Il Partito Democratico di Sperlonga interviene di nuovo sull’annosa vicenda dell’hotel Grotta di Tiberio: “La confusione regna sovrana”
“Si sa che il celebre comando “Facite ammuina”, del Regolamento della Regia Marina del Regno delle Due Sicilie, risulta essere frutto di pura leggenda. A Sperlonga, invece, tale comando sembra determinare sempre più incisivamente l’azione degli uffici comunali, soprattutto nella gestione della vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio, trasformata ormai in una sorta di telenovela, di cui si è perso il conto del numero delle puntate. Gli autori del copione puntano sulla complessità della trama al fine di disorientare il pubblico e inserire, qua e là, vere e proprie panzane, alle quali nessuno fa caso. L’importante è che la massa degli spettatori/elettori abbia la sensazione che i protagonisti siano sempre alla ribalta, sempre vivi, sempre forti, sempre padroni della scena.
Ma, sgombrato il campo dall’ammuina, i fatti nudi e crudi sono di una semplicità disarmante e tutti possono comprenderli. L’ultimo fuoco fatuo acceso dalla proprietà dell’Hotel, in combutta con il Comune di Sperlonga, riguarda la fiscalizzazione dell’abuso.
Fiscalizzare un abuso edilizio significa, nel linguaggio corrente in materia amministrativa e penale, pagare una sanzione pecuniaria per evitare l’abbattimento di un manufatto abusivo. Tale procedura viene disciplinata dagli articoli 33 (per le opere di ristrutturazione) e 34 (per le opere edilizie di costruzione) del Testo Unico sull’Edilizia. Ed è qui che nasce l’ammuina. Infatti i citati articoli prevedono la fiscalizzazione in alcuni casi specifici ma solo se la realizzazione abusiva riguarda una parte dell’intera costruzione. La stessa legge chiarisce, senza ombra di dubbio, che la fiscalizzazione dell’abuso è impossibile nei casi in cui l’intero manufatto risulti abusivo. Dunque in caso di costruzione totalmente abusiva l’unica possibilità prevista dalla legge è la totale demolizione del manufatto e il ripristino dei luoghi allo stato originario. La Legge prevede anche che la demolizione debba avvenire entro 90 giorni dalla sentenza e che eventuali ricorsi dei proprietari non sospendono l’esecutività della sentenza.
Se entro i 90 giorni i proprietari non hanno provveduto (a loro spese) alla demolizione, il manufatto in questione passa “ipso lege” (vale a dire immediatamente e senza bisogno di alcun atto amministrativo) a far parte della proprietà immobiliare del comune, il quale, a sua volta, deve adempiere all’obbligo di abbattimento della struttura (sempre a spese dei proprietari). Dunque, una sentenza di abbattimento è irreversibile, a meno che il Comune stesso non individui una “comprovata” possibilità di utilizzo dell’immobile nell’interesse della collettività.
Sull’Hotel Grotta di Tiberio pesano ben due diverse sentenze di abbattimento (TAR e Consiglio di Stato) che equivalgono a due pietre tombali. Forse è questo che rende necessario fare il doppio dell’ammuina: da parte degli ormai ex proprietari e da parte del Comune, il cui sindaco non ha mai smesso di essere immerso fino ai capelli negli interessi che ruotano attorno al destino del mitico albergo.
Resta da capire se i dirigenti degli Uffici comunali interessati annaspano in un mare di ignoranza oppure eseguono l’ordine di trasformare le tavole della Legge in tavole per il surf. Ma il surf è uno sport che implica dei rischi e, purtroppo,a volte può capitare che qualche surfista si faccia male”.
Così, in una nota, il Partito Democratico di Sperlonga.