobelli, ossia la società progenitrice della Recol, oggi sequestrata), in modo da poterli inserire nell’Albo Nazionale Gestori Ambientali della suddetta società. Inoltre, avrebbero realizzato un deposito abusivo di rifiuti ad Ardea, in Via Monte Lupo, così da conseguire un ingiusto profitto tramite la vendita di batterie e la gestione di rifiuti di batterie esauste. poi ceduta alla società Ecorab di Davide Cincotti (indagato) e in parte ad altri destinatari.

Mirel Baeram, insieme ai suo parenti, è accusato di aver effettuato stoccaggi illeciti di rifiuti presso un rito in Via Tiberina a Roma, occupato abusivamente. Baeram e i suoi parenti avrebbero utilizzato autocarri non autorizzati al trasporto dei rifiuti e messo in pratica, nel 2021, 23 trasporti abusivi di batterie esauste e altri rottami con cessione all’azienda Rofter Ecologia srl di Borgo San Michele (movimenti accertati dalla video-sorveglianza). Anche nel 2020, i Baeram avrebbero ceduto rifiuti alla ditta latinense in 98 occasioni. Successivamente la Rofeter avrebbe attestato falsamente di aver effettuato il trasporto per oltre 110mila chili di batterie esauste, 680 chili di rifiuti non pericolosi, derivanti da autodemolizione e 25mila chili di rifiuti edilizi. I fatti sono stati commessi tra Latina e la provincia di Roma.

Tuttavia, le accuse sono molteplici. Altobelli e altri indagati devono rispondere anche di aver effettuato illeciti quali la raccolta e il trasporto di rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non, con conferimento oneroso presso l’impianto di Borgo San Michele. Molte persone sono indagate per aver trasportato questi rifiuti, tramite autocarri non autorizzati. Si tratta di centinaia di conferimenti finiti nel mirino dell’Antimafia.

Inoltre, Altobelli è accusato anche di aver demolito un’auto – un Alfa Romeo 147 – denunciata come rubata per evitare che fosse identificata, con l’aggravante di di averla rottamata senza le prescritte autorizzazioni ambientali.

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