GUERRA DELLA PASTA: EX DIRIGENTE DI CISTERNA DENUNCIATO DALLA DE CECCO PER CALUNNIA

Four kinds of italian pasta. Food background.

Ex manager originario di Cisterna denuncia per frode in commercio la De Cecco, la quale a sua volta lo contro-denuncia per diffamazione e calunnia

È iniziato nel 2023 il processo per frode in commercio che vede davanti al giudice monocratico del Tribunale di Chieti, come imputati, Antonio Filippo De Cecco, presidente del consiglio d’amministrazione della nota Fratelli De Cecco spa, la società che produce la famosa pasta, il direttore degli acquisti Mario Aruffo, il direttore della qualità, Vincenzo Villani e, per responsabilità amministrativa, la stessa De Cecco spa.

Secondo l’accusa, l’azienda avrebbe messo in commercio alcuni lotti di pasta, per la maggior parte in formato pasta lunga, alimento diverso per qualità in quanto sulle confezioni sarebbe stato riportato falsamente che la materia prima utilizzata era costituita da grano proveniente dagli Stati Uniti e dall’Italia, mentre per il 7%, pari a 4.475 tonnellate, al contrario si sarebbe utilizzato grano proveniente dalla Francia.

Tra le parti civili di questa storia lontana c’è anche l’ex dirigente della De Cecco Antonio Di Mella, cisternese di nascita, la cui denuncia ha fatto partire l’inchiesta dei Carabinieri Nas, poi scaturita nel process.

La De Cecco, però, non è stata ferma e ha contro-denunciato Di Mella per diffamazione, minacce e calunnia, tanto che, nel corso delle indagini a suo carico, il Tribunale di Pescara ha confermato i decreti della Procura, emessi a luglio 2023, con cui è stato disposto il sequestro probatorio di documentazione cartacea, un telefono cellulare, due portatili e altri apparecchi informatici in uso al medesimo Di Mella.

Contro l’ordinanza di sequestro del Tribunale di Pescara, arrivata a settembre, Di Mella ha fatto ricorso in Cassazione. Le accuse a suo carico, relativamente alla calunnia, sono in concorso con un giornalista. I due, secondo l’accusa, avrebbero intenzionalmente incolpato – attraverso esposti e missive anonimi e pur sapendolo innocente – Antonio Filippo De Cecco , presidente del consiglio di amministrazione, dei reati di associazione per delinquere, corruzione, falso in bilancio.

Secondo la Corte di Cassazione, il ricorso è fondato perché, tra i motivi, viene evidenziato che il di decreto di perquisizione e sequestro rimangono poco chiariti. La Cassazione, quindi, ha annullato l’ordinanza impugnata e rinviato per nuovo giudizio al Tribunale di Pescara,

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