Asservire la propria funzione di Carabiniere all’imprenditore Luciano Iannotta è ben delineato in più parti dell’indagine della Squadra Mobile di Latina denominata “Dirty Glass”
I due carabinieri Alessandro Sessa e Michele Carfora Lettieri, uno più noto (caso Renzi-Consip) con un passato come comandate della Compagnia Carabinieri di Latina, l’altro prima a Sezze e poi nella Compagnia Carabinieri di Terracina, setacciavano, a quanto risulta agli investigatori, lo SDI e il Ced, due archivi importantissimi per chi conduce le indagini e dove sono raccolte tutte le informazioni, di natura penale, riguardanti i cittadini italiani. Un manna per chiunque voglia farsi gli affari degli altri e mettersi in una posizione di forza. Come quando Iannotta interpella il colonnello Sessa per ottenere informazioni su appartenenti dei servizi segreti in un ruolo capovolto: è l’imprenditore di Sonnino a monitorare i servizi e non il contrario.
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È Iannotta a chiedere e i due Carabinieri ad eseguire in cambio di qualcosa. L’imprenditore, ad esempio, si interessa, chiamando Carfora Lettieri, ai dati delle persone che lo hanno fatto rimanere con un pugno di soldi farlocchi.
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E, ancora, l’eclettico Luciano si dà da fare quando uno dei suoi dipendenti, Cornel Marita Grigore, detto Mario il rumeno, ha qualche problemino con lo spaccio di stupefacenti tanto che Iannotta dice a una donna con cui si relaziona di averlo picchiato.
In particolare, l’episodio che coinvolge Carfora Lettieri della Compagnia di Terracina è inquietante e un pugno forte alla credibilità delle Istituzioni. Il carabiniere, infatti, rivela a Iannotta di un’indagine su un giro di spaccio a carico di “Mario il rumeno” originata da un decesso. A condurre gli accertamenti investigativi è proprio la Compagnia dei Carabinieri di Terracina che, in questo modo, se la ritrova viziata. Tanto più che è lo stesso Iannotta, insieme a Sessa, a riferire a “Mario il rumeno” di poter parlare al telefono tranquillamente allo scoccare di una data precisa, ossia quando le intercettazioni dei Carabinieri che indagavano sarebbero cessate.
Ma per cosa si venderebbe Carfora Lettieri? Perché mai si presta anche ad acquisire informazioni sull’imprenditore edile D. P. (le sue iniziali) della Edil Safe di Sezze Scalo, sempre su sollecitazione di Iannotta? A dirlo è lo stesso Presidente di Confartigianato Imprese in una conversazione captata con Alessandro Sessa in cui definisce Carfora Lettieri “un accattone“.
Iannotta: “Mi sta sul cazzo, gli sto a da’ dai 1500 ai mille euro al mese“.
Sessa: “Ahhh, vedi!“.
Iannotta che sospetta che Carfora Lettieri (loro lo chiamano anche “Carforone”) stia ingrandendo la questione che vedrebbe coinvolto “Mario il rumeno” in un giro di spaccio al Centro Commerciale: “È un accattone, per questo io penso che la potrebbe pure avere amplificata ‘sta cosa“. E poi si augura che i Carabinieri vengano a perquisire tutto il centro commerciale in modo tale da levarsi d’impaccio la questione.
Corruzione, rivelazione e utilizzazione dei segreti d’ufficio. Per gli investigatori non ci sono dubbi: Sessa e Carfora Lettieri hanno venduto la loro funzione.
L’episodio di Carfora Lettieri, in servizio a Terracina come Carabiniere, è ancora più grave se messo in correlazione col fatto che vede coinvolto un altro indagato di “Dirty Glass”: Stefano Ivano Altobelli, in servizio al Commissariato di Polizia come sostituto commissario a Terracina, coinvolto nella falsa estorsione inscenata dal fido collaboratore di Iannotta, Luigi De Gregoris (definito dal pentito Riccardo “testa di legno di Iannotta”), per aver fornito una scheda Sim falsa intestata a una donna indiana.
Una situazione inquietante che coinvolge le Forze dell’Ordine della città e che non ha trovato nessuna parola spesa da parte dei candidati alle elezioni amministrative della città che, dopodomani, si sfideranno alle urne.