Commissioni consiliari a Latina: è stallo sulla formazione, per il Segretario Generale spetta al Consiglio Comunale dirimere le lacune del regolamento
Un tema poco appassionante quello delle commissioni in Consiglio Comunale a Latina. Assolutamente distante dalla cosiddetta vita reale dei cittadini tanto è che rischia di dare ragione ai tanti latinensi che, nella tornata elettorale locale, è rimasta a casa invece di andare a votare. Pare, ad ogni modo, che il tema commissioni infuochi molto gli animi dei consiglieri eletti piuttosto che i cittadini ancora in attesa che la consiliatura parta a pieno regime.
Una passione per le commissioni che ha spinto la coalizione Coletta a battagliare e la coalizione del centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Latina nel Cuore) a fare altrettanto, per di più convocando per la giornata di domani, venerdì 14 gennaio, presso il Circolo cittadino di Latina, una conferenza stampa sul tema della composizione delle Commissioni Consiliari.
Come noto, da novembre, ossia da quando il consiglio comunale si è insediato votando all’unanimità “Mister Preferenze” Raimondo Tiero, le forze politiche di maggioranza e opposizione non riescono a trovare la quadratura del cerchio sulle commissioni consiliari: i luoghi dove, in teoria, i rappresentanti del popolo dovrebbero discutere alcuni dei provvedimenti amministrativi più importanti dell’Ente.
La coalizione Coletta sostenuta anche da Forza Italia ha creato un terremoto nel centrodestra proprio in ragione di questo apparentamento, provocando la netta frattura con il partito di Silvio Berlusconi. Fatto sta che le commissioni consiliari, a causa di noiosi e delicati equilibri tra maggioranza e opposizione anche a causa dell’abbraccio Fazzone-Coletta, non riescono a costituirsi non trovando l’accordo tra le parti.
Ecco perché la maggioranza che sostiene il Sindaco Coletta e il Presidente del Consiglio Comunale Raimondo Tiero (Fratelli d’Italia, quindi minoranza, ma nel suo ruolo super partes dell’assise) hanno pensato di chiedere due pareri: uno all’avvocatura comunale che al momento non risulta essersi pronunciata, l’altro all’uscente Segretario Generale Rosa Iovinella, tra non molto nel suo nuovo ruolo a Torino.
Il Segretario Iovinella ha chiarito nel parere disposto ieri 13 gennaio che tutte le argomentazioni rappresentate, comprese quelle logico-deduttive, derivano da un’analisi giurisprudenziale e amministrativa, ma non sono supportate da un’adeguata disciplina regolamentare dell’Ente, che presenta carenze, in primis sul metodo proporzionale da applicare e poi sull’eventuale calcolo matematico dei resti decimali. Secondo Iovinella, quindi, la composizione delle Commissioni afferisce alla competenza esclusiva del Consiglio Comunale, unico organo sovrano in materia, invitato a colmare le lacune della disciplina regolamentare così da consentire la corretta costituzione ed il regolare funzionamento delle Commissioni consiliari, in applicazione del criterio proporzionale, adottando una normativa generale ed astratta che sia idonea a disciplinare la fattispecie in esame indipendentemente dagli assetti contingenti”.
Ma quali sono le argomentazioni avanzate da Iovinella? Il Segretario Generale parte dalla Conferenza dei Capi Gruppo che si è tenuta lo scorso 8 gennaio in cui è emerso “un dubbio interpretativo sul calcolo dei resti matematici riguardanti i decimali per raggiungere il numero unitario dei seggi da attribuire in applicazione del detto principio di proporzionalità, proprio alla luce della particolarità ed unicità, nell’esperienza degli ultimi decenni del Comune di Latina, dell’esito del risultato elettorale, che non ha visto l’attribuzione del premio di maggioranza, e quindi anche della composizione delle coalizioni in seno al Consiglio comunale (16 consiglieri appartenenti ad una coalizione e 16 consiglieri all’altra coalizione, oltre al Sindaco che non viene computato nei consiglieri assegnati)”.
Sono state prospettate due diverse metodologie di calcolo dei resti che portano a due diversi risultati della rappresentanza, nelle commissioni consiliari.
IL PRIMO METODO – Il numero complessivo dei seggi da attribuire è 110. Un metodo, applicato di fatto nel Comune di Latina, che calcola i resti decimali per approssimazione, per eccesso e per difetto con riferimento ai singoli Gruppi, comporta come risultato una rappresentanza delle coalizioni presenti in Consiglio Comunale nella seguente proporzione: 56 seggi ad una coalizione e 54 seggi all’altra coalizione (in percentuale 50,90% e 49,09%).
IL SECONDO METODO – L’altro metodo, proposto in Conferenza Capi Gruppo alla luce dell’assetto delle coalizioni presenti in Consiglio comunale, calcola i resti dei decimali sommandoli per coalizione e attribuendo successivamente i seggi ottenuti complessivamente alle coalizioni. Tale metodo comporta come risultato una rappresentanza delle coalizioni presenti in Consiglio Comunale nella seguente proporzione: 55 seggi ad una coalizione e 55 seggi all’altra coalizione (in percentuale 50% e 50%).
Le Commissioni – puntualizza nel parere, Iovinella – sono le espressioni, in rappresentanza proporzionale, della composizione del Consiglio Comunale. Nel caso specifico i gruppi consiliari si riconoscono in due coalizioni numericamente uguali (16 e 16 consiglieri e quindi 50% e 50%), così da derivarne – ragiona Iovinella -, per deduzione logico-matematica, la declinazione proporzionale dei seggi nelle medesime percentuali del Consiglio anche nelle commissioni (50% – 50% escluso il Sindaco ai sensi dello statuto e dei regolamenti).
“È doveroso, comunque, evidenziare – spiega Iovinella nel parere – che tali argomentazioni sono svolte in riscontro ai quesiti che scaturiscono dal presupposto dell’applicazione del criterio proporzionale riferito alle coalizioni e non ai Gruppi, secondo la consuetudine storico-amministrativa del Comune di Latina che ha aderito fino ad oggi ad un orientamento giurisprudenziale minoritario (TAR Puglia—Lecce n. 516/2013)”.
Tuttavia, secondo un parere espresso dal Ministero dell’Interno datato 24 giugno 2021, il criterio proporzionale nella composizione delle commissioni può essere applicato secondo l’orientamento giurisprudenziale prevalente, prevedendo in ogni commissione la partecipazione di ogni singolo gruppo presente in Consiglio, in modo che se una lista è rappresentata da un solo consigliere questi deve essere presente in tutte le commissioni costituite, assicurando una composizione delle commissioni proporzionata all’entità di ciascun gruppo consiliare.
Applicando quest’ultima metodologia, verrebbe meno il problema del calcolo dei resti decimali, in quanto ogni Gruppo avrebbe il proprio rappresentante in ogni singola commissione con voto ponderato.
Ad ogni modo, come già specificato, è lo stesso Segretario Generale uscente che ribadisce che a dover decidere è il Consiglio Comunale stesso, ossia i rappresentanti del popolo i quali hanno necessità di assumersi la responsabilità di fronte a una città per cui il problema delle commissioni è solo procedurale e non di merito. Un merito che vede cittadini, lavoratori e imprese in preda a pandemia e inflazione. Le commissioni consiliari, a meno di un “sentiment” non percepibile, al momento è solo nella testa dei consiglieri comunali.