I DEPISTAGGI DEL CASO “PINELLI” A LATINA: “L’INNOCENTE CHE CADDE GIÙ”

Famiglia Pinelli
Famiglia Pinelli

Giovedì 21 novembre, alle ore 17:30, a Latina, presso il Circolo Cittadino di piazza del Popolo, l’Associazione culturale Olimpo presenterà il libro “L’innocente che cadde giù. Dalle carte sugli Affari Riservati nuova luce su depistaggi e montature” (Castelvecchi editore, 2019).
Interverranno lo storico Alex Hobel, il giornalista Felice Cipriani e Maurizio Caporali per l’Olimpo. Sarà presente l’autore Paolo Brogi, giornalista e scrittore, dopo l’impegno nella redazione di «Lotta Continua» ha lavorato per «Reporter», «L’Europeo» e il «Corriere della Sera». Tra i suoi ultimi libri, La lunga notte dei Mille (2011), Eroi e poveri diavoli della Grande Guerra (2015) e ’68. Ce n’est qu’un début (2017).

Il libro di Paolo Brogi
Il libro di Paolo Brogi

Un verbale rimasto sepolto tra le carte dell’Archivio Centrale dello Stato illumina, cinquant’anni dopo, le zone d’ombra di un caso attorno al quale si è costruita un’intera letteratura di menzogne e contraddizioni. Nella stagione degli attentati di matrice fascista, dopo la carneficina di piazza Fontana, gli uomini degli Affari Riservati – servizio segreto del Viminale – vengono trasferiti in massa da Roma a Milano per insediarsi come “padroni delle indagini” e allestire una pista che colleghi la strage agli ambienti anarchici. Giuseppe Pinelli detto “Pino”, quarantun anni, ferroviere, resta vittima di questa trama quando la notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 precipita dal quarto piano della questura di Milano; una morte archiviata come frutto di un malore da due inchieste che risparmiano gli Affari Riservati. Oltre l’odissea giudiziaria, una difficile e sofferta vicenda umana: la lotta per la verità delle figlie Claudia e Silvia, iniziata insieme alla madre Licia quando avevano solo otto e nove anni, viene qui restituita dalla loro stessa voce.

Sono proprio le due figlie di Pinelli, Claudia e Silvia che ripercorrono insieme al giornalista Paolo Brogi le tappe di una lunga storia che non ha ancora avuto giustizia. Tra le pagine anche l’inedita la confessione del magistrato Gerardo D’Ambrosio, secondo inquirente di allora, che ha privatamente ammesso a loro di aver fatto quello che poteva. “Vittima due volte – così il presidente Giorgio Napolitano nel 2009 ha ricordato Giuseppe Pinelli durante la Giornata per le vittime del terrorismo – prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di un’improvvisa, assurda fine”.

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